Rassegna storica del Risorgimento

MAZZINI GIUSEPPE; STORIOGRAFIA INDIA
anno <1983>   pagina <45>
immagine non disponibile

Studi mazziniani in India
45
Tra tanti meriti, però, esiste un limite, che investe tutta la trattazione. In Italia, la ricerca ha messo in luce che rinfluenza di Mazzini in India è stata soprattutto il frutto di un'idealizzazione, un modello, che si è voluto adattare alle condizioni e alle specificità culturali e politiche del mondo indiano, ripro­ducendone, secondo gli scopi e per grandi linee, l'essenza. L'immagine idealiz­zata di Mazzini e del Risorgimento ebbe un ruolo considerevole nel clima di fermento, che diede forma e sviluppo al movimento nazionale indiano, ma non per un'applicazione conseguente del pensiero politico mazziniano, bensì per una lettura mitica e simbolica del movimento per l'indipendenza italiana e del­l'operato dei suoi protagonisti (quindi anche Garibaldi e perfino Cavour). Ab­biamo un esempio di questa lettura in Maharashtra, dove uno dei temi preferiti della propaganda nazionalistica tra il 1907 e il 1918 fu l'identificazione tra Maz­zini e Ramdas, il santo hindu guida spirituale della nazione mahrata nel XVII sec, e tra Garibaldi e il guerriero Shivaji. Mazzini fece il suo ingresso nella letteratura rivoluzionaria indiana con la biografia scritta da Lajpat Rai, che inaugura il suo processo di indianizzazione (il mahatma Giuseppe Mazzini); il Mazzini-Ramdas rappresenta il culmine di questo processo: l'eroe-simbolo le cui qualità sono prossime alla sensibilità indiana.
Gita Srivastava sembra ignorare questo aspetto della questione; dalla sua esposizione dei fatti, dalle citazioni, dalle analogie, dai confronti, emerge un quadro storico, che lascerebbe supporre che, dalla metà degli anni '70 del-l'800, si fosse instaurato nel pensiero e nell'associazionismo politico indiano un filone repubblicano-democratico, sempre più popolare con il radicalizzarsi della questione nazionale. Ora questo quadro è semplicemente inesistente, perché in India non ci fu mai, né avrebbe potuto esserci, una simile compagine politica. Viene fatto di chiedersi, come mai la Srivastava abbia eluso sistematica­mente questa precisazione fondamentale, che è la chiave di accesso all'intero argomento; tantopiù che, quello che poteva non emergere nei limiti ristretti di un articolo, doveva necessariamente risultare in un lavoro di più ampio respiro. Una risposta possibile è che l'autrice stessa abbia subito l'indianizzazione del personaggio Mazzini, ovviamente non in forma ingenua, ma in una forma sot­tile, legata all'esaltazione delle caratteristiche romantiche della figura di Maz­zini, così diffusa nelle memorie e negli scritti inglesi della fine del secolo, alcuni dei quali troviamo puntualmente citati nella bibliografia della Srivastava.
Ciò può spiegare anche quella carenza mostrata nell'affrontare il tema dei confronti tra Mazzini e le altre correnti del Risorgimento nella prima parte del lavoro: in linea con quanto gli autori politici indiani trattati hanno sempre pen­sato, la figura di Mazzini giganteggia solitaria su uno sfondo di avvenimenti, che la distanza ha il difetto di rendere troppo uniforme.
GIUSEPPE FLORA