Rassegna storica del Risorgimento

GARIBALDI GIUSEPPE; VOLONTARIATO
anno <1982>   pagina <400>
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Carlo Jean
quelle d'America, le sei del Risorgimento (1848, 1849, 1859, 1860, 1866 e 1867) e quella di Francia (1870-1871). 2>
Nella premessa all'edizione del 1932 gli Autori del volume avvertono che quella raccolta di monografie storico-militari non voleva certamente essere una storia militare particolareggiata e documentata della lunga e gloriosa epopea militare dell'Eroe, per la quale sarebbero occorsi molti volumi e copiose citazioni e riproduzioni di documenti. Ciò avrebbe, secondo gli Autori, mutato il carattere e il significato del libro .
È facile comprendere, benché nella premessa ciò non venga specificato, che il carattere e il significato del libro dei militari professionisti dedicato all'arte militare dell'autodidatta geniale è quello di celebrare da un lato la sin­golarità di questo fenomeno, e dall'altro lato di ridimensionarlo, mostrando in quale larga misura i suoi successi dipendessero da fattori estranei alla sfera militare propriamente intesa.
Invano si cercherebbe in quest'opera un cenno per quanto su di essa incomba comunque, anche se censurato attraverso l'atteggiamento tecnico , il problema politico di Garibaldi a quegli aspetti delle campagne e del pensiero militare di Garibaldi e del volontarismo italiano sui quali si sarebbe più tardi concentrata l'attenzione della storiografìa sul Risorgimento: come, per citare a caso, i contrasti fra Garibaldi, Pisacane, Mazzini e gli altri teorici e protagonisti militari e politici del Risorgimento; o il problema politico-militare dell'insurrezione, della guerriglia e dell'ordinamento dei corpi e degli eserciti repubblicani e volontari; o quello della tensione fra programma politico rivo­luzionario ed effettivo ruolo svolto dalle forze garibaldine (si pensi, ad esempio, al loro impiego nelle Due Sicilie in azioni antibrigantaggio e alla dissoluzione dell'esercito meridionale dopo Teano).
Il libro su Garibaldi, scritto cinquant'anni fa da storici in uniforme, rien­trava dunque nella metodologia consolidata della storia militare concepita come integrante della formazione tecnico-professionale degli ufficiali, che con­tribuiva non poco ad un loro indiretto indottrinamento ideologico, utilizzando retoricamente pretesi insegnamenti della storia per sanzionare le scelte ed i pregiudizi, cioè, in sostanza, le ideologie del presente.
Ma la radicale obsolescenza di questa storia militare di fronte all'inva­sione del proprio tradizionale terreno di esercitazione retorica da parte delle più agguerrite metodologie di ricerca storiografica elaborate nel quadro del-VhUtoire non-evénem enti elle (dalla storia sociale a quella delle istituzioni e delle idee), non è stata finora sufficientemente compensata malgrado il deci­sivo salto di qualità compiuto in questi anni dalle pubblicazioni curate dagli uffici storici dei vari eserciti da un sostanziale aggiornamento della com­ponente * storica del pensiero militare. Aggiornamento peraltro contrastato dall'espansione, nel campo strategico, di approcci di tipo analitico e sociologico.
nn problema di vaste dimensioni e di grande complessità quello che ho qui evocato. Ma si avverte l'esigenza che la necessaria storicizzazione della storia militare non si traduca in definitiva in una espulsione di quest'ultima dalla cultura professionale militare e dal pensiero politico-strategico. La storia
2) H volume è stato ristampato nei 1982 dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito con il titolo ecZf Generale Giuseppe Garibaldi . I contributi sono, nel­l'ordine, quelli del geo. Francesco Saverio Grazioli, del gen. Giulio Del Bono, del magg. Amedeo Tosti, del gen. Carlo Rocco, del gen. Rodolfo Corselli, del col. Gustavo Reisoli, del gen. Pompilio Schiarini, del gen. Luigi Cicconetti e del gen. Pietro Maravigna.