Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE CENTENARIO; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA
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Libri e periodici
1 moti di Palermo del 1866. Verbali della Commissione parlamentare di inchiesta, a cura e con una introduzione di M. DA PASSANO (Collana dell'Archivio storico della Camera, n. 5); Roma, Camera dei Deputati, 1981, in 8, pp. 527. L. 13.000.
Sulla sommossa palermitana del settembre 1866, di cui già fin troppo si è scritto , J> talora anche da parte di autori, poco forniti dei requisiti essenziali della metodologia scientifica ,2* è apparso questo elegante volume, contenente i verbali delle audizioni compiute dalla Commissione di inchiesta, la relazione conclusiva, le proposte legislative, presentate più tardi, e alcune a memorie solo di recente rinvenute.
Diciamo subito che non ha valore in questo caso la denunzia di Alberto Caracciolo e Pasquale Villani sulla a propensione esageratamente cronachistica e prolissamente documentaria presente in opere della storiografìa contemporanea. Il volume, si pone, invece, come ima fonte di rilevante portata e colma una lacune documentaria, non da tutti avvertita nel peso pieno.
Tanto per limitarci agli anni più recenti, hanno trattato i fatti del capoluogo isolano Alatri, 4> Brancolo a più riprese, Carré, Gulotta, Titone, Giuffrida, Giordano e Oddo. Un discorso a parte va fatto per il lavoro di Salvatore Massimo Ganci, già segnalato in apertura, solido e informato.
Ganci esamina e segnala le fonti relative alle vicende, dividendole tra palesemente tendenziose (le Relazioni dei pubblici funzionari, inviate al Ministero degli Interni) e a inconsapevolmente tendenziose (le democratiche e le filoborboniche). Di grande interesse, pur nella loro evidente unilateralità, sono considerate le fonti straniere, rappresentate dai dispacci di alcuni consoli francesi, meno interessante di fronte alla sollevazione, che ebbe, senza una precisa delimitazione, tre componenti politiche, la repubblicana, la borbonica e la clericale.5)
Per venire al nostro volume, l'introduzione di Magda da Passano, diligente ed oltremodo sobria, in alcuni passi, che non perdono mai il pregio della correttezza, mira a trasformarsi in una requisitoria.
Ad esempio, alla affermazione della Da Passano, secondo la quale la paura e la ignoranza della realtà siciliana dominò certamente l'autorità centrale , se ne può contrapporre un'altra, cruda ma chiara e non certo avventata di Leopoldo Franchetti. Nel descrivere la situazione a Palermo e nei dintorni, appena dieci anni dopo i sanguinosi fatti del settembre 1866, lo studioso ed uomo politico livornese scrive: qui, l'amministrazione governativa
*> F. L. ODDO, Le sentenze del primo Tribunale di guerra di Palermo per i fatti del 1866, in Archivio storico siciliano, voi. XXI-XXII (1971- 1972), p. 276.
2) S. M. GANCI, L'Italia antimoderata, Parma, 1968, p. 23. Si riferisce al volume di R. DEL CARRIA, Proletari senza rivoluzione. Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, Milano, 1966. Del Carria si è occupato direttamente del moto di Palermo, con un articolo, apparso sulla Rivista storica del socialismo, TX (1966), pp. 149-177.
3) A. CAB ACCIO LO P. VILLANI, Sugli studi di storia contemporanea, in Quaderni storici, VII (1972), p. 382.
4> Sull'opera Lotte politiche in Sicilia sotto il governo della Destra (1866-1874), Torino, 1954, e sui suoi limiti, ha scritto, molto sobriamente, G. GALASSO, L'Italia unita nella storiografia del secondo dopoguerra, in L'Italia unita. Problemi ed interpretazioni storiografiche, a cura di R. RAINKHO, Milano, 1981, pp. 134-136.
5* Notizie di prima mano sul moto sono contenute nei Carteggi di Bettino Ricasoh, a cura di S. CAMERANI e G. ARTE, voi. XXIII, Roma, 1968. Rilevante, pur nei limiti della forte critica, il giudizio di Filippo Antonio G un II eri o, in quel periodo prefetto di Napoli, il quale, in una lettera del 18 settembre 1866, così scriveva a Ricaso li: Riguardo agli insorti di Palermo ti raccomando trattarli come ladri borbonici e separatisti e non mandare uomo di partito o peggio di partito avanzato. Nella situazione attuale dei partiti estremi ti creeresti un imbarazzo assai grave . (Ivi, p. 426).