Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
anno <1983>   pagina <438>
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Francesco Guida
tre, illustrando su L'Unità di Salvemini gli scopi della guerra aveva postò tra questi l'annessione della Transilvania e della Bucovina alla Romania, anche se essa era ancora neutrale. La sua posizione, e quella della rivista, finirà per modificarsi sullo scorcio del 1918 e nel 1919, quando gli appetiti romeni gli parvero eccessivi, non meno dei sacrifici territoriali imposti all'Ungheria (poi confermati dalla pace del Trianon del 4 giugno 1920).
In conseguenza, dunque, del disimpegno romeno dalla guerra si formò in Italia (a somiglianza di altre organizzazioni romene in Francia e negli Stati Uniti d'America) un Comitato d'azione dei Romeni di Transilvania, B anato e Bucovina (10 luglio 1918) di cui era presidente Simion Mìndrescu. Il nome stesso del Comitato ricordava quello parigino Comitato nazionale dei Romeni di Transilvania e Bucovina fondato il 30 aprile 1918 da Traian Vuia, Dionisio Axente, Ion Ti?ca, Iosif Muresanu, Patruca e Ion Moga. s> Si avviò nello stesso periodo il progetto di costituzione di una Legione rome­na, raccolta tra i prigionieri austro-ungarici di origine romena, progetto ven­tilato al Congresso di Roma e ora appoggiato da alcuni uomini politici, come Leonida Bissolati, che ebbe rapporti con lo Sturdza e altri rappresentanti deiremigrazione romena d'Italia e Francia. ì Bissolati, peraltro, già prece­dentemente non era stato alieno dal tener presente la situazione della Roma­nia; tra la fine del 1916 e i primi mesi del 1917 egli aveva pensato a uno sforzo dell'Intesa sul Carso per spezzare l'asse Berlino-Costantinopoli, soc­correre i Russi e risollevare i Romeni.55)
Già nel 1917, appunto, il rappresentante del Regno di Romania a Roma aveva chiesto che i prigionieri di origine romena catturati dall'esercito ita­liano venissero separati dagli altri prigionieri austro-ungarici, per essere poi inviati a combattere sul fronte romeno; questo anche quale gesto di amicizia, visto che gli Italiani sudditi degli Absburgo fatti prigionieri dall'esercito romeno erano stati consegnati all'Italia. Del resto a Kiev tra i sudditi austro­ungarici di origine romena fatti prigionieri dai Russi era stata formata una legione composta di volontari transilvani e bucovini, che partecipò alle battaglie del 1917. Ma la pace di Bucarest pose termine alla tratta­tiva italo-romena e all'operazione in corso quando essa era sul punto di decollare. Ecco perché l'iniziativa passò in mano ai Romeni irredenti. Ci si trovò tuttavia di fronte alla cautela di Sonnino, che pensava di favorire certi sviluppi nazionali, ma solo fino a un certo punto, non desiderando lo smem­bramento della Duplice Monarchia, tanto da permettere sì la formazione della Legione romena, come di quella polacca, ma non il loro invio al fronte. Nel
52) L. VAUANI, La politica delle nazionalità, in Archivio storico per la Calabria e Lucania, XLVI, 1979, pp. 29-30. Si tratta del volume dedicato agli Atti del Convegno su Umberto Zanotti-Bianco tenutosi presso l'ANIMI nei giorni 26-27 gennaio 1979.
53) si legga il verbale della seduta costitutiva del Comitato italiano in La lotta secolare eh., pp. 215-216. Esso ebbe sede a Roma in via XXIV maggio, 7. Per il Comitato parigino sì veda supra, nota 40.
*0 ANIMI, Carte Zanotti-Bianco, b. 13, fase. 65, M. Sturdza a Z-B., Roma, 25 ago­sto 1918. Sturdza informa che si reca a Cittaducale, dove erano concentrati gli ufficiali romeni e si preparava la Legione romena, e chiede a Zanotti-Bianco, in sua assenza, di far recapitare al segretario di Bissolati due buste urgenti. SÌ veda anche infra, note 72 e 88.
SS) R. Cor.AprETRA, Leonida Bissolati, Milano, 1958, p. 239.