Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE CENTENARIO; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA
anno
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1982
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pagina
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75
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Libri e periodici
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la fortuna italiana di Quinci in un capitolo che, a parte le belle pagine sul rapporta con Mazzini e Garibaldi, si risolve per la verità in uno spoglio abbastanza esteriore e frammentario della corrispondenza inviata dagli amici italiani, in particolare dai suoi traduttori, a Quinet e, dopo la sua morte, alla moglie che per lunghi anni e con grande devozione ne tenne vivo per sé e per gli altri il ricordo; mentre a mio parere qualcosa di più puntuale si sarebbe potuto dire sul tributo dovutogli dagli storici e dagli intellettuali italiani, e non tanto dal De Sanctis o dal Gobetti o dal Gramsci, tutti già da tempo analizzati nel loro rapporto di dipendenza dallo studioso d'oltralpe, quanto da Giuseppe Ferrari la cui Histoire dea revolution* d'Italie presenta, secondo Ernesto Sestan, un'affinità ideale, di vera e propria figliazione 5) con le Révolutions d'Italie. Il problema, per la verità, è presente all'An-grisani Guerrini che lo affronta in una nota (p. 161) rinviando però alle conclusioni raggiunte molti anni fa da Carlo Pellegrini; mentre forse tra le due opere si sarebbe potuto tentare un raffronto più dettagliato, con una maggiore adesione al testo di entrambe.
GIUSEPPE MONSAGRATI
VINCENZO GIURA, Gli Ebrei e la ripresa economica del Regno di Napoli (1740-1747), Genève, Librairie Droz, 1978, pp. 103. S.p.
Questo accurato lavoro si inserisce nella vasta fioritura di studi storici apparsi in questi ultimi anni sulle comunità ebraiche dei piccoli e grandi centri dell'Italia medievale e moderna. Mentre però per i comuni del Nord e per Roma le ricerche pubblicate sono numerose e, in qualche caso, anche esaustive, per le altre aree del centro-sud le notizie sono ancora scarse e frammentarie (fra gli studi monografici più recenti si vedano, M. GAUDIOSO, La Comunità ebraica di Catania nei sec. XIV e XV, Catania, 1974; C. COLAFEM-MINA, Gli Ebrei a Manduria, in Cenacolo, VII, 1977; C. COLAFEMMINA, La Giudea di Gastellaneta. ibidem, IV, 1979; C. GEBBIA, Comunità ebraiche nella Sicilia imperiale e tardo antica, in Archivio Storico per la Sicilia Orientale, LXXV, 1979; AA.W., La presenza ebraica in Puglia, Bari, 1981.
È noto che la presenza ebraica nell'Italia meridionale è stata diffusa e continuativa dall'epoca romana in poi, con un eccezionale sviluppo in periodi particolari come sotto la dominazione araba e durante l'età di Federico II. Dalla Sicilia, l'espulsione avvenne nel 1492, a seguito della crociata antiebraica spagnola mentre dal Regno di Napoli, dove la maggior parte dei profughi era stata prima accolta, gli ebrei furono definitivamente cacciati nel 1541. Dopo questa data, solo piccoli gruppi sono tornati, a distanza di anni e per brevi periodi, a frequentare alcune zone del Napoletano, della Puglia e anche della Sicilia, ma di essi a tutt'oggi non si sa quasi nulla. In questo contesto, lo studio del Giura approfondisce un episodio che, pur nella sua limitata importanza politica, è particolarmente interessante e emblematico per la comprensione della storia del Regno di Napoli e per quella degli ebrei italiani nel loro complesso. Il fatto in se stesso è già largamente conosciuto: due secoli esatti dopo la loro espulsione dal Regno, Carlo di Borbone, desiderando di dare un nuovo impulso all'economia del paese, decise di emanare un editto con il quale si invitavano gli ebrei a farvi ritorno, assicurando la più completa libertà di culto e di mestiere, nonché facilitazioni per qualsiasi attività imprenditoriale desiderassero intraprendere. Questa iniziativa non sorse senza contrasti, che si accrebbero negli anni successivi tanto che poco dopo, nel 1747, il Re fu costretto ad emanare un altro editto con il quale, adducendo i più pretestuosi motivi, si scacciavano nuovamente gli ebrei.
Il Giura, attraverso una minuziosa ricerca effettuata presso l'Archivio di Stato di Napoli dove, nelle scritture del Ministero degli Affari Esteri, è conservato il fondo Nazione ebrea, presso l'Archivio della Società Napoletana di Storia Patria e presso l'Archivio Storico per le Provincie Napoletane, ha ricostruito e spiegato con meticolosa precisione sto-
5} li giudizio di Sestan è contenuto in una nota introduttiva al brano della Storia delle rivoluzioni d'Italia incluso nella raccolta, da lui curata, delle Opere di G. D. Roma-gnosi, C. Cattaneo, G. Ferrari, Milano-Napoli, R. Ricciardi editore, 1957, p. 1155.