Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE CENTENARIO; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA
anno <1982>   pagina <77>
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Libri e periodici
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Ottocento piacentino e altri studi in onore di Giuseppe S. Manfredi; Piacenza, Comitato dell'Istituto per la storia del Risorgimento, 1980, in 8, pp. 351. S.p.
A spese della Cassa di Risparmio di Piacenza ed a cura del comitato locale dell'Isti' tulo per la storia del Risorgimento, è stato di recente pubblicato il volume che presentiamo, ricco di illustrazioni (caricature di Pcppino Sidoli: la ce nossa guerra ) e di interessanti articoli, non solo relativi alla storia locale. Se infatti Ghisalberti ricostruisce una pagina di storia universitaria attraverso le vicende di Michele Rosi, insigne studioso di storia del Risorgimento, Emilia Morelli e lo storico sovietivo Nevler rispettivamente si soffermano sui bambini emigrati a Londra nel primo Ottocento, e sulle tradizioni di amicizia tra il popolo italiano e quello russo; utili notizie, inedite o poco note, si ricavano poi dai saggi dì Schippisi su Giuseppe Montanelli, di Forlini sulle lettere del Giordani, di Sforza Fogliani su di un processo di cento anni fa per uno sciopero di lavoranti panettieri (1879), di Rabilli sulla figura e l'attività dell'avv. prof. Paolo Cipelli. Ma al di là di un mero elenco di contributi, spesso fondati su di una documentazione di prima mano, a noi interessa fer­mare l'attenzione almeno sui due studi di Artocchini e Carrà che riguardano l'età napo­leonica, tramite l'esame dell'economia agraria piacentina e le coscrizioni militari; prendendo in esame un'inchiesta (su 35 domande) sull'economia rurale promossa nel 1802, e in particolare uno scritto del relatore Gaetano Monza, l'autore disegna un articolato diagramma del Piacentino: produzioni, forme di coltivazione, allevamento di bestiame e bachi, condi­zioni di vita, lavoro e igiene dei contadini ecc. Se il prodotto annuo veniva fatto salire a 4 milioni di franchi (frumento, melica, vino e bestiame), scarso era il frutto che si ricavava dalle terre stante la massa delle imposte, spese comunali, manutenzione di argini e strade ecc. che gravavano sui proprietari. Misere infine erano le condizioni dei contadini, scrivendo il relatore che e molti di essi morivano perché, quando erano ammalati, non c'era * stabilimento ' alcuno che li accogliesse per procurare agli infermi i medicinali gratis, dato che quegli infelici non avevano la possibilità di pagare il medico e gli speziali. Un'altra iniquità che quasi tutti i fittabili e i padroni commettevano era la seguente: se un paesano (che riceveva 3 franchi di salario) cadeva infermo, subito era sostituito con altro lavoratore dal padrone o da chi per esso e il povero ammalato era obbligato a pagarlo di tasca propria (p. 154). A rendere più pesante la condizione dei ceti inferiori della società venne poi negli ex-stati parmenti, dal 1806 in avanti, la coscrizione militare, in base alle leggi introdotte dalla Francia; gli allegati e i documenti prodotti dal Carrà ci illuminano a questo riguardo sia per il numero, anno per anno, dei coscritti, sia per le difficoltà incontrate dalle autorità, sia per il numero dei disertori e dei fuggiaschi: ce La leva militare colpirà, in particolare, le classi più umili e diseredate poiché, come vedremo, l'ordinamento sulla coscrizione dava la possibilità alla borghesia media di eludere tale peso con il rimpiazzo ' e all'alta borghesia e alla nobiltà, oltre al rimpiazzo, che poteva essere anche aleatorio, dava la possibilità di sottrarsi all'Armata col rifugiarsi nei corpi di rappresentanza come le Guardie d'Onore o i Veliti per i quali era fissata una somma annua che l'interessato doveva consumare nell'onorifico esercizio. Quindi sarà un proleta­riato semianalfabeta che formerà le armate napoleoniche (v. allegati V e VI) e chi vorrà sottrarvisi subirà, con la famiglia, le più odiose persecuzioni che, inoltre, cadranno anche sulla collettività (pp. 164-165).
RENATO GIUSTI
VITTORIO JACOBACCI, La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca; Verona, Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno, 1981, in 4, pp. 189 con ili. f.i.
Ad illustrazione della presenza militare austriaca nel Lombardo-Veneto viene oppor­tuna questa opera che raccoglie una massa notevole di notizie, piante, fotografìe ecc. intorno olle fortificazioni di Verona nell'800, facendo seguito ad importanti studi di Da Lisca, Tommasoli, Barbetta; se agli urbanisti il presente lavoro servirà anche ai fini di una pianificazione territoriale, di un efficace inserimento degli edifici-monumenti nel tessuto vivo della città, a noi interessa soprattutto per il disegno storico dello sviluppo delle forti-