Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVI PRIVATI; LOMBARDINI (FAMIGLIA) ARCHIVIO; SEZZE STORIA S
anno <1983>   pagina <72>
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Libri e periodici
mossero spinti dalla presenza della figura carismatica di Garibaldi. Fu sufficiente la notizia dello sbarco dei Mille sull'isola per ridare fiato ad una rivolta già asfittica e per fare esplodere, in gran parte della Sicilia, la rabbia contadina contro i signori . Il 12 maggio scesero in piazza i contadini di Termini Imerese, Petralia Soprana e Sottana, di Cefalù; il 13 insorse Mistretta, il 14 Bisacquino, il 15 Valguarnero e Noto, il 17 Alcara Li Fusi. Successivamente Girgenti, Caronia, San Fratello, Bronte e molti altri centri ancora.
Ad Alcara Li Fusi una manifestazione di braccianti e pastori in favore di Gari­baldi e Vittorio Emanuele si concluse con l'uccisione di undici persone tra cui il sindaco e tre adolescenti, tutti appartenenti alla borghesia agraria del paese. Lo stato di anarchia si protrasse per circa un mese e il processo che poi si celebrò, il primo per fatti del genere da parte del nuovo governo, si concluse con la condanna a morte di dodici individui e ai ferri di un'altra ventina. Violenze, saccheggi, eccidi si verificarono in diversi altri centri tra cui Bronte, il più. noto e Punico finora studiato, famoso per i possessi che vi avevano gli eredi di Orazio Nelson e per l'intervento di Bixio. Commissioni speciali, condanne ed esecuzioni soffocarono la rivolta dei contadini di cui pure il governo garibaldino si era interessato stabilendo, con legge del giugno, la divisione delle terre dei demani comunali tra tutti i capi famiglia poveri non possidenti, con una quota certa per ce chiunque si sarà battuto per la patria .
Si è parlato di rivoluzione tradita da parte di chi, di quei rivolgimenti si era gio­vato per scacciare il Borbone dalla Sicilia, senza tener presente che Garibaldi non avrebbe potuto in realtà sviluppare una concreta politica democratica senza tradire i suoi ideali unitari fondamentalmente divergenti da quelli di un popolo per il quale risorgimento voleva dire affrancamento economico-sociale, come la libertà voleva dire terra, cioè sosten­tamento per tutti. E se anche Garibaldi e i suoi avessero voluto appoggiare i moti contadini, come avrebbero potuto farlo senza condannare al fallimento sicuro la campagna militare e di conseguenza la stessa rivoluzione sociale? Sono due mondi che non si toccano quello dei garibaldini e quello dei contadini siciliani, portatori gli uni di un ideale di libertà vuoto di significato per gli altri che aspiravano ad ini concreto miglioramento delle proprie condizioni di vita.
L'esplorazione di uno dei tanti fatti della storia siciliana del 1860 operato da Siino riveste una notevole importanza. L'autore ci porta a contatto con i problemi, con la realtà, con i rancori e le aspettative della gran massa della popolazione, vista attraverso il mi­crocosmo di Alcara Li Fusi, un paese agricolo come tanti altri del messinese e del catanese. Tutta la documentazione inedita riportata in appendice al volume dà la misura esatta della cura con cui le autorità del nuovo governo cercarono di arginare la rivolta contadina riportando l'ordine e la legalità al più presto. Siino giunge a parlare degli avvenimenti di Alcara dopo una lunga premessa sul problema della terra in Sicilia e sulle motivazioni di quella che anche lui considera una rivoluzione tradita , premessa un po' lunga, a nostro giudizio, che nuoce all'equilibrio del lavoro, ma che trova una sua giustificazione nella chiara volontà dell'autore di mettere bene a fuoco le cause storiche e contingenti che provocarono il divampare dell'incendio rivoluzionario e le sue estreme conseguenze. Ci auguriamo ohe questo lavoro non resti isolato, ma rappresenti al contrario il primo di una serie di studi di storia locale volti a focalizzare il tentativo operato nel '60 dai contadini siciliani di diventare soggetto e non più forzatamente oggetto passivo di storia.
ANNA MARIA ISASTIA
Die Proto/colle de otterreiahiachen Minilerrates, 1848-1867, Serie V, Die Ministerien Erzherzog Rainer und Meimdorff, voi. II, 2. Mai 1861-2. November 1861, a cura e con introduzione di STKFAN MALFIDI, con una prefazione di CERALO STOTJRZH, Wien, òsterreichischer Bundesvorlag, 1981, in 8, pp. XLVIII-536. S.p.
Con ammirevole rapidità e invidiabile puntualità continua la pubblicazione dei protocolli del consiglio dei ministri austriaco. Questo volume, splendidamente curato da Stefan Malfèr, riguarda una fase di grandissima importanza della storia asburgica: il