Rassegna storica del Risorgimento

MOVIMENTO CATTOLICO PARMA 1861-1866; PARMA STORIA 1861-1866
anno <1982>   pagina <425>
immagine non disponibile

Clero e società civile a Parma
425
monio civile, presenze di retrogradi ovunque, e più spesso nelle campagne. Inizia l'inventario dei beni dei Padri Benedettini di S. Giovanni, accusati di vendita di beni di cui sarebbero solo usufruttuari, e dei Fratelli della Dottrina Cristiana, dei seminari di Berceto e di Bedonia, di confraternite laicali rette ed amministrate dalle rispettive opere parroccbiali. 15>
Cantimorri, a Roma, vive frattanto in un ambiente che rafforza le sue ferme convinzioni. La sua assenza perdura, ed a partire dal maggio 1861 inizia una corrispondenza col deputato parmense Piroli, il quale assicura il prelato che il governo è deciso a far rispettare il Vescovo contro tutto e contro tutti purché rientri in sede. Il Patriota, foglio violentemente anticlericale, è un gior­nale senza credito ma che pure dà pascolo alle malignità . È necessario nor­malizzare la situazione a dispetto di due o tre preti che godono dell'assenza del Superiore. Mentre il discorso è avviato, nella ricorrenza della festa dello statuto i canonici della cattedrale di Parma celebrano una Messa. Cantimorri invia da Roma una durissima lettera al decano e ai canonici il 16 giugno: Con mio alto rammarico ho appreso da giornali che Parma pure sia stata una delle poche città, le quali nulla ostanti le decisioni della S. Sede hanno cele­brato con solenne rito religioso nella Chiesa principale la festa civile ordinata dal Regno d'Italia esordisce il vescovo. E afferma che persino alcuni deputati hanno riconosciuto la sconvenienza di invitare il clero a celebrare con rito religioso lo spogliamento della S. Sede, non che il conculcamene dei principi di giustizia e di ordine sociale proclamato in faccia a tutto il mondo dal Sommo Pontefice . Persino a Torino dice Cantimorri si sono rifiutati.
Ciò provoca amarezza al Papa e al vescovo, che, pur assente, è vicino nello spirito e li ama sinceramente. Il capitolo di Parma non ha compiuto il suo dovere soltanto una metà non ha preso parte alla riprovata funzione e merita disapprovazione e biasimo. Il tacere mi renderebbe reo non meno davanti agli nomini che davanti a Dio, ed io avrei a sentire ora i rimproveri della mia coscienza, e poscia quello del divin giudice... . Pochi traviati illusi mostrano sentimenti difformi da quelli del Vicario di Gesù Cristo. Occorre comprendere che la vostra debolezza accresce o f orma il corraggio {sic) degli avversatori della Chiesa e del clero, e che più noi ci mostreremo deboli e condiscendenti contro il nostro dovere e la nostra coscienza più saremo cal­pestati e disprezzati, che infine non si può servire due padroni . 16> Con Ta­magni, hanno celebrato i canonici Frati, B azzini, Gianelli.17)
J5> A.S.P., pacco 4. Rapporto del sottoprefetto di Borgo S. Donnino, 26 maggio 1860; sul denaro di S. Pietro, ibidem, nota del sottoprefetto di Borgotaro, 3 maggio 1861; sulle rendite dei Benedettini rapporto Gamba del 6 maggio 1861, con l'elenco dei beni e della rendita assai elevata dei vari poderi. Le spese annuali nettamente inferiori alle entrate, sarebbero complessivamente di L. 84.294,08 (R. Collegio, Tassa prediale, pensioni, canoni, livelli, tassa manomorta). Il governo sospetta che gli utili e la rendita da taglio alberi che frutta L. 7000 siano devoluti al denaro di S. Pietro. A.S.P. pacco 9. Ibidem rapporto Gamba del 10 giugno 1861 sui Fratelli della Dottrina Cristiana. Ancora in A.S.T., pacco 15, rapporto 3 settembre 1861 sullo stesso argomento, e sui seminari di
Berceto e Bedonia.
16) La lettera di Piroli, e quella di Cantimorri al capitolo, in A.C.P., (Carte Canti­morri).
17) Una minuta nelle carte vescovili spiega le ragioni dei canonici sotto accusa: il capitolo per la festa nazionale non ha deciso nulla, ma ha tollerato che i sacerdoti inter­venissero o no secondo coscienza. Il fatto ò a doloroso ; i parroci fecero o non fecero . ma non ebbero un* inibizione scritta in mano Eccome! commenta il vescovo.