Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
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1983
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Lo Stato nazionale romeno e l'Italia 449
Transilvania, possibilmente composto dai Romeni di Ungheria prigionieri in Italia (in numero di 40.000 secondo Lucaciu, ma precedentemente si era parlato di cifre inferiori), cioè dalla Legione Romena di cui si è già parlato. Secondo Lucaciu si sarebbero rinverdite le glorie delle legioni romane che si recarono in Dacia all'epoca di Traiano, poiché egli non mancava di attribuire alla nazione romena un genio romano-latino . In realtà la sua richiesta era ormai superata dagli eventi, essendo già in azione l'esercito regolare romeno, affiancato dalle milizie organizzate dai dirigenti romeni di Transilvania, Restava attuale il proposito di creare una Grande Romania, dal Nistro fino al Tibisco , dalle gran-di possibilità economiche e aperta alla penetrazione dei capitali occidentali, compresi quelli dell'* Italia Sorella .lon Negli stessi giorni in cui i giornali italiani parlavano della ripresa della guerra da parte romena, notevole risalto venne dato a una dichiarazione del transilvano Alexandru Vaida-Voevod, 102> esponendo del Partito Nazionale Romeno (PNR) di Transilvania, il quale chiese alla Camera dei deputati ungherese, di cui faceva parte, che rappresentanti romeni sedessero al tavolo della pace, poiché il Parlamento e il Governo di Budapest non rappresentavano il popolo romeno di Transilvania e d'Ungheria.103 La notizia suscitò grandi entusiasmi a Iasi nonostante il pesante intervento della censura. Le trattative avviate dai rappresentanti del PNR, di gran lunga più forte del suo momentaneo alleato Partito Socialdemocratico dei Romeni di Transilvania, con i radicali ungheresi e il conte Michele Kàrolyi (18754955), dal 31 ottobre Primo ministro della Repubblica ungherese ormai separata dall'Austria, non ebbero successo: 104> le promesse di massima autonomia non potevano più soddisfare i Transilvani romeni che vedevano bene come la storia offrisse loro l'occasione di separarsi definitivamente dall'Ungheria e unirsi ai fratelli di razza che vivevano a Sud dei Carpazi Così il Consiglio nazionale transilvano, di cui facevano parte PSD e PNR, ma dominato da quest'ultimo, prese sin dall'inizio di novembre il controllo della Transilvania.
ioi) La Voce dei Popoli, I, 9, dicembre 1918, pp. 17-19. Nello stesso numero della rivista (pp. 94-100) vennero pubblicati il proclama del re Ferdinand al popolo romeno, Vultimatum a Mackensen, una cronistoria degli avvenimenti recenti di Transilvania e Bucovina e delle trattative intercorse inutilmente tra il Consiglio nazionale romeno di Transilvania e il Consiglio nazionale magiaro e altra documentazione.
102) Vaida-Voevod fu in seguito più volte Primo ministro della nuova Romania: dal dicembre 1919 al marzo 1920, dal giugno all'ottobre 1932 e dal gennaio al novembre 1933. 11 primo di tali Governi seguì l'affermazione elettorale del cosiddetto Blocco democratico, gli altri appartengono alla lunga serie dei Gabinetti nazional-contadini.
IP?) // Messaggero, 23 e 28 ottobre 1918.
104) Nell'incontro ufficiale svoltosi nella prefettura di Arad dal 13 al 15 novembre 1918 il Consiglio Nazionale romeno di Transilvania fu rappresentato dai suoi dodici componenti (sei socialdemocratici; Tiron Albani, Enea Grapini, lon Flueras, Bazil Surdu, Iosif Jumanca e Iosif Renoiu; sei del PNR: Veslie Goldis, Teodor Minali, tefan Cicio-Pop, Aurei Vlad, Alexandru Vaida-Voevod e Aurei LazSr) più Iuliu Maniu, che sarà per l'intero perìodo tra le due guerre uno dei massimi protagonisti della vita politica romena; la delegazione ungherese era guidata da Oszkar Jaszi (di cui si tornerà a parlare più avanti), che lasciò testimonianza di quelle trattative in Vissaemlèkezés a roman nemzeti, comitéval folyotott aradi targyolasaimra, Cluj, 1921 (apparso dapprima nella rivista Napkelet) e in Magyar kalvaria, magyar foltamadas, Vienna, 1921.