Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE CENTENARIO; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA
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1982
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76
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76 Libri e periodici
rica e con abbondanza di notizie tutte le fasi di questo rientro, dalla sua preparazione al suo drammatico epilogo. Per inquadrare l'episodio nella realtà del suo tempo, sia per quanto riguarda le vicende del Regno di Napoli, sia per quelle concernenti gli ebrei, l'Autore fa ricorso ad un'ampia bibliografia che è molto utile al lettore che volesse allargare le sue conoscenze su tali argomenti.
La divisione dell'opera rispecchia la sequenza temporale degli avvenimenti: le lunghe discussioni in seno al Governo di Napoli fra i fautori dell'iniziativa e i suoi oppositori; i contatti con le varie comunità ebraiche per attirare uomini e capitali; l'organizzazione dei nuovi venuti nella città; rostilità del popolo partenopeo e infine il provvedimento di espulsione. Nei pruni due capitoli, l'Autore ci offre uno spaccato interessantissimo della corte napoletana i cui più autorevoli personaggi furono mobilitati per sostenere o per confutare l'opportunità del provvedimento; quando questo fu infine approvato, si rese opportuno farlo conoscere negli ambienti israeliti d'oltralpe e l'accurata ricostruzione dei contatti intrapresi ci dà la misura degli interessi e dei legami che il Regno di Napoli aveva con l'esterno, nonché un quadro prezioso della rete dei rapporti che gli stessi israeliti mantenevano con i correligionari degli altri stati. Particolarmente ricca è poi Ja descrizione dell'organizzazione della nuova comunità ebraica napoletana che ci fornisce elementi per un utile raffronto con le altre comunità italiane dello stesso periodo.
L'interesse del lavoro, edito tra le pubblicazioni dellV Institut in terna ti onal d'Irisloi re de la banque diretta da Domenico Demarco, è qui duplice: da un lato approfondisce con materiale inedito un episodio ristretto ma significativo per la storia del Regno di Napoli, dall'altro contribuisce con un ulteriore tassello ad una più completa conoscenza della minoranza ebraica italiana.
AMEDEO TACLIACOZZO
HELMUT REINALTER, Aufgekldrter Absolutismus und Revolution. Zur Geschichte des Jakobinertums und der fruhdemokratischen Bestrebungen in der Habsburgermonarchie: Wien-Kòln-Graz, Bóhlaus, 1980, in 8, pp. 560. S.p.
H libro qui presentato è la prima trattazione generale della storia del giacobinismo e dei primi movimenti democratici nella monarchia asburgica all'epoca della rivoluzione francese. Se per un sì lungo periodo nessuno si è occupato di questa problematica è dovuto al fatto che fino alla fine dell'Impero Austro-Ungarico le fonti principali sui giacobini viennesi (1792-1794) non erano accessibili ai ricercatori. L'Imperatore Francesco II le fece custodire come documenti segreti nella Hofburg di Vienna e anche Francesco Giuseppe dichiarò la loro segretezza, quando furono fatte depositare nell'Haus-Hof-und Staatsar-chiv. Soltanto dopo la seconda guerra mondiale alcuni studiosi iniziarono ad occuparsi di questi atti segreti.
L'opera di R ainai ter inizia con un'esposizione dello sviluppo dello Stato e della società ai tempi di Maria Teresa, delle riforme di Giuseppe II, dei tentativi costituzionali di Leopoldo II fino alla politica reazionaria di Francesco II. Nei paragrafi seguenti si parla dei giacobini nelle diverse province della monarchia, della critica sociale e delle conce zioni politiche dei giacobini austriaci ed ungheresi ed infine del decadimento del movimento stesso. Benché i giacobini non rappresentassero mai un serio pericolo per la monarchia in Austria, venivano puniti in modo estremamente severo; tra questi anche uno dei professori di Francesco II.
Per lo storico italiano il capitolo sul club studentesco di Innsbruck e sul giacobinismo nel Tirolo in genere dovrebbe essere di grande interesse (pp. 331-349). Qui troviamo alcune indicazioni sulle attività dei giacobini italiani soprattutto a Innsbruck, Trento e Rovereto. Tornando al discorso generale sarebbe certamente sbagliato sopravalutare l'influenza del movimento giacobino. Il rifiuto da parte di una concezione politica di stampo conservatore e la reazioine di Stato e Chiesa non lasciavano alcuna possibilità di successo a codesti inizi del pensiero e dell'attività democratica.
JOHANN R.AIIYLR