Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; UNIFICAZIONE EUROPEA PROGETTO
anno
<
1982
>
pagina
<
158
>
158
Danilo Vetieruso
nismo. Vasti orizzonti si aprono allora al giovane marittimo, che dei fermenti ideali, politici e sociali del suo tempo aveva avuto fino allora vago sentore. Ripensando, a distanza di anni, agli entusiasmi suscitati da quei colloqui, Garibaldi ne individua il valore soprattutto nell'ampliamento dei confini, ancora un po' angusti, del suo patriottismo e nell'impegno morale di mettersi a servizio del prossimo oppresso. Dalle parole ispirate dal Barrault emerge la figura del-l' eroe > alla quale resterà fedele per tutta la vita:
L'apostolato dapprima mi dimostrò che l'uomo che difende la sua patria ma che attacca la patria degli altri non è che un soldato, pio nella prima ipotesi, ingiusto nella seconda; ma l'uomo che, facendosi cosmopolita, adotta la seconda per patria, e va ad offrire la sua spada ed il suo sangue ad ogni popolo che lotta contro la tirannide, è più di un soldato, è un eroe.
Se si colloca questa figura dell'eroe nel clima culturale, politico e sociale della Restaurazione, si vede chiaramente come essa non sia che la trasposizione in termini laici dell'ecclesiastica figura del santo in un processo generale di appropriazione del patrimonio teologico cristiano e della traduzione dell'immagine trascendente del regno di Dio nella sua realizzazione immanente nella terra, dove la salvezza si identifica con la liberazione e la comunione dei santi si traduce nella solidarietà verso gli oppressi che chiedono aiuto da ogni parte del mondo. Anche se tale fermento culturale suole comunemente essere definito come sansimonismo, si tratta invece di un fenomeno assai più complesso, di un blocco storico e ideologico dove all'originario nucleo tecnocratico ed orga-nicistico del Saint-Simon si associa presto, in stretta compenetrazione, l'ispirazione neocristiana, fortemente caratterizzata in senso misticheggiante, del secondo Lamennais, che pensa come chiesa, la vera chiesa di Cristo, l'umanità unita nella solidarietà contro ogni oppressore e nella fraternità. Questo blocco storico, profondamente assimilato dal giovane Garibaldi, è portato pertanto a privilegiare il momento cosmopolitico, universale, rispetto a quello particolare, cioè ai singoli momenti in cui tale processo generale si incanala e si spezzetta. È chiaro quindi che l'avvio originario e qualificante è dato dall'impulso alla liberazione da una parte e alla costruzione di una nuova umanità dall'altra, cioè da un motivo cosmopolitico, dove l'umanità è concepita come il campo d'azione del nuovo santo, l'eroe. Ma è altrettanto chiaro che, nell'età della Restaurazione,
*) Nella prima edizione delle sue Memorie, Garibaldi annota che i colloqui del Barrault non sono stati senza influenza sulle mie idee e aggiunge che le teorie cosmopolitiche del sansimonismo tolsero l'unilateralità del mio patriottismo e diressero il mio sguardo dal nazionalismo all'umanità (cr. G. GUERZONI, Garibaldi, I, Firenze, Barbera, 1882, p. 31). Nell'edizione curata da Alexandre Dumas senior Garibaldi annota che durante quelle nitide notti noi discutemmo non solo le anguste questioni di nazionalità nelle quali s'era allora serrato il mio patriottismo, ma anche le grandi questioni dell'umanità : cfr. G. GARIBALDI, Mémoires, traduits sur le manuscript originai par A. DUMAS, due voli., Parigi, Lévy, 1860: voi* 1, pp. 11-12. Sul problema delle origini intellettuali di Garibaldi, cfr. P. FORTINI, Giuseppe Garibaldi marinaio mercantile. Pagine di storia marinara, Roma, Editrice Tecnografica di Carlo Corvo, 1950, pp. 27-30; 1. MONTANELLI - M. NOZZA, Gari-baldi, Milano, Rizzoli, 1962, pp. 38-39; D. MACK SMITH, Garibaldi., una grande vita in breve, Bari, Laterza, 1973, pp. 11-12; J. RIDLBY, Garibaldi, Milano, Mondadori, 1975, pp. 31-43.
5) Per il discorso da noi intrapreso, si veda soprattutto A. GALANTE GARRONE, Filippo Buonarroti e i rivoluzionari dell'Ottocento (1828-1837), Torino, Einaudi, 1951.