Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
anno <1983>   pagina <436>
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Francesco Guida
cati a Bucarest, tutti tedescofili: Gazeta Bucuteftilor, Bukarester Tageblatt e Lumina del populista di orìgine bessaraba Constantin Stere, che, in odio alla Russia zarista di cui aveva provato di persona le misure poliziesche, si era schierato a favore dell'occupante tedesco.41) La mancanza di servizi, le devastazioni, il tifo, il mercato nero dei generi alimentari rendevano inoltre le condizioni di vita molto pesanti. *)
Anche il secondo numero della Voce dei Popoli riservò un certo spazio alla Romania. Il russo esule in Italia Karl Kacorovskij (Carlo Caciarowski), studioso di storia sociale e socialista rivoluzionario di destra43* trattò in particolare il problema della Bessarabia: Per terminare la nostra rivista scriveva delle regioni del confine occidentale della Russia, ricordiamo il governatorato di Bessarabia con il suo milione di Rumeni. Questi ultimi non sono sviluppati culturalmente e nazionalmente, né possono aver avuto motivi di scontento verso la Russia,44* giacché come contadini godevano di condizioni migliori che in Romania. Certo, però, essi vorranno ricongiungersi alla Romania quando l'Europa si riassesterà secondo i princìpi di naziona­lità . Una breve nota aggiunta in calce confermava tale previsione: La Dieta [cioè lo Sfatul Tàrii di Chisinàu] di Bessarabia ha ultimamente votato la sua riunione con la Romania .4*)
Su questo evento felice, pur nel quadro di una Romania in ginocchio di fronte agli Imperi centrali, veniva riportato un giudizio dell'organo dell'emi­grazione romena in Francia, La Roumanie: Per nulla al mondo la riunione della Bessarabia alla Romania deve presentarsi sotto i soli auspici delle Potenze centrali... La Romania, qualunque siano le vicissitudini del suo mar­tirio attuale, resta l'alleata dell'Intesa... La ratifica di questa riunione da parte di una Russia, amica ed alleata della Romania e d'accordo con gli altri grandi alleati, avrà un ben altro valore che la sola ratifica da parte dei nemici della Russia.46* Sono parole, come si vede, che sembrano non tenere in nessun conto la nuova situazione in cui si trovavano il Regno di Romania e la stessa Russia bolscevica: il primo aveva tutto l'interesse ad annettere la
D Cfr. B. VALOTA, op. cit., p. 48.
) La Voce dei Popoli, 1,1, aprile 1918, pp. 66-68.
43) Nato a Odessa nel 1870 sin da giovane era entrato nella Narodnaja Volja; arrestato nel 1890 trascorse due anni in carcere e cinque in esilio, durante i quali avviò i suoi studi sul ntir russo. Emigrato a Parigi nel 1903 per sottrarsi alla polizia zarista, insegnò nella locale Scuola superiore russa di scienze sociali diretta da Maksim M. Kovalevskij. In seguito ad amnistia era tornato in patria nel 1906, stabilendosi però di nuovo dal 1909 all'estero e precisamente in Italia, dove restò fino al 1919, quando ne fu espulso. Cfr. A. VENTURI, Rivoluzionari russi in Italia. 1917-1921, Milano, 1979, p. 137; A. TAMBORRA, Umberto Zanotti-Bianco e i rapporti col mondo russo, in Archìvio storico per la Calabria e la Lucania, XLVI, 1979, p. 66.
**) In una conferenza tenuta a lasi il 7 marzo 1914 lo storico Alexandru D. Xenopol a proposito della Bessarabia aveva detto che i contadini costituiscono un altro forte elemento romeno, anche se i boiari sono passati in gran parte alla Russia. E se pensiamo anche alla libertà che viene accordata alla lingua nella chiesa o ai giornali moldavi, possiamo contare in Bessarabia su un'evoluzione positiva per l'elemento romeno (La lotta secolare cit., pp. 120-121).
4* La Voce dei Popoli, I, 2, maggio 1918, p. 43.
*) Ivi, pp. 59-60.