Rassegna storica del Risorgimento
AQUILA (L') STORIA 1869; RIVERA GIUSEPPE; ROMA STORIA 1869
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1983
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G. Rivera e i borbonici aquilani
mattino. Qui trovo il Conte di Camaldoli, Ricciardi, distinta persona, di cui non ci ha bisogno di parola, un tal Barretta, inviato per la stessa nostra causa dalla Provincia di Capitanata, ed il Marchese di Castelnuovo, Grugnali.32) È questo un ricco proprietario della città di Lanciano, elevatosi da poco tempo a tale cospicuità di dovizie e, secondo la fama che ne corre, per l'avarizia portata ad alto grado. Si conta che suo padre, od altri di famiglia, rimproverava un giovinetto suo subordinato perché avesse cominciato già a servirsi di penne di oca, mentre egli alla sua età non avea scritto che con penne di tacchino. Con tali sorte di tirchieria si giunse presto ad accumular moneta, e non riuscì quindi difficile comprare un titolo di nobilita, implorandone il beneplacito regio. Il Marchese di cui parlo ne' primi tempi del Regno d'Italia sembrò esser favorevole a quell'ordine di cose, ma poscia disgustatosi, credo più per fatti privati che per altro, se ne andiè a Roma sotto veste di emigrato, facendosi conoscere con la sua liberalità in soccorrere i bisognosi suoi compatrioti che da più parti del Regno di Napoli avean seguito il Re a Roma. In tal modo il Re non gli seppe negare il favore di ascriverlo fra i suoi gentiluomini di camera d'entrata. Con questi s'incomincia a discutersi sul da farsi la dimane. Viene Cappelli e Pasqualucci. indi Persichetti ed in fine l'avvocato Zottoli inviato dalla Provincia di Salerno, col suo compagno.335 Dopo aver ciarlato qualche poco, non si è ancora niente concluso. I deputati inviati dalle provincie non erano che quelli presenti, per conseguenza a riempire il vuoto si pensa aggiungere, per quelle manchevoli, persone che vi avessero aderenze, non potendosene avere delle naturali di ciascun luogo. Ma non si giunge all'intento, per la difficoltà di concertare tutto entro la sera, cioè trovar gl'individui, richiedere il parere, formular tanti, indirizzi diversi ecc. Quest'ultimo è quel che più sgomenta il conte Camaldoli cavaliere di ottima qualità, ma di quella pasta di Napolitani Signori che, datisi alla cortigianeria, han dimenticato affatto le lettere, se pur ne hanno avuto mai conoscenza, È perciò che dice: Per gl'indirizzi come si fa? Non abbiamo teste che ci possono favorire. Una volta tenevamo Giacinto de Sivo che ce ne avrebbe fatti quanti ne avessimo voluti, ma ora...34) Perchè non è scrivere una lettera, che tutti lo sanno fare . Al che sorridendo il
32) H conte di Camaldoli è Giulio Alfredo Ricciardi, figlio di Francesco, il ben noto guardasigilli murattiano, e fratello di Giuseppe, il non meno famoso scrittore e deputato d'estrema sinistra. Pari del regno, gentiluomo di camera d'entrata e gran croce del-Fardine Costantiniano, portava i titoli di principe di S. Arcangelo, duca di Caivano e marchese di Fuscaldo per eredità della madre Sofia Spinelli* Il marchese di Castelnuovo è recte Antonio Crognali, nato nel 1810, morto nell'aprile 1888, la cui figlia Maria avrebbe sposato Vincenzo Paolucei, più tardi sindaco di Lanciano, recandogli il titolo. Egli era emigrato nell'agosto 1861, dopo essere stato in rapporti amichevoli col marchese di Villania rina. per sospetto manutengolismo a favore dell'insorgenza in provincia di Chieti, nella quale erano stati implicati altresì i suoi due nipoti, a futuri deputati, Fileno Olivieri e Ludovico Maranca Aotinori, Quanto al delegato di Capitanata, non si è riusciti a definirlo al di là di vaghissime indicazioni biografiche.
33) Il delegato di Salerno, Carmine Zottoli, figlio di Francesco e nipote di Angclan-drea, vescovo di Acerno, era nato nel 1820 e sarebbe morto nel gennaio 1905. Penalista e letterato di un certo nome, nell'ambito politico ohe qui più strettamente ci concerne avrebbe significativamente appoggiato, dopo l'appassionaniento borbonico qui documentato, la dissidenza progressista del Nicolera durante gli anni ottanta fino ad approdare negli ultimi anni a posizioni specificamente e dichiaratamente cattoliche su temi scottanti come il divorzio e la partecipazione elettorale.
34) Giacinto De Sivo era morto nel 1867.
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