Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE; STORIOGRAFIA INDIA
anno <1983>   pagina <44>
immagine non disponibile

44
Giuseppe Flora
L'autrice ha mancato di fornire un'importante documentazione nel caso di Vinayak Damodar Savarkar, il nazionalista marathi teorico dell'insurrezione e della guerra per bande, autore di una versione marathi di alcuni scritti autobio­grafici di Mazzini con un saggio introduttivo di 25 pagine, che divenne presto nn classico della letteratura rivoluzionaria indiana. Srivastava limita la sua do­cumentazione ai testi del biografo di Savarkar, Dhananjay Keer, quando la tra­duzione di quelle 25 pagine, magari in appendice, avrebbe costituito un prezioso completamento della conoscenza dei testi indiani su Mazzini. A proposito di Savarkar, c'è da aggiungere che la sua opera più importante, The Indian War of Independence of 1857 (London, 1909), la prima interpretazione organica della Mutiny come rivolta proto-nazionalistica, denuncia nel titolo un'influenza dei fatti risorgimentali. Fino ad allora si era sempre impiegato il termine sepoy-war, o Mutiny, l'ammutinamento per eccellenza. La definizione di prima guerra d'indipendenza per la Mutiny, sebbene storicamente infondata, divenne assai popolare; curiosamente la si ritrova in un'edizione in lingue estere di Mosca degli scritti sull'India di Marx ed Engels, The First Indian War of Indepen­dence (Moscow, 1960).
Il X capitolo, dedicato agli effetti del pensiero mazziniano su Gandhi e sugli uomini legati al suo corso, torna ad essere di prevalente interesse indiano, dominato com'è dal confronto tra la figura di Mazzini e quella di Gandhi. L'au­trice analizza la non violenza come metodo di liberazione politica, accreditan­dole la capacità di non subire cadute di tensione morale e di porre un'identità tra mezzi e fini. Gandhi supera e rimuove la prospettiva insurrezionale a cui erano legati molti mazziniani indiani; ciò, però, avviene in nome di quella religione della nazione , intesa nella sua propria accezione morale e conforme al senso universale mazziniano: via di emancipazione di tutti i popoli.
L'affievolirsi dell'interesse indiano per Mazzini viene fatto risalire da Sri­vastava, come anche da R. K. Das Gupta (cfr. Mazzini and Indian Nationalism, in East and West, voi. II, Roma, 1955, pp. 67-70), ad un trasferimento di impulsi ideali dalla cultura nazionalista-romantica al marxismo. La rivoluzione russa produsse una vasta eco in India, nazionalisti come M. N. Roy furono attratti nell'orbita dell'Internazionale e alla fine degli anni '20 si costituì una conside­revole compagine comunista indiana. Correnti socialiste si formarono in seno al Congresso Nazionale Indiano; il loro più autorevole esponente fu Jawaharlal Nehru, di cui Srivastava cita alcune riflessioni storico-politiche sul Risorgi­mento e la sua influenza in India, tratte da alcuni passi della versione in hindi della sua autobiografia, Meri kahani (Nau-Dilli, 1944), e del II voi. di Glimpses of World History (Allahabad, 1934).
H saggio di Gita Srivastava è un contributo notevole, articolato nell'intelli­gente disegno di storicizzare i fatti presi in esame. Gli incidenti di percorso rilevabili sono dovuti principalmente all'osservanza eccessiva di quella lettura storiografica del movimento nazionale indiano, dominante in India fino alla fine degli anni '60. Tale lettura nell'ultimo decennio è stata oggetto di una pro­fonda revisione, dovuta ad un ampliamento di orizzonti e di metodo. Il non aver preso in esame il dibattito storiografico esistente limita la studiosa ad un'inter­pretazione riduttiva e schematica nell'analisi dei fenomeni socio-politici in muta­mento tra la fine e l'inizio del secolo.
Il complesso documentario, per le finalità del saggio, è solido ed esteso; a merito della studiosa è doveroso ricordare che, quando pubblicò il suo articolo in Quarterly Review of Historical Studies, esistevano sull'argomento solo due lontani contributi, apparsi entrambi su riviste italiane.