Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; VOLONTARIATO
anno
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1982
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pagina
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399
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GARIBALDI E IL VOLONTARIATO ITALIANO NEL RISORGIMENTO *5
Il centenario della morte di Garibaldi costituisce occasione di un ripensamento critico non solo del personaggio, ma anche di un'intera esperienza poli-tico-militare che, pur con lodevoli eccezioni, non sembra ancora 6tata né adeguatamente studiata sotto il profilo storiografico né correttamente valutata dal pensiero militare.
Generalmente, nella letteratura storico-militare che lo riguarda, se si prescinde dalla convenzionale mitizzazione agiografica, ha predominato un giudizio tecnico sostanzialmente negativo sul quale ha senza dubbio pesato l'eredità del contrasto politico e istituzionale esistente nel Risorgimento fra moderati e democratici, fra esercito regolare e volontari, fra guerra regia e guerra di popolo.
È dunque anzitutto un problema di storia critica della storiografia militare del e sul Risorgimento, e in particolare su Garibaldi e sul ruolo dei volontari, quello che si rende necessario affrontare preliminarmente. L'intonazione generale dei primi contributi in materia fu quella comune a tutta la storiografìa celebrativa (quella che Nietzsche chiamava storia monumentale ), anteriore alla svolta segnata da Croce, Gramsci ed Omodeo. Sotto il profilo che qui maggiormente ci interessa, l'idea che le vicende politico-militari del Risorgimento dovessero avere come esito la costituzione di uno Stato unitario fortemente centralizzato, concepito come estensione delle strutture sabaude all'intera nazione, non veniva neppure esplicitata, tanto essa appariva ovvia e scontata.
Il taglio degli studi storico-militari sul Risorgimento era, e continuò ad esserlo a lungo, essenzialmente il medesimo che ispirava la soluzione albertina del rapporto fra istituzioni civili e militari: la decisa scelta, cioè, di quell'ideologia delT apoliticismo dell'esercito (come parte di un più generale apoliti-cismo > delle istituzioni pubbliche e della pubblica amministrazione), che Gramsci avrebbe più tardi analizzato in brevi ma dense annotazioni.w
In che misura il salto di qualità compiuto successivamente dalla storiografia sul Risorgimento si è riflesso sulla storiografìa relativa ai suoi aspetti propriamente militari? Non è certo compito di questo saggio tentare un bilancio complessivo. Certo, se si considerano gli studi storico-militari su Garibaldi e il volontariato anteriori alla pubblicazione della fondamentale Storia militare del Risorgimento di Piero Pieri (1961), ci si rende subito conto della distanza che li separa più o meno tutti da quest'ultima. In particolare, in occasione del cinquantenario della morte di Garibaldi, l'Ufficio Storico dello SM dell'Esercito dedicò alla sua figura di condottiero un volume collettivo, con contributi di storici militari del calibro di Amedeo Tosti e di Pietro Maravigna, articolato secondo l'ottica delle campagne militari condotte dal generale:
*> Rielaborazione di a Garibaldi fra guerra di popolo e guerra regia nell'Italia del Risorgimento , in Rivista della Guardia di Finanza, 4/1982.
l) ANTONIO GRAMSCI, Quaderni, Passato e Presente, Torino, Einaudi, 1954, p. 23 ( esercizio nazionale e apoliticità ).