Rassegna storica del Risorgimento

MOVIMENTO CATTOLICO PARMA 1861-1866; PARMA STORIA 1861-1866
anno <1982>   pagina <432>
immagine non disponibile

432
Biotica Montale
nari non si possono colpire senza colpire lo Stato; vanno tutelati e non abban­donati; è solo un sofisma giustificare il fatto per la qualità di sacerdoti dei condannati. H provvedimento è ingiusto, abusivo, incongruo ; la circolare del 3 giugno dei vescovo fu diffusa certamente e ritirata; il fine della Chiesa e contrastare il sentimento nazionale e riprovarlo .
In base a quali ordini prosegue la requisitoria è stata emanata la sentenza? Come è entrata nello Stato? Si tratta di attacchi e attentato prove­nienti dall'estero , non validi perché non resi esecutivi da un exequatur. Li­bertà della Chiesa non vuol dire licenza di disconoscere, avversare, sovvertire impunemente l'autorità civile. La proposta, per delitto di abuso, è del sequestro di 1/5 della temporalità della mensa vescovile: il provvedimento verrà confer­mato dal Consiglio di Stato in via definitiva il 2 settembre 1863.
La difesa presentata da Cantìmorri, già nota perché in parte pubblicata, definisce chiaramente il carattere e le ragioni della fermezza del prelato : Io sono un Vescovo, ministro di Gesù Cristo, e non un partitante politico. Io attendo ai doveri del mio ministero ed obbedisco alle autorità costituite in tutto ciò che non è contrario alle leggi di Dio e della Chiesa. Dicendosi autorizzato nel suo operato dal primo articolo dello statuto, ripercorre brevemente le vi­cende degli ultimi tre anni, dopo l'allontanamento del '60 e il ritorno deciso in seguito alle assicurazioni di Minghetti. In alcuni casi, come quello di don Sab­bioni, ha cercato l'accordo con le autorità. Per quanto riguarda la funzione religiosa, il divieto è stato pubblico e riportato dai giornali locali: neppure a Torino, in base all'esempio di tutti i prelati d'Italia , si è avuta celebrazione da parte del clero. Non intende recare offesa ad alcuno: il governo, del resto, aveva lasciati liberi i dipendenti di agire secondo coscienza (ma Carraglia è stato minacciato di allontanamento da cappellano della Steccata e dall'impiego all'ospizio del Carmine). Il divieto impediva anche di assistere alle funzioni, prendendovi parte in qualsiasi modo. La sua fiducia, avendo ricusato lui a nome del clero, è stata delusa in modo ingiuriosissimo all'autorità ecclesiastica . In risposta all'appunto che nega valore giuridico al suo decreto, Cantìmorri ribatte di non aver citato l'autorità di altri che della Chiesa, e di aver agito nel proprio diritto, non opposto a legge alcuna dello Stato.34)
È evidente che tale difesa in data 12 agosto 1863 non fa che avvalorare le convinzioni dell'accusa. Sulla censura al vescovo tutti i giudicanti sono d'ac­cordo; per il sequestro di parte della mensa decidono a maggioranza.
A partire dal 1863 in occasione della festa nazionale il problema si ripre­senta senza che il governo riesca ad ottenere migliori risultati a causa dell'incrol­labile rifiuto del vescovo: i casi di ribellione sono sempre più rari e quasi inesi­stenti. Si risolve il problema con messe al campo celebrate da cappellani militari e riprovate dalla curia episcopale. Nel 1864 celebreranno preti so­spesi a Medesano (Freschi) e Roccabruna. È un risultato senza dubbio delu­dente. Il sottoprefetto di Borgotaro scrive che la popolazione è indifferente alla festa stessa per la mancanza del rito religioso e per le attuali vertenze tra il clero e il governo; e scriverà sconsolato due anni dopo: H prete per questi terrazzani e ancora qualche cosa di divino e di infallibile .35) La situazione a
33> Copia della requisitoria in dota 22 luglio 1863 e la difesa di Cantìmorri del 12 agosto in A.C.P., C.C.
3*) A.C.P., Carte Cantiniorri.
35) A.S.P., p. 18 ropp. Borgotaro, 14 giugno 1864, e p. 27, 5 maggio 1866.