Rassegna storica del Risorgimento
COBIANCHI GAETANO
anno
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1983
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pagina
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135
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Ginevra della rivoluzione francese 263
mia rivoluzione.W) D'altra parte, sarà egli stesso a confessare più tardi, nei SOM venir** che la sua adesione alla Rivoluzione francese non implicava il ripudio del modello costituzionale inglese, ma che al contrario nasceva dal meditato intento di veder realizzato quest'ultimo in Francia: je n'avais pas beaucoup réfléchi sur les cjuestions qui divisaient la Franco >, aveva affermato poche righe prima.14) Non stupisce per questi motivi vederlo a Parigi, insieme agli altri représentants, du Roveray e Reybaz, costituire Yéquipe di Mirabeau e propugnare instancabilmente dalle pagine del Courrier de Provence, di cui era redattore, l'accordo tra la monarchia e l'Assemblea, definire la costituzione che la Francia adotterà nel 1791 véritable monstre... trop de république pour une monarchie, et trop de monarchie pour une république >,15J indirizzare Ginevra verso una riforma in senso liberale dei propri editti politici e alla loro conseguente redazione.
Si può senz'altro affermare che fu per la pressione ideologica esercitata dalla Francia che l'editto di pacificazione trovò una prima revisione nel Consiglio dei Duecento, ristabilendo i représentants nelle funzioni che ricoprivano prima del 1782 e reintroducendo il diritto di associazione per fini politici e quello di rimostranza. L'oligarchia aveva perduto il suo tradizionale appoggio nella monarchia lancieri regime, anche perché l'Assemblea Nazionale aveva unanimamente accolto la difesa dei représentants. Queste non potevano essere però che riforme parziali. La stessa propaganda francese portava a reclamare l'eguaglianza politica, e sappiamo che sia nel Consiglio dei Duecento sia tra i nativi e gli abitanti fu questa la spinta ideale sulla via di successive riforme. 16> I disordini scoppiati nel febbraio portarono così all'adozione dell'editto, sanzionato poi in Consiglio Generale, e conosciuto come il Code du Roveray, come alla successiva consolidazione delle leggi di rilevanza pubblicistica, compiuta da una commissione istituita ad hoc e composto dai membri del Piccolo e Gran Consiglio, al fine di armonizzarle alla nuova costituzione. Entrambi erano opera dei représentants più aperti alle nuove istanze, ma indubbiamente, e per giudizio comune, costituivano un'opera di compromesso. 17>
?3j Crv anche le brochures redatte allo scopo di contrastare la funzione di garante degli editti politici che la Francia aveva in precedenza esercitato nei confronti di Ginevra, Extrait d'une lettre de M. Dum.t de Paris le 30 dicembre 1789 a Ant.e Mouchon, e Supplément au TU CXLI du Palriote Francois. Sur la contribution et la garantie des Genevois. Lettre à M.de Volney, Paris 22 décembre 1789, a firma di E. Clavière, J. A. du Roveray, L. E. Dumont, quest'ultima pubblicata da 0. KARMIN, Une offrande genevoìse à l'Assemblée Nationate, in Annales Révolutionnaires, 2 (1909), pp. 507-510.
M) E, DUMONT, Souvenirs, cit., p. 43.
13) /tn, p. 183. Sull'esperienza francese dei tre ginevrini e sulla loro collaborazione con Mirabeau, cfr. J. BENETRUY, L'Atelier de Mirabeu, qua tre proscrits genevois dans la tourment révolutionnaire, Genève, 1961, da integrare, per quanto riguarda Reybaz, con P. PLAN, Un coUàborateur de Mirabeau, documenti inédites, précédés d'une notìce, Paris-Neucbàlel, 1874. Per una visione d'insieme della personalità di Dumont, cfr. la biografia di J. MAUTIN, Etienne Dumont, 1759-1829. L'ami de Mirabeau, le voyager, le patrìote genevois, NeucMtcl, 1942.
16) Cfr. H. FAZY, Genève de 1788 à 1792, cit., pp. 188-215.
17) Cfr. le puntuali osservazioni di M. PETER, Genève et la Revolution, cit., I, pp. 6-7, sia per quanto riguarda l'editto, approvato il 22 marzo 1791, sia per l'atteggiamento con* tradtli torio dell'aristocrazia. Oltre a du Roveray, rientrato a Ginevra nel luglio 1790, il lavoro della commissione fu in maggior parte svolto da Dumont e Bérenger, quest'ultimo uno dei più convinti sostenitori, nel partito dei représentants, dei diritti dei natìfs.