Rassegna storica del Risorgimento

COBIANCHI GAETANO
anno <1983>   pagina <132>
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Francesca Sofia
politica di questo dato, la perdita dell'indipendenza, si finiva cioè per disco­noscere che nella rivoluzione avevano trovato un proprio esito mature esigenze politiche e sociali, e che, se la Francia aveva costituito ini modello ed un incen­tivo fu molto di più un esempio attivamente rielaborato in funzione di una tradizione che alla fine del XVIII secolo manteneva intatta tutta la sua mo­dernità.
Ma conviene sottolineare che, se indubbio carattere derivato mantengono i ritmi e le scadenze del processo rivoluzionario - tuttavia con una sincronia con la maggiore repubblica che è già un primo indizio di un'originalità delle vicende ginevrine rispetto alle altre repubbliche sorelle, imputabile in parte ad una maggiore contiguità territoriale che permetteva ima più rapida circola­zione delle idee non altrettanto si può dire per quanto attiene ai contenuti puntuali concretizzatisi nelle istituzioni politiche e nei messaggi ideologici. E ciò è riconducibile principalmente a due circostanze particolari che sembrano costituire di per se stesse un ostacolo a qualsiasi facile assimilazione alle vi­cende francesi: una funzionalità delle proprie istituzioni, che per tutto il secolo erano state un punto obbligato di riflessione per il pensiero politico illumini­stico; e, strettamente legato al primo elemento, il fatto che la grand peur a Ginevra non fu provocata dall'accerchiamento delle potenze coalizzate e da un possibile ritorno degli émigrés, ma trovò alimento nei ripetuti tentativi compiuti dalla Francia, per evidenti ragioni economiche e strategiche, di annettere la repubblica, creando perciò all'interno dei gruppi politici ginevrini, pur con sfumature diverse, dovute alla differente collocazione ideologica, un atteggia­mento oscillatorio nei confronti della Francia, inversamente proporzionale alla rivalutazione della propria tradizione e alla proposta di modelli alternativi.
Ma che cosa costituiva la repubblica ginevrina alla vigilia del 1789? Indub­biamente, malgrado le sue istituzioni repubblicane, uno Stato d'ancien regime, se con questa espressione s'intende una società organica ed unitaria strutturata in una gerarchia di ordini sociali che trovavano la loro definizione nelle leggi fondamentali dello Stato. Le distinzioni tra citoyens, bourgeois, natifs, habitants e sujets mantenevano, anzi, a Ginevra una rilevanza costituzionale più di quanto non avvenisse in Francia, pur riservando tutte le funzioni politiche, special­mente dopo l'emissione del Code Noir del 1782 che aveva posto termine alle lotte costituzionali del XVIII secolo, saldamente in mano all'aristocrazia citta­dina. Secondo dati recenti,4 quest'ultima non superava il numero di 90 fami­glie, mentre i natifs e i sujets venivano a costituire complessivamente il 76 della popolazione totale. Essi erano del tutto esclusi dal godimento dei diritti politici, mentre, com'è noto, l'iniziativa dell'opposizione al governo oligarchico era tradizionalmente confidata nelle mani della bourgeoisie, che, con più o meno libertà di movimento, vedeva sancito il proprio potere di controllo sugli organi governativi, venendo a costituire, secondo un'interpretazione diffusasi agli inizi del secolo sulle orme di Burlamaqui, la componente democratica dello Stato. 1fÌ
*) Cfr. 0' MABA, Genova in the XVIllth Century: a Socio-Economie Study of the Bourgeois' City-stata during its golden ago (Tesi di dottorato dattiloscritta), Berkeley, 1954, pp. 37 sgg. Secondo C. DABOIBR, Esalse Case, citoyen de Genève, Paris, 1876, p. 20, note 2, su di una popolazione complessiva di 24712 residènti negli anni '80, si potevano calcolare invece 2965 citoyens e bourgeois, 3806 natifs e 1355 habitants e sujets.