Rassegna storica del Risorgimento
COBIANCHI GAETANO
anno
<
1983
>
pagina
<
133
>
Ginevra della rivoluzione francese 261
Questo il quadro della vita politica ginevrina, quando nel gennaio 1789 per un improvviso tumulto suscitato dal rincaro del pane, il governo oligarchico dovette promettere e portare a termine una revisione della costituzione del 1782. Approvato in Consiglio Generale a larga maggioranza di suffragi, il nuovo editto in effetti introduceva alcune modifiche parziali all'esclusivo governo aristocratico precedente, ristabilendo la maggioranza assoluta di voti in Consiglio Generale per la rielezione alla funzione di sindaco, revocando la sentenza d'esilio ai représentants, ammettendo alla borghesia i nativi della quarta e quinta generazione. Fin qui la lotta politica sembrava ancora muoversi nel solco della dialettica tradizionale, con limitate concessioni da parte dei Consigli di governo, salvo ad essere semmai revocate qualora si presentasse il momento opportuno. Ma ciò che modificò i termini del dibattito sulle istituzioni ginevrine fu la risentita protesta di un gruppo di représentants in esilio. Con due lettere indirizzate al Procuratore Generale e ai membri aggiunti del Consiglio dei Duecento,6) l'editto di pacificazione da poco sancito veniva discusso e rifiutato in ogni sua disposizione, e proprio basandosi sull'esempio di ciò che stava avvenendo in Francia. Con questo scritto singolare, la cui redazione fu in gran parte opera di Dumont,7) si invitavano i cittadini a ricuperare le forme liberali adatte ad una repubblica: la Francia doveva costituire un incentivo. Anche Sé poi le due situazioni non permettevano una facile assimilazione e sollecitavano, anzi, inevitabili confronti. Nuova veniva definitiva l'aristocrazia ginevrina nel titolo dell'opera, e nell'introduzione veniva ad essa esplicitamente negata la caratteristica di un ordine; la sua considerazione sociale trovava fondamento nelle ricchezze che questa aveva accumulato nell'esercizio del commercio e per mezzo del controllo delle corporazioni, ma non poteva ambire a nessun titolo di vecchia data, né trovava riscontro negli editti fondamentali, che sancivano l'eguaglianza politica.
In effetti, tutto il discorso di Dumont era teso a dimostrare l'inesistenza di un potere aristocratico nella storia politica della repubblica, e la conseguente
5) Per gli eventi di questo primo tumulto, efr. H. FAZY, Genétte de 1788 à 1792, la fin d'un regime, Genève, 1917, pp. 1-48.
6) Réclamation des genevois pairlot.es établis à Londres conlre la nouveUe Aristocratie de Genève. Contenue dans deux Letlres au Procureur- General et aux Adjoints. Seconde éditión. Ganti. 1789. Le due lettere erano apparse prima prive dell'introduzione datate Londres le 17 juin 1789 ; in seguito vennero pubblicate in questa nuova veste una prima volta a Parigi e quindi a Gand. I firmatari erano J. J. Chalon, Léonard Voullairc, J. M. Siordet, Jacob Siordet, André Vezian, D. de la Roche, Gédéon Maoaire, P. Louis Robin, Ant. Jacq. Roustan, pasteur, L. Mercier, pasteur, Jean-Pierre du Roveray, Isaac du Rove-ray, D. Privai, Jean-Francois Bianche, Jean Chalon, P. Et. Dumont, min. du S. Ev. , venendo perciò a sancire già una distinzione politica all'interno dell'emigrazione: non vi comparivano infatti né Grenu né d'Ivernois.
I membri aggiunti (efr. L. FDLPIUS, L'organi sali on des pouvoirs poliiiques dans la constUufUm. de la République et cantori de Genève, Genève, 1942, p. 31) costituivano un gruppo di 36 bourgeoia estratti a sorto da una lista compilata secondo criteri cenaitarì che svolgevano funzioni consultivo noi confronti del Consiglio dai Duecento; venivano quindi a sostituire l'opera di controllo tradizionalmente esercitata por mezzo dol diritto di représentation, che l'editto del 1782 avevo abolito.
7) Cfr. E. DUMONT, Souvenirs sur Mirabeau et les deux premières assetnblées legislative, a cura di J. BENETBUT, Paris, 1951, p. 41.
8) Réclamation, cit., p. u nota 1.