Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; UNIFICAZIONE EUROPEA PROGETTO
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1982
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Danilo Veneruso
quasi conterraneo e marittimo egli pure, l'onegliese Giovanni Battista Cuneo), incontra Mazzini, per il quale organizza, nel gennaio-febbraio 1834, la fallita sollevazione della Liguria. Fuggito in tempo per evitare la forca, Garibaldi raggiunge dalla Francia FAmerica Latina, dove comincia a realizzare, nella sua caratteristica compenetrazione tra pensiero ed azione, l'ideale dell'eroe sansi-moniano, partecipando prima e guidando poi le lotte per la completa liberazione di quei popoli da poco usciti dalla dominazione coloniale spagnola ed ancora in cerca di un loro stabile equilibrio. L'esilio sudamericano non gli fa però dimenticare che l'epicentro delle lotte di liberazione è l'Europa, il vecchio continente dove si giocano i destini dell'umanità. All'Europa, e particolarmente all'Italia va costantemente il pensiero dell'esule, come dimostra un programma della Giovine Italia pubblicato a Rio de Janeiro.6J
Durante l'esperienza sudamericana, Garibaldi, assieme alle sue doti di condottiero delle guerre di popolo, rivela già in misura eminente le caratteristiche che gli aprono la via di un'immensa e non ripetuta popolarità in tutto il mondo : la forza e il rigore morale di mantenersi fedele all'ispirazione ideale della sua giovinezza, ampliandola ed articolandola con ricche ed esaltanti esperienze, ma senza deformarla, deviarla, lontano da quegli accomodamenti e compromessi che di solito offuscano, con l'andar degli anni, anche le carriere più intemerate; il non comune istinto di discernere senza esitazioni e senza fallo le cause storicamente giuste da quelle sbagliate; il dono di entrare in sintonia con le masse di tutto il mondo. Sa anche essere dotato, quando vuole, di realismo e specialmente di senso dell'opportunità storica, che gli fanno sentire la maturità storica delle cause. La sua notissima insofferenza nei confronti delle soluzioni diplomatiche7 non gli impedisce di puntare su forze concrete e reali, anche se
6> Il rarissimo testo è riportato in A. Luzio, Garibaldi, Cavour, Verdi. Nuova serie di studi e ricerche sulla Storia del Risorgimento, Torino, Fratelli Bocca Editori, 1924, pp. 31-34. Il manifesto, intestato al motto Libertà - Eguaglianza - Umanità, suona così: u Oggimai vicina è l'epoca nella quale l'Italia sorgerà terribilmente minacciosa contro i suoi tiranni... I suoi giovani figli si affratellano in questo intento sublime e, scienti che tutti i popoli d'Europa, ad onta di certe ingannevoli forme di libertà, sono oggi schiavi, la gioventù italiana mandò ad essi un grido potente di redenzione: quel grido echeggiò per tutta Europa, fu plaudito dai generosi di ogni paese, e la gioventù dell'eroica ed infelicissima Polonia, la gioventù della divisa e oppressa Germania, la gioventù della valorosa, ma asservita ed ingannata Svizzera, la gioventù della Francia vilipesa da Luigi Filippo, s'unirono d'unanime accordo all'italiana gioventù... Quell'unanime consenso dei popoli i più inciviliti d'Europa è una inaudita e tremenda alleanza degli oppressi contro gli oppressori, che aspira a riunire tutti i popoli nel medesimo alto concetto di rigenerazione e promette altre sorti all'umana razza. A noi italiani attenenti a quella magnanima associazione ci incombe predicare le nostre dottrine a tutti gli uomini e particolarmente ai nostri conterranei, in qualunque parte del mondo ci troviamo, onde si unischino a noi nel grande pensiero della fratellanza nostra. L'associazione è l'efficace mezzo che Iddio preserva ad ogni nazione oppressa onde possa emanciparsi... Il medesimo invito di sottoscrizione al nostro periodico lo facciamo agli uomini di tutte lo classi: la nostra causa è quella dell'umanità: i sensi nostri son caldi d'odio per gli oppressori, di carità per gli oppressi; Io scopo nostro è la riforma della società .
7) Nell'indirizzo al popolo di Sheffield (G. B.) del 13 luglio 1860 (cfr. G. GAHI-BAi.ni, Scrìtti e discorsi politici e militarli a cura della Reale Commissione, / (1838-1861), Bologna, Cappelli, 1934, pp. 274-275), Garibaldi raccomanda agli inglesi: Non permettete l'intervento della diplomazia, e l'Italia sarà degli italiani . Rivolgendosi a alle genti slave sotto la dominazione austriaca ed ottomana il 16 luglio 1862, alla vigilia delllmpresa di Roma, il nizzardo le invita a non dare ascolto alle mendaci promesse