Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI PRIVATI; LOMBARDINI (FAMIGLIA) ARCHIVIO; SEZZE STORIA S
anno <1983>   pagina <70>
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Libri e periodici
collegata al suo impegno ed ai suoi orientamenti politici: basti pensare al suo ruolo di protagonista nella neonata Banca di Torino e soprattutto per quanto riguarda la fusione fra questa e la Banca di Genova, sfociata nella costituzione della Banca Nazionale. Sono tutti aspetti dell'attività pubblica e privata cavouriana già mirabilmente illustrati da Ro­sario Romeo nella sua biografia del conte, che qui trovano comunque ulteriori e spesso interessanti precisazioni.
Il materiale inedito pubblicato nel presente volume non altera certamente, neppure nei dettagli, l'immagine del Cavour politico ormai consolidata. Semmai conferma ancor più la sua posizione ferma, consapevole e pugnace, non certo fruito di flaccida evasione in un ambiguo ce centrismo , di uomo piste milieu, altrettanto insofferente di esagitazioni democratiche come di caparbie allucinazioni reazionarie. Da questo punto di vista, il contributo inedito più significativo offerto dal presente volume è rappresentato senza dubbio dalle lettere indirizzate ad Alessandro Bixio, il fratello maggiore di Nino, emigrato gio­vanissimo in Francia dove seppe ritagliarsi una posizione di spicco nel mondo politico e finanziario della monarchia di luglio prima, e del Secondo Impero poi. Non è comunque senza qualche emozione che si rileggono le righe indirizzate nell'aprile del 1849, a poco più di un mese dalla catastrofe di Novara, a Mélanie Waldo (in un primo tempo, la destinataria della lettera in parola era stata identificata dal Chiala, che poi rettificò l'attri­buzione, alla contessa di Circourt): Un amour-propre excessi peut m'égarer, mais j'ai l'intime conviction que si l'on avait écouté mes conseils, si j'avais mane le pouvoir, j'aurais sans effort de genie sauvé le pays et, à l'heuxe qu'il est, fait flolter l'étendard italien sur les Alpes Styriennes. Mais mes amis se sont joints à mes enemis (sic!) ponr me tenir éloigné du pouvoir. J'ai passe le temps à déplorer les fautes qu'il aurait élé bien facile d'evi ter .
In appendice è ripubblicato il testamento del 9 aprile 1849, nel quale era nominato erede universale il fratello Gustavo. Nell'ultimo punto (il 12) del testamento stesso Cavour, dopo aver raccomandato caldamente al suo erede, ma senza ulteriori specificazioni, a le povere famiglie che abitano le nostre risaie , dava pure disposizione affinchè* fossero celebrate, in suffragio della sua anima, messe lette numero cento, fra il più breve termine possibile . Omaggio alle tradizioni locali e familiari, o sincera preoccupazione di rendersi più sicura e agevole la via del paradiso?
L'opera del curatore, Carlo Fischedda, è come sempre, nel caso suo, impeccabile: filologicamente accuratissima; precisa ed esauriente, senza inutili e compiaciute sovrabbon­danze, nelle scrupolose note illustrative.
ALBERTO AQTTARONE
PLACIDO ANDBIOLO, Paolo Restuccia nella lotta antiborbonica; Messina, Naxos, 1977, in 8, pp. 119 con ili. S.p.
Il libro è una monografia dedicata all'eroe stefanoto Paolo Restuccia, ed è costata all'autore due anni di continue ricerche. Prima di lui nessuno aveva mai scelto come soggetto la vita di questo cospiratore delle rivoluzioni messinesi del 1847-48. Nello svi­luppare la biografia del Restuccia, egli ha inoltre delineato la storia della città peloritana nel periodo pre-unitario.
Paolo Restuccia nacque a Santo Stefano di Briga (Messina) nel 1815. Dal 1843 al 1846 fu sindaco; In questo lasso di tempo potenziò l'autorità amministrativa, rimise in sesto la cassa comunale, rivendicò al Comune prerogative e beni immobiliari che gli erano stati usurpati, esegui opere pubbliche da tempo richieste dalla popolazione. Fin dall'anno del suo matrimonio, avvenuto nel 1838, fu membro del Comitato insurrezionale messinese. L'insurrezione del 1* settembre 1847 lo vide a capo degli insorti insieme a Pracanica, Sant'Antoni e al Krimy; fu uno del patrioti che più si distinsero per slancio ed eroismo.
Repressa la rivolta nel sangue dal maresciallo Land! il 30 settembre, Paolo Restuccia, bandito dalla Sicilia, parti esule per Marsiglia. Nel febbraio 1848, dopo quattro mesi di esilio, riapprodò a Messina <r deciso a combattere, a guidare e a sostenere gli sforzi della città impegnata fin dal 28 gennaio, nella rivoluzione .