Rassegna storica del Risorgimento
ANTIGARIBALDINISMO FRANCIA 1860-1868; FRANCIA OPINIONE PUBBLICA
anno
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1983
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pagina
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142
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270 Francesca Sofia
port des citoyens ckargés par le Club de VEgalité de lui proposer leur idées sur la base oVune bonne constìtution era interamente dominato dalle parole d'ordine rivoluzionarie, con un evidente e ben comprensibile richiamo alle teorie politiche del ginevrino Rousseau: così la legge veniva definita l'espressione della volontà generale della nazione, l'eguaglianza naturale fonte dell'eguaglianza politica, il sovrano base di tatti i poteri e che il peut en tout tems les déleguer e les révoquer . Ma dietro questo ideologismo di fondo erano già visibili i problemi particolari che Ginevra doveva affrontare. Alle Bases Constitutives che sarebbero dovute servire di fondamento al nuovo potere e formulate sulla scia delle conquiste francesi separazione dei poteri, esercizio ed educazione nazionale, responsabilità dei funzionari pubblici facevano seguito alcune disposizioni preliminari che portavano alla luce quali fossero gli obiettivi concreti per i quali le classi più emarginate avevano combattuto, e che cosa queste intendessero per ancien regime . Veniva perciò richiesto, prima di istituire un potere costituente, di fissare le modalità di accesso degli abitanti e domiciliati al diritto di cittadinanza, la soppressione delle tasse indirette sui generi di prima necessità, la cassazione delle sentenze pronunciate per cause politiche e la conseguente riabilitazione della memoria dei condannati, il licenziamento della guarnigione dipendente dal potere esecutivo. Ma chi avrebbe dovuto redigere la nuova costituzione? Definendo la nazione sovrana, il redattore del rapporto doveva decisamente optare per l'istituto della rappresentanza: bisognava eleggere una Convenzione Nazionale, anche se era costretto a riconoscere che ce moyen est contraire à un ancien usage.Xì
Fu proprio il tono francese di queste proposte che suscitò le critiche negli ambienti maggiormente legati al vecchio ordine. Per Pierre Prevost, una una delle personalità più brillanti dell'intellettualità ginevrina, l'intero rapporto era minato da un vizio di fondo: la confusione concettuale tra libertà civile ed eguaglianza politica: questa era inversamente proporzionale a quella. Introdurre l'eguaglianza politica avrebbe significato invece estendere i poteri degli organi esecutivi, costretti per mantenerla a statuire Tégalité des fortunes, peu ou point de luxe : la democrazia conduceva ad un'eguaglianza sostanziale. Le differenze di condizione sociale, di cultura, di proprietà, proprie di una città commerciale come Ginevra, creavano all'interno della società delle cesure che nessuna eguaglianza formale sarebbe riuscita a colmare. Anzi, quest'ultima, risolvendo in uniformità indistinta le prerogative che da tempo immemorabile la costituzione ginevrina stabiliva, avrebbe lasciato adito, e solo allora, al formarsi di un'aristocrazia che non avrebbe più trovato un freno nelle istituzioni. Le sue argomentazioni nascevano dall'inevitabile paragone con le democrazie della tradizione classica ed erano tese a rivendicare a Ginevra una modernità di strutture, di cui era stato da sempre il convinto assertore. Già nel 1783 in una memoria letta all'Accademia di Prussia concernente l'economie des an-ciens gouvernemens compare à colui des gouverneraens modernes aveva ammonito a non confondere in una terminologia comune situazioni che la storia si era incaricata di differenziare. Repubbliche nell'antichità erano ces formes
3Q Apparso a Ginevra il 2 dicembre (cfr. E. RIVOIHE, Bibliographie1 eit,, I, pp. 576-577, n. 3641).
37) Considéralions sur l'égalité, port. pp. 5-8 e VEgalité, apparso a Ginevra nei primi giorni del dicembre 1792 (cfr. per l'attribuzione a Prevost come per la datazione cfr. E. RrvomE, Bibliographie, cfc, I, p. 577, n. 3649-3646).