Rassegna storica del Risorgimento

AQUILA (L') STORIA 1869; RIVERA GIUSEPPE; ROMA STORIA 1869
anno <1983>   pagina <11>
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O. Rivera e i borbonici aquilani
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tanza, i dolcetti delle monache e lo sfavillare delle porpore, tutto ciò è così eloquente, e tanto semplicemente detto, con soltanto qua e là qualche impen­nata d'indignazione o di alterigia alla Rivera, che ogni nostra parola gua­sterebbe.
Ci permettiamo soltanto di richiamare l'attenzione, sotto un profilo pura­mente estetico e, diremmo, psicanalitico, da messa in scena e da rivelazione teatrale, su quel gran ballo di fine d'anno che conclude sostanzialmente queste pagine, una selva di marionette impiastricciate e sopravvissute, una livida corte dei miracoli, con al centro il granduca di Toscana già segnato dalla morte.
A tanti nostalgici del borbonismo e del buon tempo antico, che purtroppo non mancano mai, e non soltanto tra gli studiosi di storia patria, un affresco graffiante come questo, tracciato da un uomo del passato come Giuseppe Rivera, non farà male davvero.
RAFFAELE COLAPIETRA
APPENDICE
Relazione dell'oprato dalla Deputazione spedita dalla città di Àquila a Roma al Re Francesco II di Borbone in occasione del nascimento della Reale Prin-cipessa in dicembre 1869 per Giuseppe Rivera, L'Aquila, 1870. (Deputazione Abruzzese di Storia Patria, L'Aquila, Biblioteca Luigi Rivera, scaff. XI palch. d
busta 6 n. 17 ms. di ce. 90).
Capo 1 - Preparativi
Il già Re (cane. Re) delle due Sicilie Francesco 2 di Borbone, nel nono anno del suo esilio (cane, duro), ebbe un (cane, il) sollievo, nel veder feconda la sua augusta consorte sino allora sterile dopo dieci anni di matrimonio.
Si pensò da varie persone dell'antico regno d'inviare un saluto all'infelice per quanto incolpevole monarca, destinato forse dalla provvidenza a scontar le colpe de' suoi maggiori.
5) In G-. Ri VERA. La città dell'Aquila negli ultimi anni della monarchia napoletana, Aquila, Vecchioni, 1913, II, p. 278 troviamo un fuggevole e quasi distratto accenno al soggiorno romano del dicembre 1869, durante il quale il Nostro precisa di aver conosciuto Cesare Cantò., non sappiamo in quali delle circostanze enumerate nel diario.
Più circostanziali lo notizie, del resto ben note, alle pp. 134*136 quanto alle perse­cuzioni reazionarie patito dal cardinal D'Andrea fino alla sospensione del piatto ed alla minaccia di deposizione dalla porpora, mentre da qualche accenno sparso sembrerebbe che l'Antonini visitato dal Nostro al termine della sua vicenda romana sia Francesco figlio di Serafino fratello di Emidio.
Ricordiamo finalmente che al Trasmondi rammentato nel diario è stata dedicata una cospicua ad interessante biografia da D. FABABULLINI, Delta vita e degli scritti del Barone Camillo Trasmondi duca di Mirabello, Roma, Tipografia di Propaganda, 1874, di cui le pp. 110-127 sono dedicate ad illustrarne la fedeltà a Francesco II e la parte presa alla cerimonia per il battesimo di Maria Cristina.