Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; UNIFICAZIONE EUROPEA PROGETTO
anno <1982>   pagina <176>
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Danilo Veneruso
meridionale (luglio 1863), ai popoli rutti d'Europa (15 febbraio 1863). W La funzione di questi interventi è di promuovere e rafforzare la coscienza della comune civiltà europea. Garibaldi non ignora tuttavia ohe il suo progetto incontra pericoli gravissimi: teme in particolare cbe gli Stati, anche quelli sorti dai movimenti nazionali, impediscano con la mala arte della diplomazia l'av­vento della terza ondata , quella definitiva: i popoli, dice all'amico Augusto Vecchi in visita a Caprera nel gennaio 1862, non possono essere menati a lungo da una passione negativa: coll'andar del tempo possono stancarsi e il loro en­tusiasmo può raffreddarsi e poi esaurirsi. Avvedutosi dell'ostruzionismo delle cancellerie, e accortosi in particolare che la Francia di Napoleone IH non è affatto recuperabile a questa operazione Garibaldi ora, rinunciando al primitivo disegno del direttorio, in parità assoluta, di Francia e Inghilterra, punta tutto sull'Inghilterra. Così, l'eroe dei due mondi, confinato nel temporaneo esilio del Varignano, toccato dalle numerose attestazioni di simpatia che gli provengono da quell'isola, il 28 settembre 1862 si rivolge direttamente alla nazione in­glese invitandola ad assumere, avendo la Francia in subordine, l'iniziativa rivoluzionaria per spazzar via le ultime vestigia della tirannide, liberare i popoli, abolire gli eserciti permanenti e promuovere l'unità europea.49 Il 4 febbraio 1863, cogliendo a pretesto la generale emozione suscitata dalla repressione del-
* ce Gli uomini nella sventura son tutti fratelli, e la causa dei popoli oppressi è una sola. Uniamoci dunque, e la nostra voce suoni potente a scuotere i troni di tutti i despoti. Ormai non si tratta di conquistare circoscritte nazionalità. No, è tempo che tutti i popoli scendano in campo pella santa causa della libertà universale (ivi, II, pp. 203-204).
*7) ce Tutti i popoli hanno il dovere di aiutare questa infelice nazione dice a pro­posito della Polonia l'eroe dei due mondi . Oggi sono i popoli liberi che devono mettere l'ordine nel mondo, turbato dalle velleità moribonde del dispotismo (ivi, II, pp. 184-185).
I popoli non possono essere menati a lungo da una passione negativa. L'indi­pendenza è sovrano bene quanto la libertà... Io non amo la guerra. Furono le lacrime degli oppressi che mi posero la spada nel pugno... Ma è per evitare la guerra che io chiedeva al governo l'armamento della nazione. La diplomazia sentirebbe ben altro rispetto per noi (cfr. G. GARIBALDI, Scrìtti, cit., II, pp. 3-5).
49) Tu meriti la gratitudine del mondo. Chiama la nazione francese a cooperatri­ce tua. Ambe siete degne di marciare, dandovi la mano, all'avanguardia dell'incivilimento umano. Ma chiamala. In tutti i tuoi meetings risuoni la parola di concordia delle due glandi sorelle ... Dille che le conquiste sono un'aberrazione del secolo ... E perché dovremmo -noi conquidere la terra altrui, quando tutti dobbiamo essere fratelli? Chiama, e subito, i forti figli dell'Elvezia. Chiama la grande Repubblica americana. Essa è finalmente tua figlia, sorta dal tuo grembo. Chiama a te quanti popoli hanno libero il volere e non tar­dare un solo giorno! La iniziativa che ti appartiene oggi potrebbe non essere più tua do­mani. Che Iddio non permetta questo! Chi più gagliardamente afferrò quell'iniziativa quanto la Francia dell'89? Essa in quel punto solenne diede al mondo la Dea Ragione, rovesciò nella polve la tirannide, e consacrò tra le nazioni la libera fratellanza. Dopo quasi un secolo essa, ridotta a combattere la libertà dei popoli, protegge le tirannidi... Sorgi dunque o Bri fannia! e non perder tempo. Sorgi colla fronte alta e addita alle nazioni la via da percorrere. Non più guerre possibili ove un congresso mondiale possa giudicare delle differenze insorte tra le nazioni! Non più eserciti stanziali con cui la libertà è impossibile. Che bombe! Che corazze! Vanghe e macchine da falciare 1 Ed i miliardi sprecati in apparati di distruzione vengano impiegati a fomentare le industrie e a dominare le miserie umane. Comincia, o popolo inglese, per amor di Dio, comincia la grande era del patto umano e benefica le presenti generazioni con tanto dono. Oltre la Svizzera, il Belgio etc. ohe aderi­ranno subito al tuo invito, tu vedrai gli altri stati, spinti dal senno delle popolazioni, accorrere all'amplesso tuo per aggregarsi. Sia Londra per ora sede del congresso, ohe sarà scelta susseguentemente con mutuo intendimento e convenienza (ivi, II, pp. 150-153).