Rassegna storica del Risorgimento
AQUILA (L') STORIA 1869; RIVERA GIUSEPPE; ROMA STORIA 1869
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1983
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Raffaele Colapielra
gando qualche esempio che dice costargli. H Persichetti si commuove nell'udir tali cose cui aggiusta pienamente la sua fede.
Del giorno 19 dicembre v'è poco a contare. Esco alle 10 e, dopo aver ascoltata messa a S. Marcello per esser giorno di domenica, disbrigo qualche affare e convenienza. H giorno con Persichetti e Pasqualucci vado al Pincio alla passeggiata. Alle 5 p. m. pranziamo al Lepre.21)
Similmente il dì seguente 20 il quale si passò senza alcun particolare notevole o riguardante l'avuta missione.
Nel giorno 21 esco con Persichetti alle 9 per un appuntamento avuto, che riesce a vuoto. Indi accompagno a casa Persichetti con vettura pubblica, con la quale vado poscia al Palazzo di Malta a via Condotti per mio affare. Mi ritiro e, dopo aver fatto il breve dejeuné con Persichetti, si esce. Andiamo a casa di Pasqualucci, ove troviamo Cappelli il quale, udendo progettare di far una visita alla galleria Doria aperta in tal giorno, dice: Volete andare a Doria quando la galleria sta aperta appena due altre ore? Due ore io le passo al quadro... con ciò facendo mostra di grande apprezzatore di belle arti. Si risolve di andarvi ed il Cappelli appena giunto si ferma al suo quadro. Dopo aver noi girata la intera galleria che, sebbene conosciuta, pure con piacere (è) riammirata, tuttoché profani alla pittura ed arti sorelle, troviamo il Cappelli ancor fermo ad ammirarlo. Il quale vedendoci dice: Giacche siete in fine, darò una guardata di volo agli altri quadri . E, soffermandosi ancora a qualcuno, mirandolo in diverse posizioni, ebbe un indiretto rimprovero da Persichetti il quale, voltosi a Pasqualucci, dice: Non fate tante smorfie, andiamo, al che il Cappelli: Vogliamo andare? Andiamo. Ma è un'offesa che si fa alle arti il partir si presto . E così si esce.
In verità non credevo che un giovine d'ingegno come il Cappelli, e veramente studioso e di buon volere, avesse questa notevole debolezza. Ma il fatto più volte lo mostrò e lo seguirà meglio a chiarire.
La sera di detto giorno, dopo aver disbrigato qualche affare e pranzato, vado a De Pascale insieme con Persichetti che vuole in casa salutarlo. Ma tro-vendolo nell'uscir di abitazione lo associamo al Duca di Popoli cui era diretto. Poscia ecc. ecc.
Alle 9 3/4 a. m. del seguente giorno 22 esco con Persichetti in vettura pubblica. Andiamo a prendere il P. Giuseppe Gualtieri, con cui si era rimasto d'accordo di andare insieme a visitare il Cardinal Monaco Lavalletta. Ma non trovandolo in casa riconduciamo ai SS. Apostoli il P. Giuseppe e con la medesima vettura passando per la nostra abitazione andiamo a S. Pietro in Vaticano. Qui passiamo il resto del mattino e poscia di sopra vediamo i non mai abbastanza riammirati monumenti di arte, ne' musei, nelle gallerie, nella biblio-
21) La trattorìa Lepre era così chiamata dal nome del proprietario; era gestita all'epoca dai fratelli Cristallini, e si trovava in vìa Condotti, 80.
22) Si tratta di Carlo Di Tocco, figlio del principe di Montemiletto di cui si parlerà più avanti.
23) Del cardinale Raffaele Monaco La Valletta, nato casualmente all'Aquila nel febbraio 1827 e promosso alla porpora nel febbraio 1868 (sarebbe morto decano del Sacro Collegio nel luglio 1896) erano restati frequenti ed intensi i rapporti con la città nativo, e ne era state testimonianza nel giugno 1868 una deputazione inviata a Roma per felicitarsi dell'avvenuta nomina, e composta da Francesco Rivera, Giovanni Pica Alfieri e Giulio Dragonetti, per i primi due anche un'indubbia occasione per rassodare i vincoli con la Corte borbonica di cui per essi si parla verso la fine del testo.