Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
anno <1983>   pagina <437>
immagine non disponibile

Lo Stato nazionale romeno e l'Italia 437
Bessarabia, la seconda non aveva motivo per cederla se pur attraverso un plebiscito peraltro impossibile allora o un'esplicita dichiarazione del governo locale; ambedue non erano più alleati delle Potenze dell'Intesa. Non a caso Sonninò riteneva che non vi era necessità alcuna di esternare, sin dall'aprile del 1918, ad annessione appena proclamata, una opinione sulla questione né di dare altre risposte a Marghiloman . Infatti 'a questione della Bessarabia fu una delle più difficili da risolvere nel dopo­guerra e solo il 28 settembre 1920, con un apposito trattato firmato a Pa­rigi, Inghilterra, Francia, Italia e Giappone riconobbero la sovranità romena su quella regione, senza il consenso degli Stati Uniti d'America, né, ovvia­mente, quello della Russia sovietica.48)
Riguardo alla Romania e ai Romeni attivi all'estero La Voce dei Popoli dava ancora notizie sul gabinetto Marghiloman tedescofilo e sulla costitu­zione del Comitato socialista per l'intesa fra le nazionalità con sede a Parigi in rue de l'Université, 74, cui aderì il già ricordato Nicolae Lupu, come membro del Partito del Lavoro romeno.49)
Il terzo numero della rivista in giugno conteneva tra l'altro una dichia­razione di fedeltà al re Ferdinando da parte del transilvano Simion Mìn-drescu: I cuori dei Romeni vi appartengono per sempre... I Romeni della Transilvania e della Bucovina non hanno altra patria che la Romania. Non riconoscono altro Re all'infuori della Maestà Vostra , nonostante la pace imposta dagli Imperi centrali grazie, egli diceva, al tradimento russo. Da parte sua Toma Ionescu (Thomas Ionnescu), senatore, medico e professore all'Università di Bucarest, noto anche in Francia per la rivista Archives des sciences médicales fondata a Parigi nel 1896, chiedeva, oltre alla Bessarabia, l'unione alla Romania delle terre irredente d'Ungheria.51)
La rivista di Zanotti-Bianco, nonostante l'uscita dalla guerra del Go­verno romeno, dimostrava con quei primi numeri di essere del tutto favo­revole alle motivazioni irredentistiche che avevano dapprima spinto la Ro­mania a intervenire nel conflitto, sostenendo l'emigrazione politica romena, che anche in contrasto talvolta con il governo di Iasi, proseguiva sul terreno della propaganda la lotta contro gli Imperi centrali. Del resto Zanotti-Bianco sin dal 1912 si mostrava perfettamente al corrente dei problemi balcanici e a un ignoto corrispondente, forse romeno, auspicava, in particolare, una pacifica risoluzione del contenzioso bulgaro-romeno; nel settembre 1914, inol­
ia S. SONNINO, Diario 1916-1922 cit., p. 273.
Se ne veda il testo in A. GIANNINI, Trattati ed accordi per l'Europa danubiana e balcanica, Roma, 1936, pp. 330-334 e ora anche in La lotta secolare cit., pp. 279-281.
WLa Voce dei Popoli, I; 2, maggio 191-8, pp; 107-110; per Nicolae Lupu si veda supra, nota 21,
50) Già professore di germanistica all'Università di Iasi, era da tempo tra ì maggiori esponenti del movimento irredentistico romeno, essendo membro della Lega per l'unità poli­tica dei Romeni, nata il 14 dicembre 1914 dalla precedente Lega per l'unità culturale dei Romeni, e quindi vicepresidente della Federala unionista fondata circa un anno dopo. Del suo impegno politico -all'estero lasciò un ricordo nello scritto In Franfa fi in Italia pentru cauta noaslra. 27 septembrie 1917-1 ianuarle 1919, Bucuresti, 1919, dove parlò della Legione romena e del Comitato italiano Pro Romeni , come anche nel suo In serviciul unitSfu mastre nazionale, Bucuresti, s.d.
5 La Voce dei Popoli,}. 3, giugno 1918. pp. 6769, 128-134.