Rassegna storica del Risorgimento

AZEGLIO MASSIMO TAPPARELLI D' BIBLIOGRAFIA; AZEGLIO MASSIMO TAP
anno <1982>   pagina <477>
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Libri e periodici
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egli ha voluto concentrare l'attenzione su quanto avveniva ai vertici dello Stato, le cui commesse, i cui appalti dei lavori pubblici, la cui attività finanziaria ed altro costituiva, nell ambito di una economia arretrata, una vasta opportunità per un impiego dei capitali e per una loro alta remunerazione; non solo, ma anche perché per Napoli passava una rilevantissima parte del commercio interno ed estero del Regno e perché quindi a Napoli si concentravano le tre a quattro novelle aristocrazie cittadine, prodotte da una situa­zione generale di arretratezza, che su di questa elevano le loro fortune fino al punto da condizionare il Regno nel dare una risposta positiva alla sfida che dall'Europa più indu­strializzata proviene.
Quello che dispiace nella ricerca del Davis è lo scarso peso che assumono i momenti più specificamente politici. Forse ciò esulava dal compito specifico che il Davis s'era imposto. Ma se si pensa, ad esempio, alle fortune e alle vicende del liberalismo e dei movimenti unitari napoletani, qualcosa andava pur detto.
Le fonti di cui il Davis si avvale sono le più disparate: vanno dalla pubblicistica e stampa periodica contemporanea, agli archivi pubblici del Regno e privati, dall'Archivio storico del Banco di Napoli, della Camera Consultiva di Commercio, del Municipio di Napoli, a fonti inglesi (il Pubblio Record Onice di Londra). Per niente rappresentati sono gli Archivi provinciali, nelle cui carte possono rintracciarsi, come in quelle conser­vate presso l'Archivio di Stato di Caserta, non poche notizie in merito all'argomento dal Davis studiato.
CARMINE CIMMINO
Epistolario di Quintino Sella. Voi. I: 1842-1865, a cura di GUIDO e MARISA QDAZZA (Isti­tuto per lo storia del Risorgimento italiano, Biblioteca scientifica: Fonti, voi. LXXI); Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1980, in 8, pp. XI-764. L. 45.000.
Alcune cifre bastano a dare una prima idea dell'importanza e quindi dell'opportu­nità di questa pubblicazione che, come da noi segnalato nel precedente fascicolo della Ras­segna, si affianca ottimamente all'altra iniziativa della ristampa della biografia dello sta­tista biellese scritta quasi cento anni fa da Alessandro Guiccioli. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un volume di 702 pagine (764 con gli Indici) ove, per il periodo 1842-1865 Sella, ricordiamo, era nato nel 1827 sono raccolte 659 lettere delle quali, se i nostri cal­coli non sono errati, ben 541 inedite; le restanti 118, a parte qualcuna già parzialmente edita dal Guiccioli ad esempio quelle, famose, del 1848-49, al fratello Giuseppe Venan­zio, o quelle al De Sanctis dell'estate 1861, pubblicate dal Croce e poi riprodotte nell'Epi­stolario desanctisiano risalgono per la quasi totalità all'anno 1865, quando Sella ricoprì per la seconda volta nella sua vita la carica di ministro delle poco floride Finanze del regno d'Italia. Ora si può anche ammettere che le lettere a La Mormora o a Lanza o a Torelli o a Cbiaves edite in anni lontani dai vari Segre, Colombo, De Vecchi, Tavallini, Monti e Corbelli sono generalmente le più significative di tutta la raccolta (ma ciò è vero solo in parte); tuttavia, come dimostra il lavoro compiuto con pazienza e scrupolo da certosini e senza nessuna pedanterìa da Guido e Marisa Quazza, quelle trascrizioni, infarcite di errori e sviste di vario genere e, in qualche caso, vittime di tagli e manipolazióni non sempre superficiali, avevano davvero bisogno d'una revisione critica che ne rendesse sicura la consultazione.
Ma il merito dei curatori non è solo questo. La famìglia Sella ebbe nell'Ottocento moltissime ramificazioni, ognuna delle quali ricca di personaggi e vincolata alle altre da rapporti matrimoniali tra consanguinei, rapporti ohe dovettero ossero una delle cause della mortalità abbastanza precoce che si riscontra tra i componenti della famiglia. Non era fatile districarsi in mezzo a tutti questi nomi: con il sostegno delle opportune pubblica­zioni Guido e Marisa Quazza ci sono riusciti ed hanno potuto offrire sui personaggi di maggiore spiceo le informazioni più essenziali Altri problemi potevano derivare dalla ne­cessiti di datare molte lettere e di determinarne il destinatario: nell'un caso come nel-