Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; UNIFICAZIONE EUROPEA PROGETTO
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1982
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161
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Garibaldi e l'Europa 161
non completamente collimanti con le sue preferenze personali: la fiducia in Vittorio Emanuele per la causa italiana e nella monarchica Inghilterra per l'unità europea e per il disarmo mondiale ne sono la prova. La sua rigorosa coerenza e la forte coscienza di incarnare l'ideale sansimoniano dell' eroe gli consentono inoltre di superare le legittime e naturali sollecitazioni delle ambizioni personali, in quanto riesce o si sforza sempre di seguire i connotati di nn disegno politico più generale al di là e al di fuori delle persone che lo incarnano. 8) Questa capacità gli permetterà di sposare, con la spada o con il sostegno politico, la causa degli oppressi di tutti i paesi, in modo cosi spontaneo e naturale da non trovarsi mai straniero in nessun paese.9
Dopo le esperienze politiche e militari dell'America Latina che lo rivelano al mondo. Garibaldi torna in Italia nel 1848 per mettersi al servizio di quel pontificato con cui si riappacifica perché, ai suoi occhi, è riconciliato con i popoli che aveva da lungo tempo tradito. Anche Pio IX, in dimensioni ecumeniche, sembra incarnare la figura dell'eroe sansimoniano-lamennesiano, del Santo di Dio che libera da qualsiasi oppressione l'umanità realizzando l'unità tra Chiesa e popoli per confondere e rovesciare i superbi potenti. L'entusiasmo di Garibaldi per Pio IX non supera la barriera dell'allocuzione pontificia del 29 aprile 1848, che segna il distacco tra il papa e gli sviluppi più avanzati del movimento nazionale. La delusione sofferta in quell'occasione apre di nuovo l'antico baratro con il pontificato: l'insofferenza e l'ostilità si accresceranno con gli anni fino a raggiungere i vertici dell'ossessione e dell'odio. Per tutta la sua vita, il nizzardo continuerà a apostrofare con estrema violenza il sommo sacerdote nemico dell'umanità: come di solito avviene in questi casi, al distacco politico si accompagna l'accentuazione dell'apostasia religiosa, per cui il Dio in
della diplomazia... Fidate soltanto nel vostro valore (Ivi, II (1862-1867), Bologna, Cappelli, 1935, pp. 124-125). Lo stesso invito di snobbare le intemperanze dei ministeri per stringersi viceversa ce ai popoli oppressi che vi circondano viene rivolto il 2 dicembre 1862 ai patrioti ungheresi di Pest {Ivi, pp. 165-166). La diplomazia dell'anima , caratterizzata dal e mutuo soccorso e dall'oc amore del prossimo viene contrapposta alla e diplomazia del ventre , caratterizzata a sua volta da bombe, baionette, corazze e dall'allontanamento della a gioventù scelta dall'a agricoltura, le scienze, per farne istru-mento di servitù dentro e fuori, e far servire il patrimonio del popolo ad assoldare mercenari , in un indirizzo rivolto alla democrazia spagnola il 1 maggio 1863 (Ivi, pp. 194-195). E nelle meditazioni raccolte in appendice al HI volume degli Scritti e discorsi poli-tiri e militari Garibaldi rivolgeva ce una parola all'orecchio della diplomazia per deplorare la politica di salvataggio dei due decrepiti ed anacronistici imperi dell'Austria e della Turchia in nome della teoria deH'ecruilibrio europeo (Ivi, III (1868-1882), Bologna, Cappelli, 1937, p. 329 e segg.: Ricordi e pensieri).
8) Cfr. per esempio le parole da lui pronunciate a Napoli il 31 ottobre 1860 in occasione di una cerimonia religiosa dei garibaldini ungheresi: ne II cancro, la rovina d'Italia nostra furono sempre le ambizioni personali e ancora lo sono : cfr. A. BIZZONI, Garibaldi nella sua epopea. Il (1849-1863), Milano, Sonsogno, s.d., pp. 391-492.
9) Così per esempio, rivolgendosi alle donne di Copenhaghen il 13 maggio 1864 e alle società democratiche della Grecia il 10 aprile 1866, alle prime ricorda che, dedito alla causa dei popoli, io non posso distinguere il tedesco dal danese e alle altre che io servirò la causa della Grecia con la stessa devozione di quella del mio paese, e vi considero come fratelli : cfr. G. GARIBALDI, Scritti e discorsi politici e militari, cit., II (1862-8167) Bologna, Cappelli, pp. 234-235 e 269. a Cittadino del mondo è la definizione che in lui ricorre con maggiore frequenza: cfr. G. GUERZONI, Garibaldi, Il (1860-1882), Firenze, Barbera, 1882, p. 587; D. MACK SMITH, op. cit., p. 174; G. SACERDOTE, Vita di Garibaldi, II, Milano, Rizzoli, 1957, p. 752.