Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE CENTENARIO; ISTITUTO MAZZINIANO DI GENOVA
anno <1982>   pagina <85>
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Libri e periodici
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e come accampata in mezzo ad una società che ha tutti i suoi ordinamenti fondati sulla presunzione che non esista autorità pubblica.6)
All'enorme rimprovero mosso alle . regioni del centro e del nord d'Italia , che a smembrarono in ogni occasione le provinole meridionali e ne temettero la profonda diver­sità , si può replicare con le parole di un siciliano, allora (siamo nel 1861) schierato su posizioni di dura e talora aprioristica contrapposizione con la maggioranza governativa, Francesco Crispi. Nel prospettare l'ipotesi di disordini in Sicilia, l'esponente democratico, nell'aula parlamentare, dichiara: noi che siamo unitari, noi che vogliamo la grande patria italiana dall'Alpi ai due mari, sentiamo il dovere, e impediremo sempre che colà accadano tumulti . 7) Subito appresso Crispi esprime dei concetti, che, nonostante l'im­pazienza nel linguaggio, appaiono nettamente centrati ed utili per porci al riparo da accuse di mentalità colonialistica, possibili dopo la citazione di Franchetti. Crispi così sintetizza lo stato dell'isola: le condizioni della Sicilia sono difficilissime per la imprudenza e inop­portunità nelle riforme amministrative, per l'inscienza delle cose locali, per l'esitazione nelle misure da adottarsi, finalmente pel nessun rispetto alle leggi . *)
La prima proposta per la creazione di una Commissione di indagine sui fatti, che avevano insanguinato Palermo e allarmato l'opinione pubblica nazionale, fu presentata da Mordi ni il 14 gennaio 1867 ma, dopo la relazione dì De Sanctis del 28 dello stesso mese, è solo con l'avvento di Rattazzi, conseguente alle elezioni, che si ha l'avvio concreto del-rindagine. La Commissione, presieduta da Pisanelli e composta da Giovanni FabrM, rela­tore, Lucerna di Rorà, Sella, Tarnajo, Bortolucci e Tenani, una commissione chiaramente orientata a destra, presenta le conclusioni il 2 luglio 1867, dopo aver diviso i lavori, in una prima fase fiorentina, ima seconda, più capillare, nell'isola, e una terza, con l'audizione dei responsabili dell'ordine in quei giorni cruciali, di nuovo nella capitale.
Dalle vernalizzazioni della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni morali ed economiche della città e provincia di Palermo, rimaste per oltre un secolo dimenticate e quindi inedite, emergono la quasi corale sottolineatura delle secolari diffe­renze tra la Sicilia e il Continente e l'altrettanto quasi unanime preoccupazione per il malcontento generale, che trova una sua espressione nelle ripetute elezioni parlamentari di Giuseppe Mazzini da parte della pacifica e laboriosa Messina.
Si avvertono, però, i dissensi tra i deputati, ascoltati a Firenze, e le personalità e i erttadi"' comuni, convocati a Palermo e scelti tra magistrati, amministratori locali, pro­fessori, commercianti e rappresentanti del clero maschile e femminile, specie nella defini­zione del ruolo e del peso dei partiti e dei gruppi politici. Ad esempio i parlamentari non vedono assolutamente vivi i filoborbonici, all'opposto, dagli altri, individuati tra i più attivi e manovrieri prima e durante l'insurrezione.
Singolare per lucidità e franchezza è la diagnosi di Vincenzo Errante. Lo scrittore ed uomo politico, ministro della Giustizia, dell'Istruzione e dei Lavori pubblici nei governo rivoluzionario del 1848, deputato nelle prime due legislature unitarie, avverte che dal­l'unità italiana si voleva tutto il bene e non il male e confessa di comprendere da un lato che a il Governo non può far tutto e dall'altro che si debbano e possano agevolare le trasformazioni che subisce la città: procurare le strade e la sicurezza pubblica .
Molto opportunamente la Da Passano ripubblica nell'appendice gli opuscoli, rinvenuti tra le carte della biblioteca della Camera: essi in parte costituiscono le memorie presen­tate alla Commissione e nel loro insieme servono ad una descrizione fedele del clima storico, in cui si svolsero i lavori e degli ambienti, che più direttamente o più responsabil­mente vissero gli eventi.
VINCENZO G. PACIFICI
6) L. FRANCHETTI, Le condizioni politiche ed amministrative della Sicilia, in L. FBANCHETTI - S. SONNINO, Inchiesta in Sicilia, voi. I, Firenze, ed. 1974, p. 11.
7> Discorsi parlamentari di Francesco Crispi pubblicati per deliberazione della Ca­mera dei Deputati, voi. I, Roma, 1915, p. 75.
8> Ibidem,