Rassegna storica del Risorgimento
AZEGLIO MASSIMO TAPPARELLI D' BIBLIOGRAFIA; AZEGLIO MASSIMO TAP
anno
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1982
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pagina
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481
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Libri e periodici 481
Se le memorie (dal Pellico al Settembrini, all'Abba ecc.) danno avvio e consistenza ad una specie di letteratura militante, sia pur per tono e stile differenti, il genere biografico ed autobiografico, proposto dal Mazzini in alcuni scritti, nasce da un lato in opposizione al gusto settecentesco e arcadico, e dall'altro esprime una linea psicologica nell'interpretazione del personaggio che si vuole rappresentare, così che la vita di un'anima e alla base della ricostruzione biografica vera e propria: Una concezione della biografia a mille miglia dalla storiografia erudita precedente; una concezione che punta sulla capacità psicologica e sull'affinità spirituale (quasi una complicità elettiva) del biografo a penetrare il segreto dell'anima oltre la barriera dei documenti, per intendere, cioè per capire e assolvere, comprendere e compiangere (p. 7). Opportune in tal senso le referenze bibliografiche e le esemplificazioni del Sipala che nei profili tracciati dal Mazzini (Santa Rosa, Bianco, Lamennais, fratelli Bandiera, Mameli) vede quasi un'analogia rispetto alle pagine autobiografiche che il Mazzini stesso premette all'edizione daelliana dei suoi scritti; utili infine le argomentazioni del curatore circa il nesso tra letteratura e politica (cfr. F. DELLA PERTJTA, Mazzini e i rivoluzionari italiani, Milano, 1974), tra passato e presente, tra storia personale e storia di un popolo secondo una lettura unitaria delle Note autobiografiche. Manca l'indice dei nomi.
RENATO GIUSTI
Akten zur Geschichte a*es Krimlcriegs, Serie I, Ósterreichìsclie Akten zur Geschichte des Krimkriegs, a cura di WINFRIED BAUMCART, voi. I, 27. Dezember 1852 bis 25. Marz 1854, a cura di ANA MARIA SCHOP SOLER, Miinchen-Wien, R. Oldenbourg, 1980, in 8, pp. 749. S.p.
Con questo volume inizia la pubblicazione di una edizione di fonti sulla guerra di Crimea diretta da Winfried Baumgart, uno storico che con il suo volume sulla pace di Parigi del 1856 ha già offerto un notevole contributo al rinnovamento degli studi sul conflitto di Crimea.
In alcune riflessioni introduttive Baumgart sottolinea la necessità di rivalutare.}), il significato storico della guerra combattuta nella regione del Mar Nero, unico conflitto di dimensioni europee nell'arco di tempo compreso tra il periodo napoleonico e il primo conflitto mondiale, e che ha lasciato un'impronta profonda non solo sui successivi sviluppi della questione d'Oriente, ma anche sull'assetto dei rapporti tra le grandi potenze e sull'evoluzione dei movimenti nazionali. Proprio questa dimensione continentale della crisi ha dato origine al progetto di una edizione di tutte le fonti relative alla guerra di Crimea, progetto i cui lineamenti non sono ancora del tutto definiti e la cui attuazione integrale dipende anche dalla possibilità di reperire ulteriori finanziamenti, ma che è stato intanto avviato per quanto riguarda i documenti austriaci e prussiani.
Le fonti austriache relative al periodo che va dalle prime avvisaglie della crisi sino alia dichiarazione di guerra franco-britannica alla Russia sono eccellentemente pubblicate, con un'accurata introduzione e con il corredo di sobrie e precise annotazioni, da Ana Maria Schop Soler nel primo volume della prima serie della raccolta.
Dalla documentazione presentata che, come rileva opportunamente la curatrice, consente talora di correggere e puntualizzare alcune interpretazioni tradizionalmente accolte dalla storiografia, risulta che l'obiettivo fondamentale del governo austriaco, costantemente perseguito sia pure con sfumature diverse, fu quello di assicurare la conserva* zione dell'equilibrio europeo, equilibrio di cui la sopravvivenza dell'impero ottomano veniva considerata nna condizione essenziale. L'attività mediatrice esercita in da Buoi e dalla diplomazia austrìaca sino all'intervento franco-britannico appare cosi motivata non tanto da esitazioni, incertezze e ambiguità, dall'oscillazione tra la solidarietà ideologica e la riconoscenza per l'aiuto ricevuto in passato da una parte e gli interessi presenti dall'altra, ma dalla profonda consapevolezza del pericolo che una crisi europea costituiva per l'Austria e per il suo ormai declinante equilibrio interno e internazionale.
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