Rassegna storica del Risorgimento
ITALIA RELAZIONI CON LA ROMANIA 1916-1920; ROMANIA RELAZIONI CO
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1983
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Lo Stato nazionale romeno e l'Italia 451
la secondo luogo Kàrolyi condannava duramente l'atteggiamento tenuto dai dirigenti ungheresi verso le minoranze etniche della Corona di Santo Stefano, ossessionati come erano dall'idea di magiarizzare i Romeni, gli Slovacchi, i Czechi, i Serbi , specificando che la Transilvania, dove si trovano due milioni e mezzo di Romeni, non aveva quasi nessun rappresentante nel Parlamento . Tale politica snazionalizzante, antidemocratica, contraria al suffragio universale danneggiava le nazionalità incorporate nell'Ungheria e danneggiava gli stessi Magiari. Infine Kàrolyi si poneva il problema degli sviluppi possibili della situazione politica per ciò che concerneva il suo paese. Egli si illudeva sulla possibilità di convocare una conferenza preliminare degli Stati sorti dalle ceneri della Monarchia austro-ungarica (Austria, Ungheria, Boemia e Jugoslavia) e con la Romania, per salvarsi tutti dal caos economico e dall'anarchia politica; che bastasse una dichiarazione ufficiale dell'Intesa per impedire che i nuovi Stati occupassero con le armi i territori della vecchia Ungheria; o che si potesse costituire una federazione di tipo svizzero fra i Magiari e le nazioni comprese nei vecchi confini dell'Ungheria, esclusa la Croazia . Altrimenti, affermava, sottrarre all'Ungheria delle zone di altre nazionalità, sarebbe un voler continuare a rovescio l'ingiusta situazione di prima . m> Il che non sembra una predizione errata.
Mentre i giornali italiani continuavano a seguire l'avanzata romena che giunse alla linea di demarcazione tra Ungheria e Transilvania fissata dall'armistizio di Belgrado tra gli Alleati e l'Ungheria (già separatasi dall'Austria) il 13 novembre 1918, essendo forte secondo II Messaggero 110> di ben 450.000 uomini (cifra un po' troppo elevata), oltre ai 200.000 organizzati dal Consiglio nazionale transilvano, costituitosi in Governo provvisorio in Arad, essi non seppero cogliere quello che fu il momento culminante dell'unione della Transilvania alla Romania, cioè l'assemblea di Alba Iulia del 1 dicembre 1918. Durante tale assemblea 1.228 delegati dei partiti, della Chiesa, dei comuni, delle organizzazioni dei lavoratori, degli studenti di Transilvania, confortati dal concorso di alcune decine di migliaia di Romeni, proclamarono solennemente l'unione con la madrepatria, pur dopo un periodo di autonomia provvisoria; infatti il Governo provvisorio o Consiglio dirigente composto da 15 membri con potere legislativo ed esecutivo, espressione di un Parlamento provvisorio o Gran Consiglio della nazione romena, restò in carica dal 2 dicembre 1918 al 10 aprile 1920, anche se già con il decreto di unificazione della Transilvania con la Romania, emanato dal re Ferdinand il 24 dicem-
con ReszS Temesvàry, inviato di Tisza nella primavera del 1915); ID., Diario 1914-1916 cit., pp. I16-H7 (incontro con Jànos Tòrok nel marzo 1915 inviato di Kàrolyi: fu allora che Sonnino consigliò' un accordo dei Magiari con i Romeni); Io., Carteggio 1916-1922 cit., pp. 36-38 (trattative con Jànos Tòrok dell'agosto 1916 condotte tramite il rappresentante italiano a Berna Raniero Paulucci de' Calboli), pp. 46-47, 50 (trattative sempre tramite Paulucci de' Calboli con Gaber Mollo nel settembre 1916), pp. 286-287, 289. L. VALIANI, La dissoluzione dell'Austria-Ungheria cit., pp. 213-219 (sulle trattative tra Sonnino e l'opposizione magiara), e 228-231 (sui contatti indiretti con Tisza e ancora con l'opposizione magiara).
iP5) // Corriere della Sera, 29 dicembre 1918.
no) // Messaggero, 4 e 5 dicembre 1918; lo stesso giornale il 1 dicembre aveva affermato che 18.000 uomini di Mackensen si opponevano all'avanzata romena in Transilvania.