Rassegna storica del Risorgimento

MOVIMENTO CATTOLICO PARMA 1861-1866; PARMA STORIA 1861-1866
anno <1982>   pagina <435>
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Clero e società civile a Parma
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La situazione economica generale è nel parmense, tra il 1864 e il '66 in particolare, pesantissima da ogni punto di vista: la città è priva di rile­vanti industrie, la disoccupazione aumenta, le imposte di varia natura sono sempre più pesanti. L'amministrazione comunale presenta a bilancio un passivo di 200.000 lire che non sa come eliminare, se non con sovrimposizioni ai tributi diretti. Secondo un rapporto del 1865 a Parma, che conta 47.428 abitanti, l'im-ponibile è di 595.906,95 lire; l'imposta prediale per il '65 di 145.361,51. Nei 52 comuni della provincia l'imponibile è di 6.400.816,56, e l'imposta di 1.561.878,64.
Il malcontento è vivo in molti ambienti: non solo il clero, ma anche gran parte della magistratura hanno conservato affezione per gli ordinamenti del passato regime .42) Anche molti amici del governo rimpiangerebbero ora di cuore il passato. Nel circondario di Borgotaro aumenta la renitenza; mentre da un lato da parte liberale si attende l'esproprio dei beni ecclesiastici per migliorare la situazione economica generale, dall'altro molti vorrebbero conservati ordini mendicanti e monasteri, e accusano Vittorio Emanuele di per­seguitare e spogliare la Chiesa .43)
Gli elenchi di sacerdoti retrogradi, censurati e talora processati per le loro omelie con chiare allusioni politiche, diventano sempre più numerosi. Politica­mente i cattolici non hanno ancora una consistenza tale da poter intervenire con successo con propri candidati nelle elezioni. Ma preoccupa il potere dei parroci nei piccoli centri, e soprattutto l'ambiente dei seminari. Bedonia e Ber-ceto sono sotto il tiro delle autorità politiche, ma il problema dell'istruzione nel circondario di Borgotaro è per il momento insolubile: su 30 mila abitanti vi sono 615 studenti dei quali 211 avviati alla carriera ecclesiastica; gli inse­gnanti sono tutti preti, o comunque clericali.
Una statistica del 1865 offre dati precisi sulle parrocchie della provincia di Parma, che sono 422: 305 appartengono alla diocesi di Parma, 67 a quella di Piacenza, 40 a quella di Borgo S. Donnino, 5 a quella di Pontremoli, 4 a Bobbio e 1 indipendente. Se la diocesi coincidesse con la provincia in totale vi sareb­bero 422 parrocchie, 99 succursali e oratori, 600 sacerdoti con cura d'anime e circa altri 481: in totale 1080 religiosi.45)
Mentre la situazione si fa più tesa per la mala ripartizione della ricchezza mobile, i cattolici si rafforzano nelle loro associazioni: San Vincenzo, S. Fi­lippo Neri, cattolico-italiana per la difesa della libertà della Chiesa (che si adombra per ora sotto un velo di mistiche aspirazioni scrive il prefetto ) e Azione Cattolica Italiana, tra i cui consiglieri è l'avvocato Luigi Gandolfi, che difende con successo sacerdoti accusati di censure fatte dal pergamo alle istituzioni e alle leggi dello Stato come il parroco don Luigi Mussi di Val-mozzola. Presidente è il principe Diofebo di Soragna. I membri dell'Associa­zione affermano la difesa delle idee religiose nel rispetto della legge; ma sono
*0 Dati statistici in una tabella degli inizi del 1865 in A.SP. cartella 23. Sulla magistratura, in cui non mancherebbero clericali e retrivi, ibidem, rapporto Verga
del 7 aprile 1865. .
43) A.S.P. p. 23, rapporto sottopref, Borgotaro, 23 gennaio e 18 febbraio IBOo, e
Borgo S. Donnino 26 gennaio 1865.
44) A.S.P. p- 27, rapp. Borgotaro 11 febbraio 1865. Su 55 insegnanti, 36 sono preti. A Valmozzola mancano le elementari, ce II regolamento scolastico vigente in tutto il Regno è qui puramente nominale afferma il sottoprefetto.
45) A.S.P., p- 28. Rapporto Verga del 28 novembre 1865.