Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; UNIFICAZIONE EUROPEA PROGETTO
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1982
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Danilo Veneruso
contrapposta all'assolutismo degli Stati patrimoniali, che l'eroe dei due mondi tempera ed attenua il principio, pur stabilito dal compromesso quarantottesco tra nazionalità e prìncipi,, dell'assoluta sovranità degli Stati, sia pur nazionali Questi infatti devono trovare in se stessi la forza e la fiducia bastevoli a rinunciare alle ingannevoli seduzioni dell'assoluta sovranità fonte di discordia tra i popoli, e a costruire un consorzio che al limite copra tutta la terra e nel frattempo si adoperi con profitto a realizzare l'unità e la fraternità delle genti europee. I6) La concordia politica tra le nazioni, successiva alla distruzione degli ultimi covi della tirannide, permetterà di realizzare quelle conquiste che la democrazia insegue da sempre e dappertutto : l'arbitrato obbligatorio,17) il
zione vergine delle nazioni, custode vigile del Vangelo, organo eletto del progresso umano, armato sempre per combattere a prò dell'oppresso il prepotente... Dalla tua parte sta l'intervento della diplomazia dell'anima, il mutuo soccorso, l'amore del prossimo! ... Ma tu, vangelo delle nazioni, democrazia, avanti! Lascia ronzare i tafani dell'oppressione ... Avanti: tutti i popoli concordi nel tuo patto fraterno marceranno sicuri, attraverso a tutte le diplomazie del mondo, verso la santa meta della loro decisiva emancipazione (cfr. G. GARIBALDI, Scritti, cit., Et, pp. 194-195).
lfi) Quando, tra il 1860 e il 1864, lavora concretamente per gli Stari uniti d'Europa, Garibaldi considera questa nuova, grande e rivoluzionaria formazione politica come non separabile dalla causa dell'oc unità mondiale : si vedano in particolare le considerazioni dell'ultimo decennio della sua vita: ce Esistono nel mondo varie unità che, secondo le aspirazioni generali del progresso, dovrebbero finalmente riuscire ad un'unità mondiale. Lasciamo nel dominio del passato l'unità latina... Oggi vi sono altre unità che la contrastano e colle quali non sarebbe facile di amalgamarla. Per esempio, l'unità germanica, l'unità slava, l'unità scandinava, l'unità musulmana, eccetera. Siccome l'unità latina, gli errori dei capi del cristianesimo gettano sulla stessa via del passato l'unità cristiana. Circa l'unità religiosa, al di sopra di tutti vi è l'unità in Dio che, ridotti i preti, i ministri, i dervisci alla loro vera espressione di impostori, può convenire universalmente. Il modo più indicato ad una unità mondiale e che più coadiuverebbe all'unità religiosa. Dio!, sarebbe una lingua universale (cfr. G. GARIBALDI, Scritti, cit., UT, pp. 412-415). Anche quando, come vedremo, dopo il 1864 lo stesso Garibaldi considererà tramontato il suo progetto dì unità europea, non per questo perderà valore ai suoi occhi la causa della fraternità e dell'unità dei popoli.
,7> Dal Varignano, Garibaldi scrive, il 28 settembre 1862, alla nazione inglese , proponendo l'istituzione di un congresso mondiale che possa giudicare delle differenze insorte tra le nazioni (cfr. G. GARIBALDI, Scritti, cit., II, pp. 150-153): ed è appunto il congresso mondiale come organo dell'arbitrato obbligatorio che costituisce la parte più qualificante delle proposte di Garibaldi al Congresso della pace di Ginevra nel settembre 1867: a a) Tutte le nazioni sono sorelle; b) la guerra tra loro è impossibile; e) tutte le querele che sorgeranno tra le nazioni dovranno essere giudicate da un congresso; d) i membri del congresso saranno nominati dalle società democratiche dei popoli; e) ciascun popolo avrà diritto di voto al congresso, qualunque sia il numero dei suoi membri; /) il papato, essendo la più nociva delle sette, è dichiarato decaduto; g) la religione di Dio è adottata dal congresso , e ciascuno dei suoi membri si obbliga di propagarla. Intendo per religione di Dio la religione della verità e della ragione; k) supplire al sacerdozio delle rivoluzioni e della ignoranza col sacerdozio della scienza e della intelligenza. La democrazia sola può rimediare al flagello della guerra. Lo schiavo solo ha il diritto di far la guerra al tiranno, è il solo caso in cui la guerra e permessa (ivi, TI, pp. 410-412). L'arbitrato obbligatorio per tutti (salvo che nei riguardi dell'Austria e della Turchia) è sostenuto da Garibaldi in una lettera per gli irredenti di Trento e Trieste del 29 marzo 1874 (cfr. G. GARIBALDI, Epistolario, cit., II, pp. 103-104), e al generale Giuseppe Avezzana del 12 gennaio 1878 (ivi, pp. 219-220).