Rassegna storica del Risorgimento

AQUILA (L') STORIA 1869; RIVERA GIUSEPPE; ROMA STORIA 1869
anno <1983>   pagina <32>
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Raffaele Colapietra
mai bevande spiritose, laonde due fiaschetti del classico liquore della vostra Patria mi sono non pure sufficienti ma esuberanti. Non vi offendete dunque della mia restituzione, e siate certo, certissimo, che la mia gratitudine sarà la medesima che se avessi accettato tutto intero il vostro dono. Amatemi, conforme vi amo, ed abbiatemi sempre pel vòstro affmo A.C. Siccome il facchino porgi­tore non è mio domestico, così per accertarmi che non abbia sbagliato compia­cetevi scrivermi che avete ricevuto la cassetta.
Recata così in casa la scatola, fo due righi di risposta all'amico, per accer­tarlo della ricezione, e licenzio il messo.
Mi dispongo a quanto deve compiersi nella giornata e sono in attesa di Pasqualucci che giusta il concerto preso deve venire a rilevarmi col legno. Giunto questo alle 9 y monto in cocchio con Persichetti e ci avviamo per casa de Pascale. Con esso moviamo per palazzo Farnese incontrando canimin facendo il Cappelli. E arrivati a Palazzo ci fermiamo a quella medesima stanza ove eravamo stati nella prima udienza ricevuti. Si veggono diversi gentiluomini ma non ancora il conte di Carnai doli, sicché il de Pascale disperando della venuta di lui dice: Pensiamo a noi, che questi altri signori non verranno: so come fanno, quando si tratta di realizzare una faccenda non sono mai capaci, son buoni per indossar le decorazioni . Ma rimane deluso vedendolo giungere a pochi istanti tutto in fretta e dicendo: Sono stato in pena vedendo che l'ora si avanzava e non stava pronto il cocchio dell'albergo, temevo di non giungere in tempo . Avete trovato, soggiunge il De Pascale, chi legga l'indirizzo? . Sì signore, eccolo qua, il Marchese Imperiale mio genero, che tiene la fascia .37)
Si dà a questi l'indirizzo e, mentre si sta in aspettativa, se lo legge piano un paio di volte per essere franco innanzi al Re.
Qui riveggo il signor Antonio Rodino de' baroni di Miglione, conosciuto ad Aquila, noioso giovine che dassi un tuono di alto personaggio sol perchè suo padre era entrato in Corte in qualità di gentiluomo di camera d'entrata, senza rammentarsi che il padre stesso o l'avo non era che un semplice amministratore di un signore di Calabria sua patria!38) Era egli in soprabitino, mentre tutti gli altri dell'aspettativa erano come si conveniva in frak. Ed a scusarsi di tal suo abbigliamento mi dice essere stato chiamato dal Re ed egli, per esser pronto, esser venuto come si trovava.
Fra i signori ivi convenuti è da notarsi il Principe di Montemiletto vecchio generale di Napoleone I stato decorato della Legion d'Onore sul campo di bat­taglia.39) È troppo giusto, egli dice, a voce più tosto alta perchè sordo, che noi i quali ci siamo trovati ne' giorni felici della Corte di Napoli, dobbiamo
Si tratta dì Francesco, che aveva sposato Luisa Ricciardi, e che per la verità non era il marchese Imperiali, ma patrizio del ramo estinto dei principi di Francavilla, il titolo di marchese, senza più riferimento ai vecchi feudi cinquecenteschi di Oria e di Latiano in Terra d'Otranto, spettando ad Emanuele.
Si tratta del cugino di Gianfranccsco, gentiluomo di camera, cavaliere costanti­niano e commendatore di S. Gregorio Magno, nato nell'agosto 1838 da Luigi, con cut in effetti sembrano cominciare le fortune della famiglia (pari del regno e gran cordone di Francesco I) e che nel luglio 1867 aveva sposato la figlia del principe Sansevcrino di Bisignano. Antonio, per parte sua, nato nel maggio 1844, avrebbe sposato nel 1882 una Imperiali di Francavilla*
39) Il prìncipe di Montemiletto era Francesco Di Tocco (1790-1877) che aveva parte* cipato con onore alla battaglia di Lipsia.