Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO MASSIMO TAPPARELLI D' BIBLIOGRAFIA; AZEGLIO MASSIMO TAP
anno <1982>   pagina <473>
immagine non disponibile

Libri e periodici
473
tale (la stesura, ad es. delle Confessioni nel '58; V amore per Bice Melai); ma su ciò non vogliamo soffermarci, lasciando ad altri (ad es. al Mantovani, a Gallarati Scotti ed ora alla Gorra che ne scrive, con felice intuito di psicologia femminile) di parlare dell'amore del Nievo per la bella cugina, oc Se le lettere a Matilde si caratterizzano per le indica­zioni, gli spunti, gli " studi " correlati alla vocazione e alla formazione dello scrittore (che sono il vero centro motore di quella espansione), queste a Bice sono invece vere e proprie lettere. Ma la connotazione specifica della maggior parte risulta da una somma di fattori in cui il u privato **, e certo non solo per il controllo imposto al sentimento, va sempre più sfumandosi nell'incombenza della realtà extrapersonale (p. XXXVI). Nel passaggio da scrittore militante a soldato, le lettere dal 1859 in poi permettono di cogliere il senso di umanità e dignità del Nievo che, proprio in questo periodo, fa importanti prove come scrittore politico vero e proprio; le lettere, quasi un opus continuum, sono scritte con la più bella sincerità del mondo e rappresentano tutta intera l'anima del loro autore . Le lettere del '59 in particolare, scritte di getto sotto la spinta degli avveni­menti, o composte come sfogo dell'animo nel sereno riposo di Fossato rallegrato dalla presenza della madre, mostrano il carattere cordiale ed affettuoso del romanziere che non vuol perdere il contatto con le persone care né con la vita dalla quale trae spunto per il suo lavoro di creazione poetica; spigliato e cordiale sempre con ironia e aggraziata caricatura anche di sé, il Nievo sembra mostrare, forse in modo più aperto, queste sue doti di narratore arguto e gustoso durante l'anno per tanti aspetti più atteso dai giovani che non avevano vissuto il nodo storico del '48-49 e che volevano dare la misura esatta del loro amor patrio, al di là delle parole, con precise prese di posizione anche politica. E in lui questo gusto del raccontare, di stendere il fatto in narrazione, è vivissimo sempre nei periodi più incerti o burrascosi, per esempio durante la spedizione in Sicilia nel '60, nei lunghi soggiorni a Milano nel '59, in attesa di una soluzione conforme alle speranze di guerra; analogamente, è importante il suo andare con Garibaldi nelle Guide e nei Mille, che prefigura e sancisce ad un tempo una precisa scelta di campo nell'avventura della liberazione nazionale. Il troncamento della guerra con i preliminari di Villafranca, che sembrarono rinnovare il ce tradimento di Venezia perpetrato a Campoformio, lasciava un qualche spazio al movimento democratico, al partito d'azione e in particolare alle iniziative di Garibaldi, non definite ancora negli obiettivi e nei mezzi; per certo il Nievo, nel settembre del '59, non condivideva la fiducia dell'amico Cesare Bonoris pieno di speranze sul pacifico ordinamento dell'Italia libera; io invece ho ragioni per credere che vi sarà guerra alla primavera ventura. Cosi almeno si crede nei Ducati da chi ne deve sapere più di noi i; eun paio di mesi più tardi, in un momento di pessimismo, scriveva: e se l'audacia di Garibaldi o il coraggio di un miglior ministero non ci aiutano, ricordati quello ch'io avrò preveduto oggi. La diplomazia estera finirà coll'aver ragione contro di nei. Non si tratterà né di repubblica né di monarchia né d'unità o di federazione: ma la causa dell'anarchia e della reazione trionferanno , Caduto il tentativo di Garibaldi di promuovere qualche insurrezione nelle Marche e di intervenire oltrepassando il confine alla Cattolica, il Nievo vedeva venir meno pel momento ogni possibilità di riscossa dopo Villafranca, mentre il generale, chiamato a Torino da Vittorio Emanuele, deponeva il comando, ritirandosi a Caprera; ogni speranza era ormai rinviata all'anno seguente che, per il Nievo in particolare, sarebbe stato denso di vicende e responsabilità. Non intendiamo ricordare la sua partecipazione a fazioni militari e combattimenti in Sicilia durante la spedizione, ma piuttosto vogliamo sottolineare, in base alle lettere ed ai docu­menti ritrovati dalla Gorra, le mansioni da lui svolte come Vice Intendente, la mancanza totale di retorica di fronte alla morte, la serenità e l'acutezza dei giudizi sulla situazione siciliana: Quando sulle sue spalle viene addossato il peso dell'Intendenza, il coinvolgi-mento con la M storia " cambia natura: a un impegno individuale subentra un impegno pubblico, una corresponsabilizzazlone diretta non scelta, questa, ma imposta nella gestione di un cospicuo fatto storico, con tutto quel ohe dì nuovo comporta per lui: eampo d'attività, ambito d'attenzione, specie di rapporti, qualità di conflitti, materia d'os­servazione. Rimane Io scrittore, e ad alto livello, ma la letteratura è lasciata tutta alle spalle; gli incombe un compito ingrato e schiacciante, che però non riesce a togliergli o ad offuscare niente di quel che è e che e diventato, anzi è occasione permanente non