Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; UNIFICAZIONE EUROPEA PROGETTO
anno <1982>   pagina <169>
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Garibaldi e l'Europa 169
gaggia così una gara di velocità contro il tempo, sfruttando politicamente la sua popolarità mondiale perché, come rileva nell'esordio del memorandum alle potenze sull'unità europea del 23 ottobre 1860, intuisce che, dietro all'apparente successo degli ideali di libertà, di indipendenza e di democrazia sta avvenendo il consolidamento del sistema di potere risultante dal compromesso istituzionale del quarantotto per cui, al di là delle nuove formule politiche liberali e nazio­nali, gli Stati-nazione si reggono più che mai sugli eserciti permanenti e su isti­tuzioni burocratiche sempre più centralizzate. Perché la seconda ondata del 1859-60 rappresenti un contributo alla democratizzazione del vecchio continente occorre quindi riportare il movimento nazionale alle sue origini, stringendo dappresso i governi ed obbligandoli ad una lotta generalizzata contro il passato assolutistico. Ed è per questo che, subito dopo la conclusione della campagna dei Mille, Garibaldi è in attesa di una terza ondata , quella definitiva, che spazzerà via le ultime vestigia della tirannide e soprattutto selezionerà il bene dal male, obbligando gli Stati a compiere con chiarezza la loro scelta di campo. La delusione e l'insegnamento del comportamento di Napoleone HI dopo Villafranca sono stati troppo brucianti e significativi per non ritenere pregiudi­ziale questo urgente appello alle potenze liberali perché, con la ripresa del­l'iniziativa rivoluzionaria, facciano onore alle loro origini storiche e alla loro missione.26 Solo in questa visione complessiva che non solo non è utopistica e
26) L'iniziativa, in tempi lontani assunta dalla Svizzera per combattere la prima devia­zione del papato dalla sacra causa della libertà, è poi passata, secondo Garibaldi, alla Francia nel 1789 e all'Inghilterra dopo il colpo di stato di Luigi Bonaparte nel 1853. Alla Svizzera dunque il primato storico, alla Francia il primato ideologico e all'Inghilterra il primato politico. Cosi, in un indirizzo ai patrioti svizzeri , il 3 agosto 1860 Garibaldi esprime tutta la sua stima e la sua riconoscenza agli ce uomini che custodiscono fedelmente il sacro fuoco della libertà in Europa (cfr. G. GARIBALDI, Scritti, cit., I, p. 282). Un esplicito riconoscimento alla passata iniziativa rivoluzionaria della Svizzera si ritrova nel discorso che Garibaldi tiene a Ginevra, in occasione del Congresso della pace, 1*8 set­tembre 1867 {ivi, II, pp. 608-610): oc Qui i vostri antenati ebbero animo di assalire tra i primi codesta pestilenziale istituzione che si chiama il papato. O voi, cittadini di Ginevra che vibraste i primi colpi alla Roma papale, non è più l'iniziativa che io domando: ma vi domando di compir l'opera dei vostri padri, quando noi recheremo gli ultimi colpi al mostro . Se la Svizzera ha il primato cronologico dell'iniziativa rivoluzionaria, la Francia ha il primato del cuore. È vero che la ragione storica dice che essa l'ha perduta, ma le simpatie del nizzardo vanno tutte alla Francia, non appena scorge, o crede di scorgere qualche segno di resurrezione rivoluzionaria in quel paese: così, quando nel più volte citato memorandum alle potenze del 23 ottobre 1860, si domanda a a chi spetti l'inizia­tiva di questa grande opera , il suo entusiasmo lo spinge subito a rispondere al paese che m*** in avanguardia della rivoluzione , la Francia, anche se il realismo politico lo forza a mettere poi in primo piano l'Inghilterra. E quando poi esplicitamente chiama all'ini­ziativa la nazione inglese nel messaggio più volte citato del 28 settembre 1862, il nizzardo non può esimersi dal levare un inno alla Francia: Chi più gagliardamente affermò quell'iniziativa quanto la Francia dell'89? Essa in quel punto solenne diede al mondo la Dea Ragione, rovesciò nella polve la tirannide, e consacrò tra le nazioni la Hbera fratellanza , anche se non può tacere che, dopo quasi un secolo essa, ridotta a combattere la libertà dei popoli, protegge le tirannidi... . E quando nel discorso di Cronwall del 26 aprile 1864 invoca in modo decisivo l'inizitiva britannica per appoggiare il movimento di unificazione europea, chiede nello stesso tempo di associare a parità il popolo gigante che vive al di là dello stretto di Calais. Il riconoscimento dei meriti rivolu­zionari dell'Inghilterra è insomma di pura convenienza, quello della Francia è di fondo. Con quanta gioia Garibaldi saluta i segni di disfacimento dell'impero bonapartista veden­dovi aperte nuove prospettive per la ripresa dell'iniziativa rivoluzionaria francese in Eu-