Rassegna storica del Risorgimento

MOVIMENTO CATTOLICO PARMA 1861-1866; PARMA STORIA 1861-1866
anno <1982>   pagina <429>
immagine non disponibile

Clero e società civile a Parma
429
u suo punto di vista: la legge sui conventi è stata una concessione al Piemonte, una cessione di diritti in deroga al gius canonico che non può estendersi unila­teralmente; la Chiesa ha il diritto di amministrare i propri beni e lo Stato non deve ingerirsi; il concilio di Trento si è pronunciato contro gli usurpatori ed ha stabilito censure; la cooperazione con lo Stato non è lecita senza il consenso della S. Sede. Ora il Piemonte come Stato non esiste più e pertanto le sue leggi non hanno valore. Si tende ora ad innovare in danno della Chiesa da principi cattolici, che fanno come protettori man bassa sopra i protetti scrive il vescovo a Capello definendolo dimentico del proprio stato .26)
La polemica continua senza una soluzione, sino a quando il R. Economato di Parma non verrà soppresso. Capello fonderà con altri sacerdoti in odore di eresia liberale una Unione ecclesiastica per l'istruzione morale dei figli del popolo che frequentano le scuole serali e nel frattempo continuerà col suo vescovo un dialogo tra sordi, ammettendo tuttavia in una lettera del 25 ottobre 1862 che la responsabilità del conferimento dei benefici è del prefetto sotto la cui giurisdizione trovasi eretto il beneficio . L'economato dà solo un parere; il Regio gradimento è basato sui principi politici dei postulanti . H non placet al sacerdote Cordiviola è stato causato dalle opinioni politiche del postulante manifestamente avverse al governo. Sul metro di giudizio per sussidi o incarichi a sacerdoti da parte del governo è interessante documentazione l'accurata sche­datura dei sacerdoti per cui solo titolo valido anche per mansioni pastorali è la simpatia per il governo.27'
Se Cantimorri è inflessibile, l'autorità civile da parte sua procede senza indugi ad applicare le leggi sarde relative ai conventi, alle opere pie, ai bene­fici, e si adopera con scarsa fortuna per la rimozione di parroci ritenuti crea­ture del vescovo . Una ricca documentazione relativa al clero non solo della diocesi ma dell'intera provincia di Parma, offre un quadro inquietante per il governo, che certamente per le dimensioni del fenomeno teme più il pericolo nero che non quello rosso. Tra i centri di maggior presenza clericale quasi tutto il circondario di Borgotaro, Cai estano, Colorno, Compiano, Palanzano, Tizzano : ma l'elenco potrebbe estendersi alla maggior parte dei paesi, mentre sarebbe più semplice e breve la segnalazione dei parroci in contrasto con la curia. Frattanto avviene l'esproprio da parte del demanio di alcuni conventi, tra i quali, nel corso del 1862 quelli della SS. Annunziata e di S. Alessandro. Secondo l'autorità civile, i conventi offrono in genere una capienza maggiore del bisogno e vanno sgomberati. Per l'Annunziata, i frati si adoperano a tutt'uomo per contrastare , opponendo esagerati bisogni del culto . I frati da trasferire sono da 32 a 34: basterebbero un parroco, due sacerdoti, due laici. Il prefetto
26) A.CJP., C.C. Lettera Capello del 2 luglio 1862; del cardinale penitenziere, 15 maggio 1863. Su don Cordiviola, A.S.T., pacco 6, rapporto Verga 15 luglio 1862. Tutto H carteggio Capello-Canumorri in A.C.P. L'indirizzo dei 32 sacerdoti è stato rivolto a
Filippo Limiti.
27) Lettera Capello, A.C.P.; Sull'Unione ecclesiastica, A.S.P., pacco 20, Capello al prefetto 19 dicembre 1862 e 26 dicembre 1862. Cantimorri, come risulta dal suo diario, la condanna con circolare del 9 aprile 1863. Sui criteri di nomine o sussidi, valga come campione l'approvazione prefettizia a don Paolo Varanini, cui si attribuisce debolezza verso il fernminil sesso e poca dottrina , ma avversione alla curia e a affetto per la causa nazionale . A.S.T. pacco 21, rapp. prefettizio del 31 marzo 1864.
Ancora nel 1864, il 22 agosto, C. insiste presso Antonelli per nuove censure a Ca­pello, giudicando molto giovevole un rimprovero .