Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI PRIVATI; LOMBARDINI (FAMIGLIA) ARCHIVIO; SEZZE STORIA S
anno <1983>   pagina <55>
immagine non disponibile

L'archivio Lombardini a Sezze
55
La vecchia nobiltà continua ad inneggiare al papa-re mentre i borghesi, al di la di pochi eccezioni, stanno alla finestra pronti a schierarsi con il vincitore. Sarà proprio questo ceto che, passato l'entusiasmo iniziale, governerà le sorti di Sezze, cercando appoggio anche nella Chiesa. Contro costoro si scaglieranno gli spiriti più illuminati che rivendicheranno una gestione più democratica della cosa pubblica intesa a risolvere i gravi problemi di cui soffriva la città. La classe lavoratrice invece, delusa, si orienterà progressivamente verso il so­cialismo.
Cultura e Scuola.
Air inizio dell'800, dopo la grande fioritura del secolo precedente, la cui* tura a Sezze appare in grave declino. Preoccupati di ciò, i coniugi Pacifici-De Magistris, venendo a morire senza figli tra il 1820 e il 1825, lasciano eredi universali ù"ei loro cospicui beni, la città di Sezze. Nell'intento dei benefattori, tali beni devono essere destinati alla istituzione di pubbliche scuole nel paese, premessa indispensabile per quel rinnovamento degli studi di cui si lamenta la decadenza. 16>
A Sezze esisteva già un seminario di nobili tradizioni, frequentato anche da chi non intendeva abbracciare la carriera ecclesiastica. Ih tale contesto, la volontà dei coniugi può trovare la sua giustificazione solo nella scarsa fiducia che gli stessi dovevano nutrire verso il seminario, giudicato forse insufficiente e inadeguato a promuovere l'auspicato rinnovamento degli studi. Il fatto stesso che l'esecuzione del testamento non sia stata affidata all'alto clero, ma a due semplici arcipreti e a due laici, dimostra come i De Magistris nutrissero riserve in proposito.
I timori si rivelarono fondati. Aperto il testamento nel settembre del 1825, la commissione esecutiva avvia subito i lavori per l'istituzione delle scuole pubbliche (tre secondo i desideri dei testatori: una maschile, una femminile ed un'altra di arti e mestieri). Dopo l'inventario dei beni si procede alla nomina del presidente del Consiglio di Amministrazione del lascito nella persona del sacerdote romano Felice Battaglia, avvocato, cui viene affidata anche la cattedra di legge nella futura scuola maschile. Al tempo stesso vengono intrapresi, in uno dei tre edifici cittadini di cui i De Magistris erano proprietari, lavori di grande portata per l'installazione di fucine e laboratori per la scuola d'arti e mestieri. Ma l'intervento della Santa Congregazione degli Studi e l'arrivo a Sezze nel 1826 del suo stesso prefetto, l'allora cardinale Cappellai*!, bloccano tutte le iniziative. In breve il prefetto decreta il non luogo a procedere. Motivo uffi­ciale: l'insufficienza dei fondi.
È legittimo avanzare seri dubbi sulle valutazioni del Cappellari relativa­mente alle finanze del lascito. Esse, infatti, appaiono in netto contrasto con quanto minuziosamente previsto nel bilancio, parte integrante del testamento, che appare in grado di sopportare le spese di impianto e di conduzione delle scuole ipotizzate. Sembra del resto difficile credere che persone così lungimi­ranti non conoscessero l'entità delle loro rendite. Inoltre, le ristrettezze denun­ciate dal prefetto non impedirono nella seconda metà del secolo che dal lascito
10 Testamento della noHUlonna Giacinta Pacifici in De Magistris;, Sozzo, Tip. Me­loni, 1896, p. 10.