Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; UNIFICAZIONE EUROPEA PROGETTO
anno <1982>   pagina <157>
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Garibaldi e l'Europa
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europea della Restaurazione, dal nizzardo recepita soprattutto nella sua forma francese. Questa rigorosa coerenza, a sua volta, non è ostinata fissazione su ideali impossibili a realizzarsi, bensì sa conciliarsi assai spesso non solo con quella flessibilità alla realtà esterna che gli permette di riportare i successi che prima di essere militari sono politici, ma anche con un costante sforzo di com­prensione e di valutazione della situazione esistente e dei suoi dati di fondo che gli consente di regolare il suo giudizio e la sua azione alle possibilità effet­tuali. Solo se si tiene presente questa coerenza di fondo è possibile collocare nella sua giusta luce e comprendere nelle sue reali dimensioni quell'internazio­nalismo che, lungi dal costituire una deviazione dal percorso ideale del niz­zardo, ne costituisce pertanto il filo rosso che percorre la sua vita. È questa per­manente fedeltà ai motivi ideali della sua giovinezza che consente oggi di valu­tare nella sua giusta portata la tormentata questione della sua tarda adesione alTInternazionale di Londra attorno al 1870. Essa ha scarsa importanza se la si considera nei suoi elementi esternamente contenutistici, in quanto neppure Ga­ribaldi attribuisce valore storico alla lotta di classe di Bakunin e Marx, ma ha significato in quanto rappresenta il segno della sua costante fedeltà agli ideali universalistici ed umanitari della sua giovinezza. 3> È su questo punto che il con­trasto, sempre più aspro, con il Mazzini perde quel tanto di personalistico che conserva a partire dalla difesa di Roma del 1849 per acquistare invece un carat­tere più generale e storicamente più interessante.
Gli scrìtti e le testimonianze di e su Garibaldi documentano con evidenza il fatto che il lungo parallelismo del suo pensiero e della sua azione con quelli di Mazzini derivano dall'attingere alle medesime fonti, che sono poi quelle del pensiero rivoluzionario europeo dell'età della Restaurazione, quando questo si presenta come canone generale di interpretazione e di cambiamento non già di una singola nazione, bensì dell'intera umanità. Questi scritti e queste testimo­nianze concordano anche nell'in dicare con altrettanta evidenza come il nizzardo abbia assorbito tale pensiero rivoluzionario qualche mese prima del suo incontro con il Mazzini. Per la precisione, il giovane Garibaldi ha incontrato il pensiero rivoluzionario nella forma allora largamente più diffusa nella cultura europea della Restaurazione, cioè nel sansimonismo o meglio nella particolare osmosi dei motivi tecnocratici ed organicistici del Saint-Simon con quelli mistici e crisVaneggianti del secondo Lamennais. Infatti il giovane nizzardo, che compie la spola di cabotaggio tra i porti mediterranei, nel 1833 ha la ventura di traspor­tare nell'esilio di Costantinopoli un gruppo di tredici sansimoniani, tra cui uno stretto collaboratore dell'Enfant in. Pierre-Ange-Emile Barrault, il quale, nella lunga traversata tra Marsiglia e la capitale turca tra il marzo e l'aprile 1833, ha la possibilità di istruire l'allievo sugli ideali e perfino sui segreti del sansimo
3) SDÌ rapporti tra Garibaldi e l'Internazionale di Londra, si veda: L. VALI ANI, Storia del movimento socialista, I, L'epoca della Prima Internazionale, Firenze, La Nuova Italia, 1951, p. 208 e segg.; À. ROMANO, Storia del movimento socialista in Italia, tre VOUM Milano, Bocca, 1954-1956, in particolare voi. II, La svolta decisiva dell'Italia gari­baldina, pp 127-150; F. DELLA PERUTA, Democrazia e socialismo nel Risorgimento. Saggi e ricerche, Roma, Editori Riuniti, 1965, passim, ma in particolare pp. 157-246 (I demo­cratici italiani, i democratici tedeschi e l'unità d'Italia, 1859-1861) e pp. 285-388 (H socia­lismo italiano dall'anarchismo alla democrazia, 1875-1882). Per un'esauriente informa­zione bibliografica sull'argomento, cr. A. P. CAMPANELLA, Giuseppe Garibaldi e la tradì? sione garibaldina. Una bibliografia dal 1807 al 1970, due voli.,. Ginevra, Comitato del-Plstltuto internazionale di studi garibaldini, 1971, pp. 843-852.