Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; UNIFICAZIONE EUROPEA PROGETTO
anno <1982>   pagina <170>
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Danilo Veneruso
divelta dalla realtà, ma è viceversa profondamente ancorata alla situazione del tempo e alle possibilità alternative che essa offre all'azione, si può dunque esat­tamente inquadrare il significato storico della proposta politica che Garibaldi dirige alle potenze liberali d'Europa, soprattutto alla Francia, erede della rivo­luzione delFOttantanove e reduce dal recente, determinante aiuto per la libera­zione d'Italia, e all'Inghilterra, affinché si facciano paladine dell'unificazione politica del vecchio continente in un unico grande Stato federale. Non a caso, questa proposta viene fatta si può dire dal campo di battaglia del Volturno, prima cioè che gli effetti dirompenti della impresa dei Mille si raffreddino e che la crosta dell'ordinaria amministrazione e soprattutto degli interessati inter-
Topa! Così, il 20 aprile 1869, scrive a Victor Hugo che a il risveglio del gran popolo costi­tuisce la speranza del mondo. Quasi dappertutto noi vediamo i poveri servi commuoversi, scuotersi... Ora l'iniziativa dei figli del 1789 è attesa, come nei tempi antichi il Messia... (cfr. G. GARIBALDI, Epistolario, cit., I, p. 338). E, nell'invitare dal suolo francese i patrioti greci a soccorrere quelli francesi, le sue parole, il 14 ottobre 1870, non possono essere più significative: La Francia è in pericolo, la libertà individuale e quella della nazione: la patria dei principi dell'89 è in pericolo, la libertà della nazione che non fu mai sorda alla voce delle altre nazioni è in pericolo (ivi, p. 359). Naturalmente, nulla può essere più gradito a Garibaldi dello spuntare nel cielo di Parigi dell'oc astro repub-bricano (cfr. lettera a Louis Blanc, Edgar Quinet ed altri democratici francesi del 18 febbraio 1872, ivi* II, pp. 32-33), non esclusa la Comune, che tanto timore incute in altri democratici, compreso Mazzini (cfr. lettera ad Achille Bizzoni sempre della primavera del 1872, ivi, II, pp. 44-46). Ed è per questo che, negli ultimi mesi della propria vita, non sa e non può sentirsi avverso alla Francia anche quando essa occupa, sotto il naso dell'Italia, la Tunisia: anzi in quell'occasione, pur amareggiato da quello che egli consi­dera un atto di arbitrio, sa trovare per l'amico, il deputato francese Michard, commosse parole che ribadiscono la profonda consonanza del suo animo con la cultura francese: protestando contro la stessa ipotesi di una guerra italo-francese, Garibaldi afferma vigoro­samente che si dovranno calpestare i nostri cadaveri, prima che si metta ad effetto una mostruosità simile. Un italiano, cittadino francese in Francia, un francese, cittadino ita­liano in Italia, ecco lo scopo che dobbiamo raggiungere. Non più barriere, non più fron­tiere: l'eguaglianza e la fratellanza complete potranno servire di base alla fratellanza umana (cfr. lettera del 3 maggio 1881, ivi, pp. 318-319). Ed è per questo che, dopo la proclamazione della Terza Repubblica, è per lui pietra dello scandalo soprattutto la Repubblica francese: Thiers è il degno successore di Bonaparte, come questo egli lusinga la Francia colla gioire, la rovina con armamenti spropositati e a ciò obbliga il mondo a spropositati e rovinosi armamenti, vero flagello delle nazioni (cfr. Sulla lega della pace, in G. GARIBALDI, Scritti, cit., IH, pp. 547-549). Ecco perché, tutto sommato, la scelta a favore dell'Inghilterra, operata esclusivamente dalla ragione, gli sembra obbligata, anche se preferirebbe puntare le sue carte su altre potenze, più genuinamente repubblicane, anche se il nizzardo concede che una buona monarchia, ben accetta dal popolo, possa essere migliore di una cattiva e spergiura repubblica (cfr. G. GARIBALDI, Memorie. Edizione diplomatica dell'autografo definitivo, a cura di E. NATIIAN, Torino, Società Tipografica Editrice nazio­nale, già Roux e Viarengo, 1907, pp. 1-3). L'iniziativa inglese riveste un carattere emi­nentemente politico: così, nella citata lettera alle potenze per l'unità europea, l'iniziativa e divisa imparzialmente tra Francia e Inghilterra: ce La rivalità che ha sussistito tra la Francia e l'Inghilterra dal XIV secolo fino ai nostri giorni esiste ancora, ma oggi, noi Io costatiamo a gloria del progresso umano, essa è infinitamente meno intensa, di modo che una transazione tra le due più grandi potenze d'Europa non può più essere posta tra i sogni e le utopie degli uomini di cuore Dunque la baso di una Confederazione europea e virtualmente tracciata dalla Francia e dall'Inghilterra. Che la Francia e l'Inghilterra si stendano francamente e lealmente la mano e tutte le altre nazioni le seguiranno. Anche nell'appello alla r nazione inglese del 28 settembre 1862 ringhiltrra viene invitata ad associare a sé la Francia, ma la bilancia è ormai spostata dalla parte dell'Inghilterra: