Rassegna storica del Risorgimento

ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
anno <1983>   pagina <440>
immagine non disponibile

440
Francesco Guida
febbraio 1918 egli riceveva informazioni da Giuseppe Antonio Borgese sui rapporti che questi manteneva anche con l'emigrazione politica romena nella neutrale Svizzera.59)
Il 25 agosto si tenne una nuova manifestazione filoromena e ancora una volta il pur prudente Sonnino inviò un messaggio di adesione, del cui testo venne data lettura alla Camera dei deputati che rispose con un frago­roso applauso. Sull'episodio il Giornale d'Italia del 27 seguente pubblicava una lettera non fatta in casa e firmata Uno di Montecitorio , sotto il titolo Echi della polemica: Viva Sonnino! ; mentre il suo direttore Alberto Bergamini (1871-1962), poi divenuto senatore dall'ottobre 1920, ne scriveva il 26 allo stesso Ministro degli Esteri, cui era molto vicino.60)
Al di là di simili manifestazioni pubbliche vi furono anche significative prese di posizioni come quella di Zanotti-Bianco che in luglio protestò perché i prigionieri cechi e quelli delle altre nazionalità sottomesse agli Absburgo non venivano separati e trattati differentemente dagli altri prigionieri. Ciò ovviamente pensando a una loro utilizzazione al fronte o quanto meno sul piano politico, in vista della sconfitta e della dissoluzione dell'Austria-Unghe­ria. Tale intervento era di non scarsa importanza poiché rappresentativo del punto di vista di una parte autorevole dell'opinione pubblica italiana. La Voce dei Popoli raggiungeva moltissimi ufficiali al fronte e godeva l'appoggio politico di Bissolati ed economico di un amico del leader riformista, il sen. Luigi della Torre. Lo stesso Zanotti-Bianco lavorava nella Commissione interalleata per la propaganda oltre le linee nemiche tra i militari austro­ungarici, a fianco di Ugo Ojetti, che lo aveva voluto esplicitamente con sé, forte del consenso di Luigi Albertini.61)
Sempre in. luglio Bissolati nella sua veste di Ministro per l'Assistenza militare e le pensioni di guerra, ma che godeva la piena fiducia del Re organizzava una doppia delegazione, italiana e romena, da inviare al Con­gresso delle nazionalità di Parigi. Da parte italiana i delegati erano: Gaetano Salvemini, Andrea Torre, Maurizio Maraviglia, Giovanni Amendola, il sena­tore Francesco Ruffini, Gino Bezzi, Giovanni Lorenzoni, Umberto Leones, Armando Hodnig e Cleonto Boscolo; da parte romena: Valeriu Pop, che ancora nel 1937 sulla Revue de Transylvanie di Cluj ricorderà la sua espe­rienza con la Legione romena d'Italia,62) Atanasie Mirza, che con Pop condi­videva la vicepresidenza del Comitato presieduto da Mindrescu, Minai Miro-vinici e Jonel Risca, tesoriere e segretario rispettivamente del medesimo Comitato, tefan Otel, Ion Campean, Nestor Salcanu, Ioachim Obada, Alexan-dru Socaciu, anch'egli membro del Comitato ricordato, tefan Binei, Emil Furtureami e Claudio Isopescu, in seguito professore di romeno all'Università di Roma: erano tutti ufficiali, in pratica coloro che dovevano costituire l'ossa­tura della Legione romena. Come in altri casi, fu necessario superare alcune
59) Cfr. L. Tosi, C. A. Borgese e la prima guerra mondiale (1914-1918), in Storia contemporanea, IV, 1973, 2, p. 291. Il testo del telegi anima di Orlando a Mindrescu in La lotta secolare eh., pp. 214-215.
S. SONNINO, Carteggio 1916-1922 clt., pp. 473474.
<") L. VALIANI, La politica delle nazionalità clt., pp. 34-37; La Voce dei Popoli, I, 4, luglio 1918, p. 154.
**) V. Pop, La légion roumaine d'Italie, in Revue de'Transylvanie, 1937, 2, pp. 154-166.