Rassegna storica del Risorgimento
GARIBALDI GIUSEPPE; VOLONTARIATO
anno
<
1982
>
pagina
<
401
>
Garibaldi e il volontariato 401
militare non deve ridursi esclusivamente ad uno dei molti filoni di ricerca della storiografia moderna e contemporanea, nei confronti della quale, d'altronde, deve ancora legittimare in modo veramente persuasivo la propria pretesa di specializzazione, elaborando metodologie particolari che la pongano al livello . tre e Piu antiche storie specializzate, come la storia economica o la storia del diritto.
Certo è difficile liberarsi dai pesantissimi condizionamenti dell'ancora non completamente superata tendenza all'utilizzazione retorica dell'* esempio sto-rico nelle argomentazioni relative alle questioni militari. Ma non si può sfuggire a questo pericolo semplicemente facendo a meno della dimensione storica del pensiero militare. Si rischia in tal modo di trovarsi senza alcuna difesa critica nei confronti del proprio stesso strumentario concettuale, di ripercorrere del tutto ingenuamente itinerari logici già superati e di continuare ad essere del tutto inconsapevolmente vittime di pregiudizi consolidati. H pensiero militare occidentale e nazionale ha invece bisogno di compiere un decisivo salto di qualità, purificandosi anzitutto dal dogmatismo definitorio e da troppo facili schematizzazioni. Per far ciò non c'è nulla di meglio che cominciare a studiare storicamente se stessi, a interrogarsi sulle proprie complesse radici, e sul significato, l'origine, le concrete ragioni (a volte molto lontane da quelle supposte e dalle razionalizzazioni successive) anche del proprio vocabolario tecnico. Le espressioni e i concetti che vengono adoperati in questo saggio, sono tutti nati sul concreto terreno dello scontro e dell'incontro fra tendenze politiche e interessi sociali diversi, e non nell'atmosfera rarefatta di un'inesistente oggettività scientifica del pensiero militare.
* * *
Nel corso del Risorgimento si sviluppò in Italia il fenomeno del volontariato. Dopo la difesa e la ritirata da Roma nel 1849 esso prese come proprio punto di riferimento Garibaldi e, successivamente, dette vita al garibaldi-nismo , movimento che marcò profondamente varie fasi della vita nazionale. Si trattava di un mondo generoso e spesso estemporaneo, animato da principi liberatori e nazionali, educato dall'incessante opera di propaganda delle varie correnti del movimento democratico e mazziniano.
Il volontariato nazionale va distinto da quello collegato ad antiche tradizioni locali di costituzione di milizie cittadine destinate soprattutto al mantenimento dell'ordine pubblico, anche se spesso, come nel 1848, specie nel Veneto, o nel 1860, nel Meridione, tali milizie volontarie dettero un cospicuo apporto al processo di unificazione nazionale. Il volontariato nazionale faceva presa soprattutto al nord nella media e piccola borghesia e nei settori più avanzati dell'artigianato e del proletariato urbano protagonisti delle insurrezioni di Milano del 1848 e del 1853. H volontariato risorgimentale trovò negli esuli dei falliti moti del 1820-21 e 1831 quadri valorosi, preparati e sperimentati. L'emigrazione politica aveva consentito la formazione di basi rivoluzionarie all'estero, da cui gli esuli si tenevano in contatto con i vari gruppi rivoluzionari esistenti in Italia, partecipando spesso in modo molto attivo, come avvenne in Spagna, Belgio, Polonia, Ungheria, Grecia e in vari Stati dell'America Latina, ai moti di liberazione delle altre nazionalità.
Con lo scoppio della prima guerra di indipendenza, molti esuli offrirono i loro servigi al governo piemontese, trasformando il loro primitivo orienta-
*