Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE; STORIOGRAFIA INDIA
anno <1983>   pagina <41>
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Studi mazziniani in India
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slava, che a volte dà l'impressione di essersi fatta prendere la mano dal perso­naggio e di guardare gli eventi con occhi mazziniani.
I capitoli relativi all'influenza e alla popolarità di Mazzini in India tra gli anni '70 del secolo passato e gli anni '20 del nostro sono per noi quelli di maggiore interesse, e costituiscono un ampio sviluppo di un articolo precedente, Mazzini and the Indian Nationalist Movement, apparso in Quarterly Review of Historical Studies (Calcutta, 1978-79, voi. XVIII, n. 3).
H capitolo settimo, Mazzini e il nazionalismo indiano, introduce questa seconda parte. Emerge chiaramente che la situazione politica indiana non è mai stata un particolare oggetto di attenzione da parte di Mazzini. Un interesse, sia pure marginale, per l'antica cultura indiana è attestato da alcuni riferimenti sparsi e dallo scritto Dei sistemi religiosi d'Oriente particolarmente dell'India, ma, per quanto riguarda gli eventi contemporanei, l'India compare solo nelle riflessioni a caldo sulla Mutiny del 1857, la grande rivolta anti-inglese dell'India del nord, esposte in due articoli: uno su L'Italia del Popolo del 15 agosto 1857 e l'altro in Pensiero e azione del 15 settembre 1858. A quanto risulta, non vi furono mai contatti diretti tra indiani e democratici italiani in esilio a Londra; Srivastava segnala un unico episodio: un invio di fondi da Allahabad per la sot­toscrizione promossa da Mazzini nel 1861, ma il donatore era un inglese.
Non esiste, quindi, un fondamento diretto tra le ragioni, che ispirarono l'influenza di Mazzini in India. Srivastava individua giustamente come prin­cipali fattori di attrazione per l'intelligenza politica indiana tanto le analogie ravvisabili tra la situazione indiana e quella italiana pre-unitaria, che il carattere trascendentale del nazionalismo di Mazzini (cfr. pp. 191-192). Per quanto ri­guarda l'analogia, ciò che conta, ovviamente, non è la sua fondatezza storica, ma il valore assegnatole dagli uomini politici indiani. Le vicende dell'unità ita­liana mostravano il cammino di un popolo da nazionalità soggetta e divisa a Stato sovrano, costituivano perciò un preciso modello per quanti cominciavano a credere all'esistenza di una nazione indiana. La dimensione spirituale degli scritti di Mazzini risultò particolarmente congeniale a diverse generazioni di nazionalisti indiani; in India i movimenti politici moderni nacquero con le asso* ciazioni politico-culturali urbane, ispirate prevalentemente dal costituzionalismo e dal liberalismo inglese. Gli obiettivi principali di queste associazioni erano l'amplia mento della rappresentanza indiana negli organi consultivi del governo e nell'organico della burocrazia e l'attuazione di varie riforme sociali e istitu­zionali, ma il loro riformismo era soprattutto il proseguimento dell'azione di rinnovamento religioso e sociale dei circoli spirituali modernisti, dei quali, spe­cialmente in Bengala, erano membri molti degli stessi uomini, impegnati in battaglie laiche. Quando, negli ultimi anni dell'800, prese forma la spinta poli­tica più aggressiva dei nazionalisti radicali, l'ideologia religiosa hindu, intesa come tradizione in senso stretto o come cultura nazionale, acquistò un peso ancora maggiore, ed in questo quadro venne specificamente esaltato il carattere religioso del nazionalismo di Mazzini.
Gita Srivastava osserva correttamente come sia difficile rilevare una qualche influenza delle idee di Mazzini sugli uomini politici indiani, che non ricono­scono un debito esplicito alla conoscenza delle sue opere, anche quando molti elementi ne suggerirebbero l'esistenza (cfr. pp. 195-196). Abbiamo, infatti, il caso di Bai Gangbadar Tilak, uno dei più autorevoli esponenti delle compagini estremiste del movimento nazionale indiano dal 1894 fino alla sua morte nel 1920, che risulta per molti aspetti una figura conseguente alla teoria e alla pra­tica mazziniana, ma che non ha mai citato Mazzini come modello politico.