Rassegna storica del Risorgimento
AQUILA (L') STORIA 1869; RIVERA GIUSEPPE; ROMA STORIA 1869
anno
<
1983
>
pagina
<
28
>
28
Raffaele Colapietra
a S. Clemente, al Colosseo ed in fine a S. Pietro in Vincala a rimirare il superbo capolavoro di scultura. Alle 5 si va a pranzo. Ricevo lettera da Aquila di mio fratello in cui è il seguente brano {manca) mi scrive nel momento d'interessarvi perchè subito domani rileviate una scatola a voi diretta dal deposito della stazione e la rechiate subito a D. Luigi via S. Nicola da Tolentino premurandolo a porgerla alla persona destinata . Era questa una scatola di sospiri da presentarsi alla Regina a nome delle dame della città di Aquila pel fausto successo.3" Mi risolvo d'impegnarmi di quanto mi si dice, nel giorno seguente.
Alle 6 a. m. del giorno 28 esco per andare al Barone A.C. a cui reco una scatola con una decina di bottiglie centerba che meco avea portata da Aquila. Egli per sua bontà si mostra grato a tale inezia, e si dà pensiero come disobbligarsi. Mi dice per le deputazioni da presentarsi al Re l'indomani essersi raffreddata ogni cosa. Alcuni deputati spediti dalla città di Teramo e da altre, dopo essere stati qualche giorno inutilmente a Roma, aver fatto ritorno alle loro patrie e non essere più al caso di venire a Roma. Alcuni altri che pendon da* suoi cenni non essere stati chiamati per giusti motivi. Per conseguenza sarebbe la sola deputazione di Aquila con qualche altro che sarebbe venuto in tale circostanza. Mi dice essere stato proposto, per ingrandire le file, far comparire diversi emigrati da più anni residenti a Roma. Ciò fatto noto al Re, aver ricevuto approvazione. Egli sentirla diversamente, vedendo in tal modo scemare tutto il bello della cosa, vale a dire l'essersi appositamente mosse in tale occasione persone da tutte le Provincie del regno per fare onore al sovrano. Li qualunque maniera, però, ora che il Re avea dato il suo placet, non esser giusto portarla diversamente. Si parla di altro e dopo qualche tempo lo lascio.
Popò essermi riportato in casa ricevo visita di de Pascale il qual parla della deputazione da presentarsi l'indomani prima della cerimonia battesimale. Dice dover concertare seco lui la sera onde la mattina seguente non venisser disordini. Mi dice ancora aver ricevuta notizia da Aquila della scatola da consegnarsi a lui ed a me diretta. M'indirizza all'uopo al Sig. Nocelli regolatore della dogana di terra, suo amico, perché potessi con più facilità riscuoterla ecc. ecc.
Alle 10 monto in vettura e vado alla stazione, e, dopo aver atteso qualche poco per la molteplicità di persone interessate, mi si dice non essere alcuna scatola a me diretta. Senza perder tempo vado al Nocelli alla piccola velocità, da cui apprendo, appena arrivata merce, spedirsi foglio a chi diretta per invitarlo a rilevarla. Ove ciò non vi fosse stato, esser segno non giungere ancora a destino la roba inviata. Riprendo quindi la mia via e, nel passare per casa de Pascale, smonto di vettura e lascio detto al domestico il risultato della mia gita alla stazione.
Alle 12 V circa rientro in casa e trovo Persichetti con Pasquali!cri il qual mi presenta un biglietto di Monsignor Rossi lasciatogli poc'anzi, che dice attendermi all'I Y/. Torna de Pascale per meglio stringer l'affare dell'indomani e, dopo essersi breve tempo trattenuto, va via. Si fa il dejeuné e quindi esco per andare a Monsignor Rossi all'ora stabilita. Monto con questi in vettura e vado a S. Paolo fuori le mura donde torno senza aver nulla concluso dell'affare per cui ci era andato. Rientrati a Roma, smonto al Collegio Romano e mi divido dal Rossi. Alle 4 vado a De Pascale per concertare, siccome BÌ era detto al
30 Sono manicaretti aquiloni per la cu! confezione erano particolarmente rinomate le Celestine di S. Basilio e le Agostiniane di S. Amico.