Rassegna storica del Risorgimento
ELEZIONI COMUNALI MILANO 1914; PARTITI POLTICI MILANO 1914
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Maurizio Punzo
Gli stessi radicali, esclusi per la seconda volta consecutiva dal Consiglio comunale, avrebbero dovuto ridiscutere la propria collocazione nella vita politica cittadina, poiché solo l'alleanza con i socialisti aveva permesso loro di esercitare un ruolo determinante negli anni 1899-1904 e l'eventualità che i socialisti riaprissero le porte agli affini appariva quanto mai remota. Indeciso tra un orgoglioso isolamento, non privo di benevolenza e di nostalgia verso l'antico alleato, al quale l'univa il disegno di una città moderna, aperta alle aspirazioni delle classi popolari, e l'ipotesi difficilmente realizzate di un grande partito liberale democratico, libero dall'ipoteca cattolica e da quella conservatrice di cui era stata espressione la Giunta Greppi, il vecchio partito di Cavallotti rischiava di logorarsi e di scomparire. Il 14 giugno questo non era ancora avvenuto, non ostante il parere di Mussolini,173 ed era interesse dei socialisti che ima parte della borghesia cittadina mantenesse nei confronti dell'esperienza amministrativa che stava per iniziare un atteggiamento prudente e benevolo. Proprio La Lombardia scriveva del resto che molti voti andati alla lista socialista provenivano da una piccola e media borghesia che desiderava soprattutto che si amministrasse bene e che aveva visto nei socialisti gli avversari della politica conservatrice e fiscale delle amministrazioni moderate.7M) Spettava alla nuova Giunta non deludere questi elettori, dimostrando di essere all'altezza della situazione.
Tutta l'opinione pubblica cittadina era del resto in attesa di vedere all'opera i nuovi amministratori prima di giudicarli. Molte polemiche si erano infatti spente il giorno del voto ed anche il Corriere aveva abbandonato le sue previsioni catastrofiche per iniziare un'analisi più pacata, che teneva finalmente conto della personalità e del passato politico dei consiglieri della maggioranza e dei loro programmi175) Il nuovo Sindaco ed i nuovi assessori176) sapevano dunque che i loro avversari non avrebbero perso alcuna occasione per metterli in difficoltà177* e che non avrebbero avuto nessuna indulgenza per ogni sia pur piccolo errore, ma che un'opinione pubblica più vasta dell'elettorato che li aveva portati a Palazzo Marino attendeva risultati positivi dalla loro azione.
MAURIZIO PUNZO
17?) Secondo Mussolini con il 14 giugno la democrazia milanese era finita e non si sarebbe risollevata mai più (Avanti!, 15 giugno 1914, <t Viva Milano socialista! Vittoria!). 174) La Lombardia, 17 giugno 1914, a Dopo la sconfitta e dopo la vittoria cit. 179 Corriere della Sera, 16 giugno 1914, Vincitori e vinti oit.
176) Dopo il rifiuto di Majno di accettare la carica di Sindaco, per motivi di salute, ma anche per gli altri innumerevoli impegni, i socialisti designarono Caldara, che fu eletto il 30 giugno (Atti del Comune di Milano, 1913-1914, voi. I, Atti del Consiglio comunale, seduta straordinaria del 30 giugno 1914, p. 6). Nella stessa seduta fu eletta anche la Giunta, formata da Filippetti, Allevi, Brocchi, Ferri, Gay, Gentili, Gottardi, Sarteschi, Schiavi e Veratli, assessori effettivi, Boriosi, Corda, Crosti e Marangoni, assessori supplenti (Ivi, pp. 7-8).
177) Secondo la minoranza consiliare, molti dei consiglieri socialisti erano inelleggi-bili per diversi motivi. Fu quindi presentato subito un ricorso per far decadere dalla carica di consiglieri nove membri della maggioranza, tra cui quattro assessori (Ivi, seduta straordinaria dellll settembre 1914, p. 97). Sia la Giunta sia il Consiglio si pronunciarono contro il ricorso, ma il parere del prefetto, in pieno accordo con i liberali (Archivio di Stato di Milano, fondo cit., cari. 247, lettera del prefetto al ministro dell'interno in data 19-6-1914, cit.), non lasciava dubbi sul modo in cui si sarebbe espressa la Giunta Provinciale Amministrativa.