Rassegna storica del Risorgimento
MOVIMENTO CATTOLICO PARMA 1861-1866; PARMA STORIA 1861-1866
anno
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1982
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pagina
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440
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Bianca Montale
e non peranco Monsignore si è determinato a levare quell'interdetto, che anche m questi giorni sollecitato da più parti e dall'istesso Vicario Generale Canonico Carletti a mettere fine a quell'ingiusta pena ha elevato tali umilianti condizioni da equivalere a reciso rifiuto; le quali condizioni, quella specialmente di mai più andare alle festa dello Statuto e l'altra di ritirare le firma all'indirizzo Pas-saglia sono altresì offensive al Governo e al Paese non meno che ostili all'attuale ordine di cose. Il provvedimento viene pertanto mantenuto per disposizione del ministero competente.
Cantimorri al suo ritorno si incontra col prefetto, che dopo il colloquio lo giudica non inclinato a vita nuova: non intende riabilitare i sacerdoti sospesi nel '63 se non si impegnano a non partecipare più alla festa dello statuto. Verga aggiunge che ormai l'ostinata resistenza spiace alla maggior parte del clero stesso , ma esprime al tempo stesso parere che sia necessario muoversi per tentare una conciliazione, revocando il domicilio coatto per i laici accusati di clericalismo. Si adopera ora per la soppressione delle corporazioni religiose secondo le disposizioni che verranno stabilite dalla legge che dovrà essere approvata dal parlamento.
Le lettere pastorali del vescovo di Parma del 1867 e *68 mostrano gravi preoccupazioni di carattere religioso e sociale, insistendo nella difesa dei dogmi (Trinità, peccato originale, divinità di Cristo, purgatorio, sacramenti) posti in discussione o negati dalla stampa liberale, apertamente anticlericale e spesso anticattolica con la Gazzetta di Parma e II Patriota, e dal 1867 col Presente, foglio radicale condannato e colpito da scomunica. Reduce da Roma e dall'abbraccio papale, Cantimorri indica nel peccato l'origine di tutti i mali, includendo tra questi anche il colera; chiarisce il significato delle indulgenze, che non sono una compra-vendita dei beni della Chiesa; invita i fedeli alla preghiera e all'osservanza dei precetti evangelici.
Sempre nel '67, condannando la massoneria e il libero pensiero e chiarendone l'incompatibilità con la qualità di cattolico, invita i credenti ad un'azione concreta di rinascita cristiana: non è più tempo di sonnecchiare o poltrire . E ad ammonimento dei liberali indica i pericoli sociali di una scristianizzazione della società: togliete ad un misero la fede scrive e non nutrirà che rancore contro le ingiustizie e volontà di perturbazione dell'ordine sociale. Questo discorso, anche per la fonte contestata e discussa da cui proviene, non è certamente meditato dalla parte avversa, inasprita dagli atteggiamenti di una personalità non certo conciliante. Si avranno per lunghi anni contrasti, polemiche e fratture; ma negli anni '90 proprio i liberali moderati, per sopravvivere di fronte alla crescita di radicali e socialisti, deponendo per necessità gli antichi rancori cercheranno, in misura via via sempre più larga, quelle convergenze col mondo cattolico che consentiranno, ad esempio, la costituzione di una maggioranza moderata in provincia. Superato un momento delicato di dilacerazione, accantonato il temporalismo, i cattolici vedranno riconosciuti i propri valori religiosi e morali ed entreranno, rispettati e non più emarginati, con un ruolo importante nelle vicende amministrative e poi politiche locali.55)
54) À.S.P., P- 30, rapp. Verga 12 settembre 1866; p. 35, rapp. Verga 6 novembre 1866; p. 30, rapp. Verga 7 novembre 1866.
55) Lettere pastorali di mona. Cantimorri cit. Sulle convergenze di cattolici e liberali negli anni '90 è di grande interesse la consultazione della Cassetto di Parma, che nel giro di pochi anni passa da posizioni di reciso anticlericalismo alla comprensione e al rispetto dei valori religiosi e morali dei cattolici, di grande importanza per il mantenimento dell'ordine sociale.