Rassegna storica del Risorgimento

HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH; MOTI DEL 1820-1821
anno <1983>   pagina <7>
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Il giudizio di Hegel sul 20-21
fermare la necessità di tener uniti i destini d'Italia a quelli della Chiesa catto­lica, di salvaguardare i caratteri nazionali mediante il riconoscimento della funzione storica del Papato. L'altro utilizza il concetto hegeliano di nazionalità della filosofia , per rivendicare il carattere originale, autoctono, del pensiero ita­liano. Entrambi danno alla storia d'Italia quell'interpretazione speculativa che Hegel aveva dato alla storia della Germania, e così facendo, lavorano a formare l'autocoscienza del popolo italiano.
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Tutto il nostro Risorgimento si può dire che sia stato nello stesso tempo una verifica e una confutazione delle idee hegeliane intorno alla rivoluzione e al liberalismo. Dopo l'esperienza fallimentare del '20-21 (e del '31), infatti, il Risorgimento italiano abbandona la via del razionalismo settecentesco, su cui si incontra l'individuo e non Dio, l'atomo di volontà e non la fede collettiva, e si incammina sulla via tracciata dalla cultura romantica e idealistica, che procura di conciliare la rivoluzione con la religione, la libertà con la legge comune. Il suo successo è dipeso proprio da questo, dall'aver saputo inserire l'azione rivo­luzionaria, militare e diplomatica, nel pensiero religioso , nel moto di riscossa delle coscienze contro la servitù morale e politica. Detto diversamente, il liberalismo italiano, dopo aver superato il suo stadio critico e polemico, si avviava verso la costruzione dello Stato nazionale. Dalla priorità di valore e di origine data alla nazione, esso derivava la forza per elevare la stessa coscienza statale del popolo italiano, che era passato dall'universalismo cattolico al cosmo* politismo illuministico, senza soluzioni di continuità, con lo stesso spirito anti­storico e antisociale. Congiuntosi col sentimento nazionale, il liberalismo post-rivoluzionario ha potuto liberarsi dell'astrattezza giacobina e inserirsi concreta­mente nella realtà storica, fecondando le coscienze e le istituzioni. 14>
Sia i moderati che i democratici , sia gli uomini della Destra che quelli della Sinistra, maturarono durante il Risorgimento un'intuizione religiosa della politica, in cui spesso si avverte l'influenza della tradizione evangelica, quale riviveva in alcuni rami secondari della Riforma. Se proprio non introdus­sero il protestantesimo in Italia, come voleva Hegel, certamente produssero un mutamento di religione , una liberazione della coscienza dalla servitù religiosa, mostrando che anche in un paese cattolico-latino è possibile produrre qualcosa di solido e duraturo. Essi unirono la religione della libertà e la reli­gione della patria in una sintesi che fu la veru forza del liberalismo italiano.
Assodato questo punto fondamentale, che va a favore di Hegel, bisogna aggiungere che il Risorgimento italiano non ha mancato di correggere quel che di astrratto e di rigido conservano le tesi del filosofo tedesco. Il protestantesimo nell'Ottocento ha alimentato le correnti del pensiero romantico, e attraverso il romanticismo ha contribuito al risveglio religioso dei paesi cattolici, ma al di là di questa influenza diretta o indiretta non poteva andare, senza compromet­tere le caratteristiche nazionali, etniche, culturali dei popoli, che proprio la nuova sensibilità romantica ha scoperto e valorizzato. Ciò vale in particolare
14) Cr. DB RTJCGIEHO, Storia del liberalismo europeo, Milano, 1962, p. 396. J5) G, TALAMO, / liberali italiani. Antologia degli scritti politici dei liberali italiani, Bologna, Il Mulino, 1962, Introduzione, p. 11.