Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
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1983
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Lo Sialo nazionale romeno e l'Italia 439
suo diario il 6 aprile il Ministro degli Esteri italiano annotava: Ammettevo i corpi speciali cecoslovacco, polacco e rumeno... Si parlasse dei Comitati nazionali e si usassero espressioni di appoggio per le aspirazioni di indipendenza delle nazionalità. Ma non si andasse fino al riconoscimento del governo italiano, facendo credere ad assicurazioni che non potevamo dare. Per voler usare un'arma di più [la propaganda tra le truppe nemiche appartenenti ai vari gruppi etnici, esclusi Tedeschi e Ungheresi], si sarebbe anche creato un pericolo in più nel fomentare il disfattismo nel Regno, col disgustare molti elementi nazionalisti . *> Tuttavia, in base alla convenzione Orlando-Stefanik del 21 aprile 1918, per ciò che riguardava i Cecoslovacchi ogni remora fu messa da parte e il corpo d'armata da essi composto e comandato dal gen. Piccione potè segnalarsi nelle operazioni militari del giugno 1918.
Il 7 maggio 1918 ottantaquattro dei cento ufficiali romeni prigionieri a Cit-taducale si pronunciarono per la lotta all'Austria-Ungheria (i soldati semplici erano invece concentrati nei campi di Fronte d'Amore, Urbania e Terrasini, poi anche a Cavarzere, Mantova, Cavanella, Cuneo e Ostia), ma per il momento vennero soltanto creati reparti di avvicinamento per favorire le diserzioni e raccogliere informazioni. Del resto non mancavano polemiche all'interno dell'emigrazione romena. Il Comitato d'azione dei Romeni di Transilvania, Ba-nato e Bucovina, subì critiche sia dai Romeni del Regno, sia dalle diverse correnti esistenti tra i Romeni di Francia. Oltre alle informazioni fornite da Fasciotti (che si trovava allora in Italia) e da Bonin Longare da Parigi, una non troppo velata critica a Mindrescu si trova anche nella corrispondenza tra Sturdza e Zanotti-Bianco. Il romeno prometteva infatti di raccontare a Zanotti-Bianco la dernière partie de l'ennuyeuse histoire de Siméon Man-drescu , commentando c'est tort de méme bien vexant que plus de trois mois de travail ne nous ait ammené que ce negligeable et negatif succès . ">
Intanto, sempre sulla scia del Congresso di Roma, si era dato vita anche a un Comitato italiano Pro Romeni , presieduto da don Prospero Colonna, con sede in Roma al vicolo Sciarra, 54. Il 31 maggio, sempre nella capitale, all'Augusteo, venne indetta una manifestazione in favore della Romania per iniziativa della Lega patriottica femminile, presieduta dall'anarchica e interventista Maria Rygier (1885-1953). vera anima del Comitato italiano Pro Romeni . Nell'occasione presero la parola Mindrescu, gli onorevoli Giovanni Antonio di Cesarò, nipote di Sonnino, e Angelo Mauri e il professor Amante. Inviarono il loro saluto Orlando che già l'8 maggio aveva inviato un telegramma personale di risposta a Mindrescu Sonnino e Giacomo Bonicelli; infine l'assemblea approvò il testo di un telegramma da inviare al presidente Wilson, in cui si chiedeva il soddisfacimento delle aspirazioni nazionali dei Romeni, cioè l'unione di tutte le terre abitate da Romeni alla madrepatria.58' Per ciò che concerne il massimo responsabile della politica italiana, cioè Vittorio Emanuele Orlando, che inviava, come si è detto, il suo saluto al Comitato italiano Pro Romeni , è da ricordare che nel
*) S, SONNINO, Diario 191 fai922 eh., p. 263.
57) ANIMI, Carte Zanotti-Bianco, b. 13, fase. 65, M. Sturdza a Z-B., Roma, 25 agosto 1918, lettera citata.
5) La Voce dei Popoli, I, 4, luglio 1918. p. 147.