Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE CENTENARIO; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA
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1982
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Libri e periodici
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PATRICK KEYES O'CLERY, L'Italia dal Congresso di Parigi a Porta Pia. La a Questione italiana vista da un cattolico irlandese, a cura di GIOACCHINO SCOGNAMIGLIO, nota introduttiva di LUIGI PARENTE; Roma, Centro Editoriale Romano, 1980, pp. 534. L. 12.000.
Patrick Keyes O'Clery (1849-1913), emigrato dall'Irlanda a causa delle conseguenze della grave crisi cerealicola degli anni 1846-1851, si arruolò giovanissimo come zuavo pontificio e in questa veste partecipò ai fatti di Mentana dell'ottobre-novembre 1867. Dopo una breve parentesi in America, nel 1870 era di nuovo nell'esercito pontificio e si trovò cosi a vivere, in prima persona, la fine del potere temporale rimanendone peraltro condizionato per tutta la vita. Rientrato in Irlanda si impegnò nella vita politica e nel 1874 venne eletto deputato nel Collegio di "Wexford. Nel 1875 usci il suo primo libro, The History oj the Italian Revolution. The Revolution of the Barricades (1796-1849), nel quale le vicende della storia italiana erano strettamente identificate con quelle del papato. Conseguenze politiche immediate di questa posizione furono la difesa a oltranza dello Stato pontificio e la serrata polemica contro il Parlamento inglese ritenuto il maggior responsabile della soluzione unitaria italiana. Ritiratosi dalla politica attiva O'Clery si dedicò alla professione di avvocato e nel 1892 pubblicò a Londra The Making of Italy che fu tradotto in italiano e pubblicato a Roma nel 1893 con il titolo La formazione dell'Italia e quindi, nel 1897, con il titolo Come fu fatta VItalia. Una terza traduzione, Risorgimento controluce - La questione italiana vista da uno zuavo di Pio IX, introduzione di Giuseppe De Cesare, apparve nel 1965 ad opera del Centro Editoriale Romano.
Un'opera quindi che ha conosciuto, pur appartenendo all'altra sponda , una considerevole fortuna e che meritò all'A. il titolo di conte di Roma conferitogli da Leone XIII nel 1903. Non solo, ma è stato un errore, sottolinea Luigi Parente nella nota introduttiva, aver catalogato il lavoro di O'Clery tra quelli riguardanti l'esercito pontificio. A buon diritto esso appartiene alla storiografia politica dell'unità italiana.
Scopo dichiarato dell'A. era quello di narrare gli avvenimenti italiani, dal Congresso di Parigi alla conquista di Roma, in maniera chiara e imparziale. Ovviamente il problema nazionale italiano era rigidamente inquadrato nell'ottica del rapporto Chiesa-Stato e cioè del più vasto conflitto tra i sostenitori del potere temporale, ai quali O'Clery decisamente appartiene, e gli avversari autori, nel caso specifico, del disegno liberal-nazionale.
Se l'alleanza tra Cavour e Napoleone IH aveva costituito la base del processo unitario, questo si era sviluppato con l'apporto decisivo dei moti insurrezionali dell'Italia centrale e della campagna garibaldina hi Sicilia. Sulle condizioni dell'Italia meridionale e sul sistema amministrativo borbonico la verità era stata, a giudizio dello zuavo irlandese, volutamente falsata dalla Camera piemontese, dal Parlamento di Westminster e dalla stampa piemontese, francese e inglese. Numerose testimonianze, peraltro "fedelmente riportate, dimostravano l'infondatezza della conclamata miseria del Regno di Napoli prima della Rivoluzione del 1860. Le mancate insurrezioni nel meridione finivano indirettamente per confermare le teorie dell'A. che nelle difficoltà economico-finanziarie del nuovo Regno, nel brigantaggio e nella strenua lotta contro la Chiesa individuava altrettanti elementi di debolezza della nuova istituzione. Questa, sorta in contrasto e sulle ceneri del potere temporale, era destinata al fallimento. Collegandosi al pensiero di Gioberti O'Clery indicava nel sistema federale l'unica ed efficace soluzione della questione italiana.
Privilegiando essenzialmente i fatti l'A. indica, nella sua Prefazione, le fonti usate nella stesura del libro. Ai documenti ufficiali e ai resoconti del Parlamento di Torino e di Westminster egli affiancò la copiosa memorialistica, la Campagne de VEmpereur Napo-léon III en Italie, edita dallo Stato Maggiore dell'Esercito francese, gli scritti di Edward Hamley, di Ugo Forbes, di La Varenne, il diario doll'animiraglio Persano e la sua corrispondenza con Cavour e i resoconti della slampa, in particolare della Quaterly Review. Per Mentana e l'invasione dello Stato pontificio, oltre ai ricordi personali, si avvalse del-VHistoire de l'invasione des Etats Pontificaux e du Sibge de Rome par Varmèe italienne en septernbre 1870 di Roger de Beauffort, sottotenente degli zuavi pontifici.
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