Rassegna storica del Risorgimento

AQUILA (L') STORIA 1869; RIVERA GIUSEPPE; ROMA STORIA 1869
anno <1983>   pagina <19>
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G. Rivera e i borbonici aquilani
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al loro domicilio in quelle vicinanze. Con esso tornai alla stazione della fer­rovia a riscuotere il bagaglio, e lo scesi all'abitazione presa a via de' Sediari n 81 3 piano. Restai dentro sino alla sera ad ordinare le mie cose. Scrissi ad Aquila per far sapere il mio buon arrivo colà, e consegnai il foglio al sig. Al­fonso Ciolina, mio paesano ed amico, che era sulle mosse per rimpatriare.10) Poscia uscii con questi ed Augusto Pasqualucci, andiedi a pranzo alla trattoria rosticceria in fondo alla via Teatro Valle, ma poco mangiai, avendomi il viaggio diminuito l'appetito. Coi medesimi che mi avean tenuto compagnia durante il pranzo, vado a prendere un caffè complimentatoci da Ciolina. Passeggio un poco e indi mi ritiro col pensiero di presto coricarmi onde riguadagnare il sonno perduto nella notte precedente. U)
Il di seguente, destatomi al principiar dell'alba, ascolto grande scroscio di acqua. Il tempo rimperversava. Era stata quella stagione in Roma piovosa fin dal principio; per qualche giorno s'era avuto tempo mediocre, ma ora sembrava volersi mettere a pioggia di nuovo. Per tale ragione restai chiuso in casa sino alle 11 a. m. che, essendosi calmata l'atmosfera, mi permise por piede fuori la soglia.
Non dimenticai innanzi tutto prender concerto col Barone A.C., ed è perciò che pria d'ogni altra cosa mi recai al suo indirizzo a visitarlo. Ma riusci ben vano perché trovai esser fuori di casa. Era questo un uomo misterioso, ritirato, temente d'esser veduto e conosciuto (ma ne avea ben d'onde), usciva di abita­zione poco dopo esser il dì spuntato, e vi rientrava al cadere del sole, senza che per via si vedesse mai. Io, che non sapea questa sua abitudine, per più giorni dovea veder frustrata la mia gita. Di qui vado alla Basilica Vaticana mosso dal desiderio di rivedere quell'imponente edificio. Imboccato appena a piazza Rusti-cucci, mi sovviene essere in abitazione qui proprio il Barone Camillo Trasmondi mio amico, che io avea pregato per un mio affare.12) Per domandar di questo e per salutarlo, mi risolvo di visitarlo. Salgo e lo trovo in punto aver terminato il suo dejeuné, mi domanda il come della mia andata a Roma, e gli dico la onorevole causa, si esibisce di presentarmi al Re (perchè gentiluomo di camera d'entrata e confidente di S.M.) ma lo ringrazio, dovendo seguir altra via che questa, infine mi dice se avessi piacere far parte di una sottoscrizione per un presente da umiliarsi alla Regina seguito il parto. A ciò gli dò affermativa ri­sposta pregandolo farmi sapere la (manca) dell'offerta. Mi dà appuntamento pel mio affare, e dopo altre ciarle mi licenzio. Sceso in piazza, stato un poco in dubbio sul da fare, mi decido tornare indietro, ed accontentarmi per ora d'aver rivista dall'esterno la sontuosa mole della Vaticana Basilica, per aver altra volta
10) Alfonso Ciolina, nato nell'aprile 1844 da Angelo e Cristina Spaventa, avrebbe sposato Anna Cappelli, sorella di Raffaele, e sarebbe morto nel giugno 1913, dopo aver esercitato in grande stile il commercio dello zafferano, soprattutto nell'esportazione al­l'estero, ed aver controllato nel corso degli anni ottanta la locale cassa di risparmio, nella prospettiva della costruzione della nuova sede monumentale.
U) in via del Teatro Valle, 38 si trovava l'osteria della Sapienza, che prendeva il nome dal vicino Ateneo romano (siamo nella zona di via dei Sediari e di S. Eustachio).
12) XI barone Camillo Trasmondi, della vecchia famiglia sulmonese feudataria d'Intro-dacqua, era cugino del marchese Emanuele, titolare del feudo abruzzese, ed apparteneva al ramo della famiglia trasferitasi da tempo a Roma e decorata nel 1832 da Gregorio XVI del titolo baronale, da unire a quello analogo napoletano su Collcdiinacine, concesso a Rodrigo, bisavolo di Camillo, fin dal 1725. Camillo era emigrato a Roma nella prima­vera 1862 insieme con i nipoti Giuseppe e Ferdinando.